SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Consiglio di Stato non ha azzoppato l’Anatra ma anzi,  forse, ha mietuto vittime fra gli stessi ricorrenti. “A questo punto non penso che rimarrò in Consiglio Comunale” commenta a sorpresa Paolo Perazzoli, anche clamorosamente per certi versi, visto che, alla presentazione del nuovo gruppo di Articolo Uno (con Flavia Mandrelli) aveva fatto intendere tutto il contrario lo scorso 13 aprile, tanto che Riviera Oggi titolò “Perazzoli non lascia ma raddoppia”.(CLICCA QUI)

“Ci incontreremo con il gruppo (di Articolo Uno n.d.r.) in questi giorni ma l’intenzione è quella di uscire, è una questione di tempi più che altro” commenta l’ex Sindaco. A questo punto l’orientamento dello sfidante di Piunti alle scorse elezioni sarebbe ben delineato anche se è probabile che i compagni di partito provino a fargli cambiare idea. I tempi di cui parla Perazzoli atterrebbero alla sola scelta se dimettersi prima o dopo il Consiglio Comunale del 27 maggio, “a cui, per impegni personali non potrò comunque partecipare” chiosa l’ex consigliere regionale. In ogni caso, sia prima che dopo quella data, è pronto a subentrargli Pasqualino Marzonetti.

Sulla sentenza invece Perazzoli commenta: “Non è una grandissima sorpresa, la Corte ha voluto ribadire che quello che conta in un Comune è la scelta del Sindaco, salvo che non abbia un’ampia maggioranza contro”. Su questo infatti l’ex democratico commenta: “Forse solo con il 54% delle preferenze il Consiglio di Stato ci avrebbe dato ragione anche se con quei numeri avrei probabilmente vinto al primo turno” chiude Perazzoli.

La delusione nelle parole di Perazzoli è tangibile così come quella che traspare dalle parole di Natale Vallone, uno degli avvocati che ha curato il ricorso del centrosinistra: “E’ andata male” commenta a caldo Vallone “ma finalmente abbiamo un chiaro ordinamento della Corte che ha nei fatti stabilito la supremazia e la prevalenza del Sindaco sul Consiglio Comunale”.