MONTEPRANDONE – “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico“. La nuova legge, appena approvata dalla Camera dei Deputati, è attualmente in corso di analisi da parte del Senato. In attesa dell’approvazione definitiva, è stata presentata in anteprima nazionale presso l’Agriturismo “Il sapore della Luna”, durante la mattina del 6 maggio.

L’onorevole Luciano Agostini, Segretario della Commissione Agricoltura, ha scelto Monteprandone come luogo di incontro, in quanto particolarmente rappresentativo della realtà agricola marchigiana e delle potenzialità del biologico sullo sviluppo territoriale. “Lo scorcio dell’agricoltura marchigiana è la media collina” ha dichiarato a proposito, sottolineando l’attenzione che i ristoranti e le aziende locali riservano ai loro prodotti.

Il decreto presentato riconosce ufficialmente l’importanza dell’agricoltura biologica, con una regolamentazione nazionale che fornirà aiuti alle attività e impulso alla ricerca di sistemi di coltura ecosostenibili. In particolare, la legge si sofferma sui seguenti punti:

– Istituzione di un’autorità nazionale per l’agricoltura biologica, che si occuperà di coordinare i progetti e le normative europee: presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali sarà istituito un apposito Tavolo tecnico dell’agricoltura biologica. Il Tavolo riunirà rappresentanti delle principali cooperative agricole, della produzione e della ricerca scientifica, che rimarranno in carica cinque anni.

– Adozione di un Piano nazionale a cadenza triennale, dedicato allo sviluppo del settore biologico: nello specifico, si cercherà di favorire la conversione delle piccole imprese a colture biologiche. A livello commerciale, verranno intensificate le campagne di promozione, e migliorati i controlli di qualità.

– Creazione di un fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica: almeno il 30% del fondo sarà destinato alla ricerca e alla formazione universitaria. I contributi che alimenteranno il fondo saranno acquisiti attraverso un’imposta sui prodotti fitosanitari, già in vigore dal 1999.

Incentivazione alla creazione di contatti di rete tra le imprese biologiche, e alla formazione di nuove cooperative.

– Finanziamento di master e dottorati di ricerca per l’agricoltura biologica; le regioni si occuperanno anche di formare nuovi operatori e tecnici del settore con appositi corsi professionali.

– Diritto alla vendita diretta di sementi biologiche: i produttori di sementi iscritte nel registro nazionale potranno vendere e scambiare liberamente le sementi ed i prodotti derivati. Dal momento che lo scambio di sementi è alla base della biodiversità territoriale, la legge incentiva anche le organizzazioni tra i produttori con questo scopo. Si vogliono promuovere altresì le organizzazioni interprofessionali nella filiera, per una maggiore competitività sul mercato.

– Creazione di distretti biologici: i distretti saranno porzioni del territorio dedicate in modo specifico all’agricoltura biologica, alla difesa dell’ambiente e della biodiversità. Uno o più comuni potranno accordarsi con le aziende locali per istituire un distretto, con tutti i benefici annessi alla promozione turistica dell’area.

Il sindaco di Monteprandone Stefano Stracci, intervenuto alla conferenza, si è soffermato in particolar modo su quest’ultimo punto. Quando la legge entrerà in vigore, afferma, il paese adotterà un’ambiziosa iniziativa: un parco biologico di 16 chilometri quadrati, comprensivo di aziende e agriturismi. I turisti potranno soggiornare tra degustazioni e laboratori, visitando l’area a piedi, in bici o anche a cavallo. Inoltre, il parco aiuterà anche ad accorciare la filiera, offrendo prodotti genuini a chilometro zero.

La legge, in definitiva, è un importante passo avanti per lo sviluppo del settore biologico. Ad oggi, l’Italia è leader mondiale per la qualità dei generi alimentari, ed una delle prime esportatrici di prodotti biologici. Le aziende certificate biologiche, tuttavia, sono solo il 3,8% del totale; il settore è attualmente in fase di rapida crescita, ed un’importante voce dell’economia nazionale.

I piccoli produttori, però, non nascondono le loro difficoltà; interrogati sul disegno di legge, manifestano qualche perplessità: il vero problema, dice un giovane imprenditore della provincia, è che i consumatori sono ancora troppo pochi. Alcuni non vogliono o non possono spendere, altri sono timorosi di essere truffati. Con tutti gli scandali alimentari, non è una paura infondata.

In questo modo però non si riesce a vendere tutto il raccolto; con un’incremento di clientela, e più stabilità, potremmo gestire meglio le spese, e abbassare anche i prezzi di vendita. Ci serve più pubblicità, più educazione al buon gusto, e soprattutto una filiera più corta, per invogliare i clienti a spendere di meno ed in sicurezza.