SAN BENEDETTO DEL TRONTO  – Finalmente la politica sambenedettese torna a battere un colpo sul tema Sanità. Dopo il Consiglio “aperto” del 7 aprile infatti la questione era finita quasi nel “dimenticatoio” forse travolta dagli eventi che hanno investito la politica locale, con la querelle Gabrielli in primo luogo.

E allora l’occasione giusta per tornare a parlare dell‘Ospedale di San Benedetto sarà la data dell 11 maggio quando è stata convocata la Commissione Sanità, che quindi vivrà il suo secondo atto, dato che finora si è soltanto insediata lo scorso 19 dicembre.

Sulla convocazione dell’organo consultivo, oggi è intervenuto anche il Sindaco Piunti: “Si tratta della doverosa attuazione di quanto stabilito nel corso del Consiglio comunale aperto del 7 aprile. Si riproporrà in Commissione, e spero che su questo si possa raggiungere l’unanimità dei consensi, la forte richiesta di questo territorio di un riequilibrio delle risorse destinate ai servizi sanitari tra i diversi territori delle Marche” chiosa il primo cittadino che di fatti introduce l’argomento forte dei lavori dell’11 maggio, ovvero gli orizzonti in cui si dovrà muovere la politica locale in base alle indicazioni date da Ceriscioli &Co., ormai quasi un mese fa.

Il Sindaco poi, prosegue affermando come sia compito della Commissione e del suo presidente Giovanni Chiarini (“che si sta occupando della questione anche con missioni ad Ancona”) “lavorare affinché il comprensorio di San Benedetto ottenga quanto gli spetta”. E chissà se in questo solco si inseriranno le considerazioni di Giorgio De Vecchis, che all’indomani dell’assise “aperta” criticava aspramente le parole del Governatore Ceriscioli, riassumibili nel “mantra”: “Il Piceno  non può, per numeri, permettersi due ospedali di primo livello”.

Il capogruppo di Ripartiamo da Zero (CLICCA QUI) infatti contestava il diktat del presidente della Regione, che nelle sue valutazioni sul bacino di utenza sanitario del Piceno si rifaceva al decreto Balduzzi del 2015, col consigliere sambenedettese che, sostanzialmente, sosteneva (e sostiene) che i “bacini di utenza prescindono dai confini regionali”. A meno di dieci giorni dalla riunione della Commissione, e a quasi un mese dal Consiglio “aperto”, questo sembra essere infatti uno egli argomenti più succosi.