PESCARA – Operazione imponente delle Forze dell’Ordine.

Nella mattinata del 2 maggio è giunta alla fase finale un’importante blitz di Polizia contro lo sfruttamento della prostituzione, condotta dalla Squadra Mobile di Pescara con il supporto delle Squadre Mobili di Teramo e Lucca, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica (Pm Gennaro Varone).

Un’indagine che ha portato il Gip del Tribunale di Pescara (Nicola Colantonio) ad emettere undici misure cautelari restrittive (di cui 8 custodie in carcere e tre arresti domiciliari).

Ai domiciliari anche un 27enne, di origine albanese, residente ad Alba Adriatica. Provvedimento emesso “perché sfruttava la prostituzione di una donna italiana dirigendone l’attività ed incitandola alla prostituzione; impegnandosi a proteggerla dalle pretese di gruppi criminali omologhi svolgenti la medesima attività in zone contigue e riscuotendo il prezzo della prostituzione altrui a proprio beneficio”.

Le ordinanze sono state eseguite per debellare alcuni gruppi criminali dediti allo sfruttamento della prostituzione prevalentemente nell’area di Pescara Centro (zona stazione centrale e vie limitrofe), ma anche nella zona sud della città, per lo più nei dintorni della Pineta Dannunziana.

L’attività investigativa, iniziata alla fine del 2016 anche sulla base delle segnalazioni di un comitato spontaneo di protesta formato da residenti della zona, è stata supportata da intercettazioni telefoniche, affiancati da servizi antiprostituzione predisposti contestualmente all’indagine che hanno  permesso di documentare e riscontrare i fatti contestati e di “mappare” le così dette  postazioni di lavoro delle prostitute. Si tratta in buona parte di prostitute già note perché risultate, sulla base di precedenti indagini, già sfruttate da loro connazionali tratti in arresto e condannati per reati specifici.

Nello specifico, sono stati monitorati cinque nuclei criminali, eterogenei ed autonomi tra loro, di cui due di matrice albanese e tre di matrice rumena, dotati di una struttura organizzativa, seppur minima, tuttavia adeguata a perseguire gli scopi illeciti prefissati, ovvero lo sfruttamento permanente e intensivo della prostituzione, secondo accordi prestabiliti che avevano il fine di evitare conflitti su strada per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, così da massimizzare i profitti.

Nel corso delle indagini è emersa la presenza, in orari e luoghi compatibili con l’esercizio della prostituzione, di una donna italiana di 35 anni, pregiudicata e tossicodipendente, affetta da HIV ed epatite “C”, verosimilmente dedita all’esercizio del meretricio nell’area prossima alla stazione ferroviaria.

Al riguardo, al solo fine di acquisire ulteriori elementi atti ad avvalorare potenziali sue responsabilità per eventi lesivi, connessi alla possibile trasmissione delle suddette patologie per via sessuale, l’Autorità Giudiziaria, facendo salvi i diritti connessi alla tutela dei dati sensibili delle persone coinvolte, ha autorizzato la divulgazione di questa circostanza.

In tal senso la Polizia di Stato, con l’assoluta garanzia dell’anonimato, invita chiunque abbia notizie utili da riferire a recarsi presso gli uffici della Squadra Mobile di Pescara.