MONTEPRANDONE – Ancora una volta, Monteprandone ha celebrato il Venerdì Santo con impegno e devozione. La Processione del Cristo Morto, storico evento che si ripete fin dal 1800, coinvolge annualmente cittadini e curiosi da tutti i comuni limitrofi.

Partendo dalla Chiesa di San Niccolò di Bari, un corteo con più di trecento figuranti ha portato i simboli della passione di Cristo in un lungo giro del paese, ripercorrendo simbolicamente tutte le tappe del martirio. Nella manifestazione, che coinvolge l’intera comunità, trovano posto adulti e ragazzi; il tutto è coordinato dal parroco Don Gianluca Pelliccioni, dai deputati del “Cristo Morto” e dalla Confraternita della Pietà e della Morte.

Fu proprio la Confraternita della Pietà a commissionare, nel 1847, la preziosa bara adibita al trasporto della statua del Cristo Morto. Dapprima fu realizzata la statua in legno, ad opera dell’artista Emidio Paci, una pregevole opera d’arte di grande realismo. Negli anni successivi, diversi artigiani si avvicendarono per costruire e decorare il maestoso feretro con velluti, oro e argento. Ad oggi, la bara ed il Cristo ligneo sono il fulcro e l’orgoglio della manifestazione, circondati da un alone sacro e triste, che rinnova il mistero della fede al suo passaggio.

Il feretro, pesante 400 chili, è stato trasportato da squadre di quattro giovani, lungo strade contornate da lumi e lampioni velati di rosso; infine, i fedeli sono stati nuovamente condotti nella Chiesa di San Niccolò per la preghiera finale. Un momento di raccoglimento per riflettere sulla responsabilità della Chiesa verso i fedeli, e anche sul significato della ricorrenza, che avvicina i monteprandonesi e rafforza il senso della comunità.