SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Diavolo d’un De Vecchis. Il consigliere comunale di Ripartiamo da Zero ha forse trovato il piede di porco capace di scardinare la sicumera (ci si passi il termine) con la quale la politica regionale sta declassando l’ospedale di San Benedetto. Tutto vero!, sarebbe da titolare, e tanto abbiamo fatto, più o meno, dopo le parole del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli il quale, durante il consiglio comunale aperto sulla Sanità dello scorso 7 aprile, ha esattamente detto: “Nel Piceno non è possibile avere due ospedali di primo livello”.

Perché, cita il Ceriscioli, è la legge ad impedirlo. Come il Decreto Balduzzi 2 aprile 2015 (apri il Pdf) che ha definito, tra le altre cose, in che modo valutare la dimensione e i servizi che un ospedale deve offrire, in relazione alla popolazione servita. A pagina 7 troviamo la distinzione tra i Presidi Ospedalieri di Base e i Presidi Ospedalieri di Primo Livello. I primi hanno un bacino di utenza “compreso tra 80 mila e 150 mila abitanti”, i secondi invece tra 150 e 300 mila. Ecco che secondo il Ceriscioli, in una Provincia di 210 mila abitanti, c’è posto soltanto per un ospedale di Primo Livello e un Ospedale di Base. Il primo sarebbe il mitologico Ospedale Unico, o forse il Mazzoni di Ascoli, il secondo il Madonna del Soccorso di San Benedetto. Matematico, no? A norma di legge.

Ma qual è il bacino di utenza per l’ospedale di San Benedetto?

Qui è l’errore di Ceriscioli, forse un po’ troppo prestigiatore. Infatti i bacini di utenza prescindono dai confini regionali, come è ovvio, altrimenti la popolazione di utenza dei centri posti al confine della regione sarebbe sempre penalizzata rispetto a chi non ha questo limite. Il bacino di utenza non si riferisce al limite amministrativo ma a quello reale, ovvero alla popolazione che effettivamente fa riferimento a quella struttura ospedaliera per le proprie cure.

Su suggerimento di De Vecchis, ragioniamo su un bacino di utenza con un raggio di 16 chilometri, grosso modo la metà della distanza tra il Madonna del Soccorso e il Mazzoni (33,3 chilometri). In questo modo abbiamo sia una provincia divisa fra i due centri (restando poi Ascoli riferimento per tutta la zona montana ad ovest), sia un’area di influenza di entrambi i nosocomi verso l’Abruzzo.

Il che è scontato, considerando che i due ospedali servono già oggi una popolazione che non è limitata ai residenti regionali, ma, come nel caso di San Benedetto, ad esempio, anche a Martinsicuro e Alba Adriatica, per restare sulla costa abruzzese. Ebbene con un raggio di 16 chilometri, gli abitanti compresi nel bacino di utenza di San Benedetto sono 148.684 in riferimento a 16 comuni.

I 16 comuni sono, oltre San Benedetto, Grottammare, Monteprandone, Acquaviva Picena, Cupra Marittima, Ripatransone, Monsampolo del Tronto, Martinsicuro, Colonnella, Massignano, Controguerra, Spinetoli, Campofilone, Corropoli, Alba Adriatica, Pedaso.

“Quest’area comprende una popolazione che, a norma proprio del decreto legge citato da Ceriscioli in sala comunale, merita di essere un presidio ospedaliero di primo livello – afferma De Vecchis – Sarebbe buffo che chi ha citato il Balduzzi adesso non lo prendesse in considerazione sul serio, adducendo la strampalata tesi che il calcolo della popolazione vada fatto solo entro i confini regionali. Perché di questo, nel decreto Balduzzi, non si parla, ovviamente”.

Dunque cosa fatta per considerare l’ospedale Madonna del Soccorso di Primo Livello? La palla passa alla Regione Marche, ovviamente, che ad ogni modo dovrà avere, da qualche parte, un documento nel quale il calcolo del bacino di utenza dell’ospedale tenga conto anche del versante abruzzese, che grava su San Benedetto (senza considerare le circa 3 milioni di presenze turistiche). Uno studio ben puntuale con il calcolo delle isocrone (mappe temporali) più raffinato rispetto al nostro calcolo chilometrico su bacinodiutenza.it, magari. Da mostrare alla cittadinanza di San Benedetto e del resto della Regione.

Sarebbe strano investire decine di milioni di euro nel mitologico Ospedale Unico per poi sapere che non è stato calcolato neppure il bacino di utenza per gli ospedali già esistenti.

Siamo sicuri che nelle carte di cui Ceriscioli e altri parlano, questo elemento sia stato adeguatamente valutato. Oppure, no?