MARTINSICURO – 880mila euro per mettersi in regola. E’ quanto la Veco, storica fonderia di Martinsicuro, ha speso per adempiere alle prescrizioni imposte dalla Regione in materia ambientale. Ora si attende la sentenza del Tar che, nei prossimi giorni, dovrà esprimersi sulla vicenda e stabilire in maniera definitiva se la ditta abbia o meno tutte le carte in regola per ottenere l’autorizzazione integrata ambientale (Aia) e poter tornare a lavorare a pieno regime.

Oggi la Veco si trova in regime di concordato preventivo e gli operai, che sono in cassa integrazione straordinaria, stanno lavorando due giorni a settimana.

Un incubo per l’azienda e per i 70 lavoratori, iniziato nel 2012 con la rilevazione di un’anomalia nel piano di classificazione acustica del Comune di Martinsicuro che vedeva la ditta inserita in una classe acustica non corretta. Da qui un susseguirsi di chiusure a tempo, tavoli tecnici, scioperi, fino alle prescrizioni imposte dall’Arta per ottenere le autorizzazioni ambientali.

“E tante altre incresciose vicende burocratiche – le parole di Marco Boccanera, segretario della Fim Cisl – Ora attendiamo fiduciosi il pronunciamento del Tar, l’azienda ha dimostrato di voler continuare l’attività e l’investimento di 880mila ne è la prova lampante. Non dimentichiamoci che prima delle note vicende la fonderia non aveva mai avuto problemi. Ora si trova in concordato fallimentare preventivo a causa delle commesse perse, dopo le varie chiusure dovute ai ritardi sulle autorizzazioni. Ma ci auguriamo che, una volta chiusa la vicenda, tutto possa tornare alla normalità.”

Nello specifico, l’azienda, per ottenere definitivamente l’autorizzazione ambientale integrata, ha fatto costruire all’interno della fabbrica un apposito box scorie, piazzato pannelli fonoassorbenti per ridurre le emissioni acustiche, costruito un nuovo capannone per il deposito materie prime e caricamento dei forni e installato cappe per intercettare le emissioni di polveri.

“A Martinsicuro si avvicinano le elezioni – dicono gli operai – ma ancora non abbiamo sentito nessuno parlare di lavoro o di interventi sia sull’attuale piano acustico che su quello regolatore”.

Attualmente sono rimasti 57 dipendenti che attendono con il fiato sospeso la sentenza del Tar.