E ANCORA CI PROVANO. Fabio Urbinati: “Abbiamo le carte sul tavolo” è la dimostrazione che prima non c’era niente. Che equivale, quindi, ad almeno 15 anni di presa per i fondelli. L’altra conferma: “E vero che se ne parla da 20 anni ma nei prossimi dieci arriverà sicuramente” cioè che per i prossimi 6 anni continueranno a parlarne perché per costruire un ospedale 4 anni sono più che sufficienti. Oggi in un paio di mesi si costruisce un palazzo.
Luca Ceriscioli: “Il Piceno non può avere due ospedali” quindi dobbiamo accontentarci di uno e mezzo anzi di due e mezzo sennò il presidente e il consigliere regionale che sono venuti a fare nel consiglio comunale aperto voluto da Giorgio De Vecchis?
Il ‘mezzo’ non sarà sicuramente il “Mazzoni”. Apro le scommesse con chi pensa veramente che gli attuali due ospedali verranno ridotti a residence e ne verrà costruito uno nuovo a metà strada tra Ascoli Piceno e il mare.
Ci hanno ingannato per 20 anni (come ha ben spiegato il mio amico e pediatra dei miei figli, Piero Ripani), perché dovrebbero smettere adesso visto che abbocchiamo sempre come pesci.
Il dottor Ripani, sangiorgese di nascita, è arrivato a San Benedetto nel 1968 ed ha giustamente ripetuto quello che dico io da anni: cioè che iniziò in quel periodo una crescita precoce che portò l’ospedale ad essere riconosciuto Provinciale agli inizi degli anni ottanta. Tra parentesi, a conferma delle sue parole, ricordo che anch’io arrivai in ospedale come perito chimico nel 1968 quando il Laboratorio nemmeno esisteva: in una stanza del reparto Medicina si facevano in modo rudimentale azotemie, glicemie, emocromi e poco più.
La crescita coincise con l’arrivo di primari qualificati, Dardari e Benatti dall’Emilia, Majinelli dalla Sicilia rispettivamente per Radiologia dove venivano a farsi le lastre da tutt’Italia, Pediatria e Ginecologia. Una rapida evoluzione in alto che deve aver messo paura a qualcuno. Tanto è che, con l’arrivo dei cosiddetti manager nominati dalla Regione Marche, iniziò il declino. In risposta alle prime lamentele risposero così: “Non vi preoccupate stiamo mettendo le basi per un ospedale completo di tutto e super specializzato a metà strada tra voi e Ascoli“.
Tutto questo 20 anni fa. Io che in ospedale ci lavoravo come il dottor Ripani abboccai e la vidi come buona cosa. Sentirmi dire però adesso “Abbiamo le carte sul tavolo per iniziare un progetto che andrà a regime fra 10 anni” mi fa rabbrividire al sol pensiero che, chi lo dice, non prova un senso di vergogna. Anche perché io ho le prove che l’ospedale unico sarà l’ascolano “Mazzoni”, se il popolo della riviera non darà seguito al Consiglio comunale con una plateale protesta davanti al palazzo della Regione Marche.
Le mie prove sono due, una il silenzio della città di Ascoli che mai ha chiesto l’Ospedale Unico, l’altra è postuma: l’assenza di ascolani in caso di protesta pacifica a Palazzo Raffaello. Facile capire perché. “Un nuovo ospedale non s’ha da fare, se due non se ne possono avere, si continui a potenziare il nostro. Il ‘Mazzoni’, cioè“
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Direttore, come diceva Aristotele “da assunzioni sbagliate si può giungere solo a conclusioni sbagliate” ed io partirei subito dall’assunzione di Ceriscioli “Il Piceno non può avere due ospedali”! Dove sta scritto? Forse sfugge che la Sanità è un diritto costituzionale e non un semplice servizio di welfare state! Noi del piceno paghiamo forse meno tasse dei corregionali del Nord? Abbiamo forse una spesa procapite fuori controllo rispetto al Nord della Regione? NO! Quindi il diritto alla salute va tutelato a prescindere da assiomi come quello di Ceriscioli secondo cui “Il Piceno non può avere due ospedali”! Il problema che si… Leggi il resto »
Quello che dici era ed è da me sottinteso e quindi non posso che darti ragione. In pratica, come pensi, però, di far cambiare idea al progetto regionale che non prevede più un ospedale di primo livello nell’hinterland sambenedettese. Semplicemente spiegando quello che dici tu a Ceriscioli? Non credo che sei così ingenuo.
0 voti in Riviera…. bisogna colpire i politici dove sono più sensibili…. il problema è che da questa situazione c’è chi ci guadagna e non sarà facile, io sarei anche disposto a votare 5 stelle se la città maturasse verso queste posizioni
Ammettiamo che i cittadini di San Benedetto non votino Ceriscioli, neanche un voto (dubito fortemente che le truppe cammellate finalmente ragionino con il proprio cervello) questo accadrebbe solo per la ns città, ad Ascoli sicuramente prenderà molti voti, perché non dovrebbero votarlo? Sono dell’avviso di fare un passo più importante, ci vorrebbe un’ONDA D’URTO… insomma qualcosa di grosso!
Cosa? Non mi viene in mente altro di legale…
Legale non è nemmeno il voler togliere ad un bacino molto più grande di quello di Ascoli un ospedale… Detto questo, mi sembra che con i numeri e nel rispetto delle normative una lotta legale la si possa intraprendere… Oltre al fatto di non votare più i soliti Urbinati, Capriotti etc etc, che davanti dicono qualcosa, sempre in politichese, e poi la sera a cena con Ceriscioli, vergognatevi politicanti!
Questo è il punto di partenza del io commento “LA SANITA’ PUBBLICA E’ UN DIRITTO NON UN SERVIZIO”
Bello il titolo, “Chi ci crede è fesso”. Mi viene da pensare che chi ha partecipato alla cena sorridente con Ceriscioli probabilmente ci crede, bisogna capire se è veramente fesso o meno…
A scanso di equivoci cercherei di chiarire la vera posizione degli esponenti del PD locale, sul tema dell’ospedale sambenedettese, dell’ospedale unico, ecc. Vedo molte ambiguità da parte loro dove servirebbe chiarezza.
No primo, tranquillo nessuna ambiguità… Guarda la foto pubblicata qualche giorno fa dal direttore… Ti spiega bene da che parte stanno i signori del PD locale!