GROTTAMMARE – Ha fatto sognare le donne (e gli uomini) di tutto il mondo. Un’icona di stile indiscussa quanto imitata, che non è mai passata di moda. Lei era Jacqueline Kennedy, first lady del 35° presidente degli Stati Uniti, una donna piena di fascino, classe ed eleganza, eppure… “Sono alta un metro e settanta, ho i capelli castani, il volto squadrato, e gli occhi così disgraziatamente distanti l’uno dall’altro, che mi ci vogliono tre settimane per riuscire a trovare un paio di occhiali che si adattino al mio naso”, scriveva di sé nel graffiante autoritratto per Vogue.

Appassionata di arte e di libri, sembra un mito irraggiungibile, ma grazie a Pericle Fazzini è più vicina di quanto si pensi. Fu infatti allieva e grande estimatrice del celebre scultore grottammarese, al quale commissionò nel 1964 il progetto di una scultura grandiosa per celebrare la figura del marito John Fitzgerald Kennedy, assassinato l’anno prima, visitandone di persona lo studio il 2 febbraio 1966 (foto).

Nasceva così l’idea di “Metamorfosi”, un blocco in bronzo alto 30 metri segnato da spaccature profonde, che in un abile gioco di pieni e vuoti avrebbero disegnato il profilo del presidente americano. Fazzini lavorò al bozzetto anche nel 1965, ma l’opera non fu mai completata. In seguito decise di donarlo alla sua città natale, che realizzò la scultura e dal 1984 la ospita al centro della piazza a lui dedicata.

Tornerà a splendere da mercoledì 12 aprile, quando in Piazza Fazzini alle ore 10.30 si terrà la cerimonia di “Restituzione alla Città della scultura restaurata”, che vedrà la partecipazione delle scuole cittadine, con un invito esteso a tutta la cittadinanza. L’anno scorso infatti qualcosa è andato storto.

“Metamorfosi è stata danneggiata nell’aprile 2016 da un furgone – spiega il sindaco Enrico Piergallini – ma con anticipo rispetto alle previsioni, in un anno siamo riusciti ad intervenire sulla struttura effettuando opere di restauro e consolidamento strutturale (cronoprogramma). L’intervento non è costato nulla al Comune, ma il suo importo di 15 mila euro è stato interamente coperto dall’assicurazione. Saremmo potuti intervenire saldando la parte danneggiata, ma vista l’importanza dell’opera per la Città, abbiamo preferito farlo attraverso un progetto serio, che ha visto il coinvolgimento della Soprintendenza, sotto la supervisione di Pierluigi Moriconi, e del Laboratorio Mimarc, un’azienda esterna specializzata in  restauro e conservazione dei beni artistici e culturali”.

I lavori sono iniziati l’8 marzo scorso e saranno ultimati nei prossimi giorni, con il montaggio delle parti restaurate e la pulizia completa della scultura. Il progetto è stato firmato dal mastro restauratore Antonio Mignemi, che interverrà alla cerimonia di mercoledì prossimo insieme a Moriconi,  Gianluca Traini ed Emanuele Buzzanca Fazzini, rispettivamente studioso e nipote dell’artista.

“Sono molto felice che questa scultura sia tornata nel suo stato naturale e torni ad abbellire la piazza – dichiara Buzzanca – Mio nonno non voleva che avesse un piedistallo, e tuttora ne è priva, perché secondo la sua idea doveva fuoriuscire da terra, come un’esplosione. Del resto, anche Jacqueline era del parere che questo omaggio alla memoria del marito dovesse essere qualcosa in grado di rompere gli schemi, e non un semplice busto”. Il profilo del presidente Kennedy può essere facilmente individuato ponendosi di fronte alla scultura, rivolti verso corso Mazzini, ed osservando le linee interne nella parte superiore.

La sottrazione di materia per ricavare una forma definita dall’ambiente naturale è un procedimento che interessa anche altre opere di Fazzini, come i monumenti a Sisto V e a San Francesco, la Colomba della Pace e il Monumento del Pescatore, “una forma monumentale che nasce da una grande vasca collegata ai bordi da cinque passerelle, due delle quali di accesso alle due scale che portano sopra i quattordici metri di altezza alla bella vista del mare da cui nasce il basamento della vela”, scriveva lo stesso scultore nel bozzetto del 1969. Avrebbe dovuto essere collocata alla foce del Tesino, configurandosi come punto di arrivo di un parco fluviale dalle colline verso il mare, ma il bozzetto fu donato a San Benedetto nel 1970.

“Questa scultura di proporzioni gigantesche si caratterizzava per una vela che sfiorava i 26 metri. Sognava di realizzarla in tessuto, così che ogni anno potesse essere rinnovata da un artista diverso. Tuttavia non ha mai visto la luce per i costi che avrebbe richiesto, vista la portata. Qualcosa però si sta muovendo”, conclude Buzzanca.

A Grottammare oggi sarebbe comunque difficile collocarla – conferma il sindaco – ma intanto la città può tornare ad ammirare la “Metamorfosi”, che conquistò anche l’amico Giuseppe Ungaretti: questa scultura, insieme al “Ragazzo con i gabbiani”, spinse infatti il poeta a definire Fazzini “lo scultore del vento”.

Un vento a favore, almeno per noi. Perché se Jackie non se la fosse fatta sfuggire, oggi starebbe a Dallas.