SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ci pare opportuno pubblicare di seguito una nota di Valentina Trenta.

Valentina è una ragazza di Pretare, frazione di Arquata, che dopo il terremoto del 24 agosto ha trovato ospitalità a San Benedetto e ha iniziato (proprio dal 24 agosto) a scrivere con il nostro giornale.

La sua voce è stata importantissima e anche scomoda nelle nostre inchieste sul terremoto. Ha scritto articoli toccanti e profondi che hanno fatto il giro d’Italia sulla tragedia e sulla non ricostruzione.

Su quanto da lei scritto si è scatenata una corsa all’insulto che ci ha inorridito. Rarissimi i casi di solidarietà espressa a chi, in un momento particolare e difficile proprio sulla questione della permanenza e sul futuro, ha avanzato dei dubbi. La redazione ringrazia sentitamente Valentina Trenta per quanto ha fatto e quanto sta facendo e coloro che hanno manifestato i pochi attestati di solidarietà che ha ricevuto.

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A seguito dei commenti ricevuti dopo la pubblicazione dell’articolo sulla scritta “Via le pecore dal mare” vorrei fare alcune precisazioni. L’intento principale era quello di fuorviare ogni dubbio circa la singolarità del gesto e non generalizzare sulla popolazione di San Benedetto.

All’interno dell’articolo, si evince che non si mette in discussione l’ospitalità della città né tanto meno la solidarietà ricevuta. Tendevo a sottolineare soltanto la tempistica della scritta in un momento così delicato per noi.

La dissociazione da quelle parole avrebbe aiutato a capire la vera identità degli abitanti di San Benedetto, accoglienti come li abbiamo riconosciuti in questi mesi, e ridicolizzato quella frase. Il nostro articolo ha mosso forti dubbi sull’essenza di quel gesto, relegandolo a semplici ma mai accettabili sfottò calcistici.

Certa dell’equivoco che credo di aver chiarito, rinnovo l’assoluto rispetto nei confronti della città che ha ospitato i terremotati, nel peggior momento della loro vita.

Valentina Trenta