SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quella legata al gioco d’azzardo è una delle industrie più in salute dello stivale con un volume d’affari, solo per il 2016, stimato di poco sotto i 100 miliardi di euro. E i giocatori “seriali”, quelli che si intrattengono con scommesse, slot machines e similari, nel nostro Paese sono almeno 15 milioni. San Benedetto, in questo senso, non può dire di fare discorso a sé.

L’ottobre scorso, proprio Riviera Oggi aveva intrapreso un piccolo viaggio all’interno del fenomeno del gioco d’azzardo patologico (Gap) raccontatovi, con gli occhi dell’operatrice dello sportello di supporto per la ludopatia Maria Aureli, la realtà sambenedettese del Gap.“A San Benedetto una donna che guadagna meno di 300 euro al mese, per il gioco si è indebitata per oltre 70mila euro” ci raccontava l’assistente sociale, che non si limitava a circoscrivere il problema ai nostri concittadini più adulti, ma inserendo nel quadro generale anche un numero sempre crescente di giovani, persino minori, con una grande familiarità col gioco. (CLICCA QUI PER LA NOSTRA INCHIESTA)

ASSIST DALLA REGIONE. In questi giorni anche la politica sembra essere piuttosto vigile sul tema. Complice il recente strumento normativo di cui si è dotata la Regione Marche, che nel febbraio scorso ha approvato una legge contro gioco d’azzardo patologico che aiuta i Comuni ad ampliare il raggio d’azione sul tema. Ricorderete infatti i tentativi di arginare il fenomeno da parte di Gaspari tra ordinanze, sconti sulle tasse e limitazioni d’orario che però non frenarono l’ostracismo di una parte di città evidentemente interessata al business, ostracismo pure manifestato a colpi di ricorsi al Tar.

“La recente regolamentazione regionale dà maggiori poteri in capo alle amministrazioni e questo è uno dei motivi della nostra mozione” spiega il consigliere comunale Andrea Sanguigni che assieme ad altri 8 membri d’assise, rappresentanti tutte le forze politiche, presenterà in questi giorni proprio una mozione tesa, in ultimo luogo, a dare a San Benedetto regole precise per la limitazione del gioco d’azzardo.

UNA MOZIONE CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO.Assieme a Sanguigni l’atto porta la firma di Tonino Capriotti, Marco Curzi, Domenico Pellei, Mario Ballatore, Giacomo Massimiani, Flavia Mandrelli, Valerio Pignotti ed Emidio Del Zompo. Una vera e propria squadra bipartisan che ha in mente delle misure precise per combattere la ludopatia. “Vorremmo arrivare a vietare le slot ma anche forme di gioco d’azzardo come i gratta e vinci in luoghi che si trovino a meno di 500 metri dalle scuole, bancomat, uffici postali” chiosa Domenico Pellei che prosegue: “Abbiamo chiesto anche l’introduzione del marchio “No Slot” e di forme di premialità per i locali che faranno a meno di Vlt e slot machines”. D’altronde, nel 2016 a San benedetto sono state 21 le persone prese in cura dal SerT (Servizio Tossicodipendenze), 25 assistite dalla Cooperativa Ama Aquilone e altre 7 dall‘Associazione Favonius, “un totale di 53 giocatori d’azzardo patologici in cura nella nostra città che però rappresentano solo la punta dell’iceberg” chiosa ancora Sanguigni.

PROGETTO PILOTA? “Un’iniziativa trasversale” dunque “e tesa a ridare dignità all’uomo” come la definisce Marco Curzi anche se, gli stessi consiglieri sono ben consci che assieme a San Benedetto devono muoversi anche i comuni limitrofi. “Il nostro deve essere un progetto pilota per un discorso più ampio, perché se noi andiamo avanti con la limitazione del gioco e poi a Grottammare aprono 10 sale slot siamo di nuovo punto a capo” fa notare infatti l’azzurro Valerio Pignotti.

MENO SLOT PIÙ BILIARDINI.“Il nodo più difficile però sarà sensibilizzare bar e gestori di locali che in molti casi sopravvivono proprio attraverso gli introiti delle macchinette” spiega invece Mario Ballatore aprendo anche uno dei fronti che verranno messi sul piatto con questa mozione ovvero un “percorso informativo di prevenzione rivolto a giovani e anziani” si legge nello stesso testo della mozione e che inevitabilmente potrebbe portare a tirare dentro gli stessi gestori, fattori determinanti del rapporto. In ogni caso i consiglieri ci tengono a ribadire che non sarà una guerra ai locali possessori di slot: “Non siamo contro il gioco ma siamo contro le dipendenze” spiega Tonino Capriotti “e magari si potrebbe pensare a un riconoscimento da parte del Comune ai bar che al posto delle slot installano biliardini” chiosa simpaticamente il consigliere.

VERSO UN REGOLAMENTO. Tutti gli accorgimenti e i target fissati nell’atto che i consiglieri presenteranno, saranno finalizzati a quello che è l’obiettivo ultimo del percorso politico varato oggi, ovvero l’introduzione di un vero e proprio regolamento comunale che raccolga in sé le recenti autonomie che la legge regionale pone in capo ai comuni, dall’istituzione di orari per l’accensione delle slot, ai divieti di ubicazione nei pressi delle scuole o altri luoghi sensibili come già accennato passando inoltre per l’istituzione di un registro pubblico degli esercizi che forniscono strumenti di gioco.