SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E così, niente. Già detto addio al selvaggio furore dei cavalli, da cui il nome, mai perduto, di Galoppatoio, l’area incuneata tra il porto e il lungomare ora sarà recuperata per attività agricole. Il luogo, probabilmente, a più alta potenzialità turistica di San Benedetto, non potendo ospitare infatti per l’estate 2017 il Luna Park, come nelle intenzioni dell’Amministrazione Comunale, secondo le ultime indiscrezioni sarà riconvertito a coltivazione di patate.

Niente calcinculo e autoscontro; niente festival argentino; niente concerti rock (ops, Maremoto è stato già cancellato!). Niente balera per anziani, orsù? Niente, neppure, vecchi tornei di calcio tra ragazzini, i gloriosi, un tempo, “Madonna della Marina”. Invece sì, un’area rurale con vista marina, tra gabbiani, iodio e brezza da mane a sera. Coltivazione assolutamente biologica, senza attrezzature meccaniche che potrebbero, con i loro neri vapori, recare nocumento ai passeggiatori del Molo Sud (con vento di scirocco) e del lungomare e della spiaggia (con l’abitudinario vento da maestro).

Quindi zappe, vanghe, schiene curve. Consigliato l’esperimento delle patate, da cui potrebbe nascere una specie autoctona prelibata, nutrendosi il tubero di un clima inedito, marino in superficie e ultramarino sottoterra, dove le nervature salmastre potrebbero, dal mare, insaporire il tubero al contatto del palato. Una splendida occasione per unire all’agricoltura anche la tipicità e rilanciare l’occupazione di ‘na vota.

Senza dimenticare la possibilità di percorsi enogastronomici mare&monti&salute: già li vediamo, i turisti che dalla spiaggia, a nuoto, superando le colonne d’Albula, salgono le bianche scogliere vicine alla statua del Pescatore e quindi, sfiancati, giungono all’ex Galoppatoio, finalmente rinominato in Galoppatoio Chips Forever, e qui assaggiano patate al forno o fritte cucinate, nella vicina casetta di Mare ‘Bbunazze, dagli stessi agricoltori marini (senza scopo di lucro, naturalmente). Da qui sarà uno scherzo recarsi in zona portuale, e magari allietarsi o in uno dei ristorantini della zona oppure imbarcarsi su un peschereccio turistico e subire l’ebbrezza del Deep Adriatic Sea.