Andrea Fedeli. Ho ascoltato con molta attenzione le parole dette mercoledì in conferenza stampa dall’amministratore delegato della Samb nonché figlio del patron, Andrea Fedeli. Dopo la prima intervista che rilasciò a Riviera Oggi al suo arrivo a San Benedetto mi sono dedicato molto poco a lui e al lavoro che stava svolgendo, anche se avevo già la sensazione che fosse un buon conoscitore di calcio.
In seguito la personalità straripante del suo papà mi ha portato, sbagliando, a ritenerlo quasi un mero esecutore del volere paterno. Anche se spesso il presidente mi diceva che Andrea sa il fatto suo e che ha carta bianca in tutto. Colpa mia perché è sbagliato fermarsi alle sensazioni che vanno, invece, sempre approfondite.

Gli chiedo scusa perché nel suo lungo dialogare con la stampa di mercoledì pomeriggio ho scoperto una persona di una incredibile schiettezza, di zero ipocrisia e di una chiarezza rara da vedere nei dirigenti calcistici.

Per dirla breve, un uomo con le caratteristiche che piacciono a me. Tutti segnali di un personaggio che non ha scheletri nell’armadio, che non teme nessuno come le persone che hanno la coscienza a posto e non hanno bisogno di sentirsi acclamati, rispondendo sempre diplomaticamente agli interlocutori. Che siano giornalisti oppure no. Dice quello che pensa senza fronzoli e questa è una caratteristica che lo accomuna al suo papà con una differenza importante: all’istintività di Franco Fedeli antepone una serie di ragionamenti grazie ai quali, pur dicendo le stesse cose, le rende meno esplosive ma egualmente veraci e senza molte possibilità di controbatterle. Di solito accade il contrario tra padre e figlio ma non è detto che sia sbagliato.

Sono anche io un po’ come loro e, per l’apprezzamento istintivo che ho avuto per le parole di Andrea Fedeli, ho sentito l’obbligo di metterlo nero su bianco senza il timore di essere tacciato per ‘ruffiano’ o difensore a prescindere dell’attuale società rossoblu. Semplicemente perché non è così e, chi mi conosce, lo sa molto bene.