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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una volta un pareggio fuori casa veniva considerato sempre e comunque un buon risultato, specialmente se conquistato contro una squadra in lotta per lo stesso obiettivo: i play off nel caso di Sambenedettese e Feralpisalò.
Alcuni tifosi rossoblu invece l’hanno, nei loro commenti, considerato come una sconfitta. Dimenticando magari che, per esempio, i pareggi casalinghi con Modena, Albinoleffe e Parma o le sconfitte interne con Ancona, Maceratese e Forlì non arrivarono grazie a belle prestazioni delle squadre ospiti. Nei sei incontri citati si sono verificati episodi tutti favorevoli alle squadre avversarie che hanno tolto alla Samb ben 15 punti, dei quali almeno 10 i rossoblu li avrebbero meritato sul campo.
Dopo Salò, ma accadde anche dopo l’1 a 1 di Mantova, le brutte prestazioni sono state considerate una specie di cataclisma.
È vero che gli sportivi sambenedettesi per via della loro storia hanno il palato fine, in questi casi però appare deleterio per due motivi:
1-quelli che stanno ‘sputando’ sopra il pareggio con la Feralpi sono gli stessi che più di una volta si sono espressi così: “questa squadra è già un miracolo se si salva“: una contraddizione evidente. Sbaglio?
2-Non può non esserci malafede tra tifosi che, con una squadra settima in classifica (ad otto gare dal termine e non a inizio campionato!) dietro a società che si stanno giocando tutto sulla promozione in serie B (Venezia e Parma), a Padova e Reggiana che hanno blasone e stadi da serie A, ad un Pordenone che due anni fa pagò 500 mila euro a fondo perduto per salire in Lega Pro dove sta allestendo ‘rose’ milionarie. L’unico al quale non mi piace stare sotto è il Gubbio anche se gli umbri stavano in serie B qualche anno fa. Ma non è detto che la Samb non possa superarlo, visti i soli due punti di distacco. Se ci riuscirà il merito sarà di tutti, visto che a conti fatti per quest’anno sarebbe il miglior risultato possibile. Società, Palladini, Sanderra ma ci metterei anche Federico e Diomede hanno dato il meglio di loro stessi. Oltre i giocatori in campo naturalmente. Se c’è poi qualcuno tra i nostri lettori che non ha fatto mai errori, alzi la mano che tutti insieme gli diciamo “Bravo”.