SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Aumentano le antenne per la telefonia mobile nel Comune di San Benedetto del Tronto. Anche se non è detto che ciò significhi un aumento dell’impatto dell’inquinamento elettromagnetico. Questo è emerso durante la Commissione Lavori Pubblici e Urbanistica che si è tenuta nella sera del 16 marzo e che ha visto la presenza anche del tecnico Matteo Citti dell’azienda Polab di Pisa che sta redigendo il Piano Antenne, e del responsabile del procedimento Marco Cicchi.

Piano che il Comune di San Benedetto ha già approvato negli anni scorsi, come solo il 10% dei comuni marchigiani. Ad ogni modo attualmente sono presenti 39 antenne per la telefonia mobile, ma saranno rilasciate richieste per altre 12. Anche se le richieste sono anche superiori.

La Tim ha 8 antenne e ne richiede altre due (Palariviera e Ospedale); la Vodafone ne ha 15 (di cui tre per la copertura dei tunnel autostradali) e ne chiede altre 12 (ad esempio Palariviera, area Cimitero, stazione di servizio zona Sud Sbt, rotatoria via Pasubio); Wind 1o e ne chiede altri 3 (un impianto con microcellula in un proprio negozio in via XX Settembre, Palariviera e Ospedale).

A questi si aggiungono altre richieste di operatori del traffico dati come Linkem (due, Palariviera e Municipio) e Go Internet (tre, Palariviera, parcheggio stadio e Hotel Calabresi).

Il Piano di organizzazione degli impianti di telefonia mobile, giunto al terzo passaggio, verrà poi definitivamente approvato il prossimo 25 marzo in Consiglio Comunale. L’assessore al Bilancio Traini ha affermato che “ci poniamo l’obiettivo di riadattare questo piano nei limiti di quello che possiamo fare perché la normativa nazionale è sbilanciata a favore delle compagnie telefoniche: il nostro obiettivo è ridurre l’inquinamento visivo ed elettromagnetico. La Regione Marche sta redigendo una nuova legge regionale, noi abbiamo recepito qualche aspetto ma non possiamo aspettare maggio perché alcuni gestori l’hanno chiesto da un anno e mezzo, tuttavia c’è il rischio che vi siano dei ricorsi a carico del Comune”.

Matteo Cicchi della Polab ha aggiunto: “Si tratta di opere di urbanizzazione primaria, quindi il Comune non può limitare la realizzazione degli impianti, ma può dotarsi di un piano per regolare la loro realizzazione. In questi anni è cambiata la metodologia di rilevazione, diciamolo, a favore delle imprese di telefonia. Prima il limite dei 6 v/m era relativo a 6 minuti, adesso si misura nell’arco di 24 ore”.

Molte le domande dei consiglieri comunali presenti. Giorgio De Vecchis (“Orgoglio Sambenedettese”), il quale ha chiesto se l’aumento delle antenne comporti anche una diminuzione delle emissioni, al che Citti ha risposto “che c’è la possibilità che l’impatto venga spalmato su tutto il territorio”. Domenico Pellei (Udc) ha domandato a quanto ammontino gli introiti per le casse comunali delle nuove antenne; molto dipende dal tipo di contrattazione che si va ad aprire, ma ad esempio per l’antenna della rotatoria di Via Pasubio l’introito è di 9 mila euro annui.

Antimo Di Francesco (Pd) ha invece chiesto che venga allestito anche un programma di monitoraggio delle rilevazioni di emissioni elettromagnetiche, attraverso una cabina mobile che possa consentire di sapere in quali zone vi sia un eventuale rischio di superamento delle stesse.apportare un piano specifico per la rilevazione dell’inquinamento della centralina”.