SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo qualche giorno di pausa, è tornata la nostra rubrica dedicata ai tifosi “forestieri” della squadra rossoblu. Un vero successo date le continue e-mail che giungono in redazione.
E’ la volta di Sergio Cifarelli: milanese di 46 anni ma con il cuore appartenente alla Sambenedettese.
“La squadra al Nord è molto conosciuta, più di quanto si possa pensare. Anni fa andai a lavorare in un’azienda e incontrai una persona che mi disse che da bambino, rimasto colpito dal nome Sambenedettese, scrisse una bella lettera alla società di allora e in cambio ricevette un gagliardetto rossoblu. Naturalmente è diventato un tifoso” afferma Sergio Cifarelli a Riviera Oggi.
Perché ti sei innamorato della Samb?
“Ho fin da bambino un legame grande con la città e la squadra. Mia madre era originaria di San Benedetto e spesso sono sceso in vacanza in Riviera. La passione per la Samb si respira ovunque e non puoi rimanere indifferente. E’ stato amore a prima vista, duraturo nonostante la distanza”.
Infatti, annualmente, fai l’abbonamento in Curva Nord nonostante puoi vedere solo una manciata di partite al Riviera delle Palme.
“Esatto. E’ un piccolo sacrificio economico che posso fare e lo faccio volentieri. Cerco di venire a San Benedetto facendo coincidere le partite casalinghe. In estate ma anche durante la stagione calcistica così posso assistere a qualche gara. Sono pazzo? No, semplicemente innamorato. Sto cercando di tramandare la mia fede anche a mio figlio Mattia”.
Inoltre segui i rossoblu anche in trasferta.
“Certo. Nel Nord Italia ho seguito molte volte la squadra. In serie B e in serie C. Quest’anno è stato un pò complicato ma vorrei andare a Bergamo per la partita contro l’Albinoleffe. Ricordo con affetto la mia prima trasferta: era il 1987 e andai con amici di Milano (ero riuscito a convincerli a venire) a vedere la Samb a Modena. Vincemmo 4 a 0 e fu un match strepitoso. Un’altra partita che porto nel cuore è quella contro la Pro Patria nel 2009 con la rete di Cammarata all’ultimo minuto. Anche in quel caso portai con me amici milanesi che non conoscevano la squadra e rimasero colpiti dal nostro passionale tifo. Ero anche a Lumezzane alla sfida di andata dei Play-Out 2005/06 e al ritorno a San Benedetto nel mitico 4 a 0 che ci permise di rimanere in serie C1. Una vera festa date le difficoltà di quella stagione”.
Ci sono stati, purtroppo, anche momenti duri.
“Inevitabile ripensare a Lecco nel 2009 (n.d.r., retrocessione in C2 dopo i Play-Out). Pure io c’ero e fu una grande delusione. Però, da tifoso, posso ‘accettare’ le sconfitte sul campo. Fanno molto più male i fallimenti societari, specie quello del 2013 dopo aver vinto la serie D. Adesso con Fedeli c’è stabilità societaria per fortuna ma voglio ringraziare anche Moneti perché, a mio parere, si è comportato bene: ha preso una squadra allo sbando e quando ha capito di non poter più investire l’ha ceduta a una persona di fiducia”.
Come giudichi il cammino attuale della Sambenedettese?
“Da esterno, non capisco tutte le polemiche dell’ultimo periodo. Stiamo facendo un bel campionato e non era previsto. Certo, il presidente a volte potrebbe gettare acqua sul fuoco invece che la benzina, certe questioni devono essere risolte nelle mura degli spogliatoi e non davanti ai giornalisti. Però stiamo facendo un grande torneo e ai Play-Off potrebbe succedere di tutto. Capisco che i tifosi siano arrabbiati per il il mancato rinnovo di Mancuso ma chi poteva prevedere un exploit del genere? Bisogna dare serenità all’ambiente, in tal modo si può puntare davvero in alto”.
Il tuo ricordo più bello legato alla Samb?
“Le partite al Ballarin. Andavo con mio zio e spesso ci concedevamo una passeggiata al porto data la vicinanza dell’impianto. E’ un peccato vederlo abbandonato. Vorrei che diventasse un’area destinata alla città, magari mantenendo i gradoni della Curva Sud come testimonianza della gloriosa squadra. Hanno giocato lì mostri sacri come Francesco Chimenti. Spero che un giorno si possa fare”.
Tifi Samb anche se non sei originario di San Benedetto? Hai un amico o conoscente ‘forestiero’ che ha una grande passione per i rossoblu? Scrivi a info@rivieraoggi.it e lascia la tua/sua testimonianza d’affetto per la Sambenedettese.
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Bellissima testimonianza e bellissimo esempio. Fare l’abbonamento a prescindere dalle partite che si vedono è un atto di amore straordinario.
“Da tifoso posso accettare le sconfitte sul campo” Prendo in prestito questo concetto per sottolineare un cattivo esempio di giornalismo sportivo. Il fatto. Il calciatore Fossati dice che gli ex tifosi dell’ ascoli gli fanno abbastanza schifo perchè lo incolpano della retrocessione dalla B alla C di qualche hanno fa. Frase sicuramente infelice, ma è più grave che un giornalista del carlino da contro al giocatore ricordando il rigore sbagliato e l’espulsione l’ultima partita a cittadella continuando a fomentare odio. Perdere sul campo ci sta, può succedere, fomentare odio per un intero campionato sbagliato no. UN giornalista che si toglie… Leggi il resto »
A volte anche i giornalisti sbagliano, eccesso di zelo e “tifo” e trovo giusto il suo ragionamento. E’ una cosa che succede ovunque, in tutta Italia e Europa anche nei principali giornali sportivi. Sono “fortunato” a non seguire giornalisticamente il Milan perché forse (lo ammetto) avrei fatto di peggio dopo l’ultima gara con la Juve. Condivido comunque il suo ragionamento, lo ripeto. Resta comunque ancora più grave, a mio parere, l’affermazione di Fossati (“li schifo abbastanza”) perché così fomenta non solo il giornalismo ma pure tutto il “popolo”. Anche San Benedetto si ribellerebbe a un’affermazione così dura, espressa da qualsiasi… Leggi il resto »
Col Sassuolo cosa avrebbe scritto da tifoso milanista? E Fossati da oggi sarà il mio idolo lo voglio capitano della Samb il prossimo anno ahahah
Touchè ;) ! (ripeto, per “fortuna” non mi occupo del Milan!!!)
Ok per la deontologia professionale tanto poi l ‘ascoli é stato ripescato credo come tante altre volte ……
Un giornalista è prima giornalista e poi tifoso. Se un ultras e un giornalista ragionano uguale vado al bar dello sport a sentire i commenti invece di leggere il giornale.
Certamente, ha ragione
Grande esempio !