SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Presentata la sintesi delle linee guida per il piano quadriennale sulla riserva naturale Sentina.  Parla Ruggiero Latini: ” Sottovalutate posizione, valenza ambientale e offerta turistica. Sfida non facile, anzi difficile trovare finanziamenti“. “La Regione non ha soldi per gli investimenti – prosegue il presidente della riserva- fornisce solo  esigui fondi tramite il gestore che è il Comune”. Diventano quindi essenziali ricerca e uso sapienti e creativi delle risorse.

Per gli investimenti sul patrimonio ambientale è prevista la conclusione del centro visite e l’aula didattica nell’annesso sud della Torre sul porto. La stessa struttura si prepara all’ambizioso progetto di restauro conservativo e adeguamento strutturale.  Il risultato sperato è l’uso per attività del Piano di gestione, cioè attività culturali, educazione e divulgazione ambientale. “La gestione della struttura è affidata ad Acea – spiega Latini – sotto la direzione sapiente del professor Marcucci”. Problema grave resta l’erosione costiera che viene risolto a nord dalle scogliere e a sud dal porto di Martinsicuro. “Una buona soluzione che abbiamo trovato assieme a professori universitari del territorio – spiega Latini – è recuperare i sedimenti del Tronto per posarli come ripascimento sulla battigia della Sentina“. In questo modo, sperano gli addetti ai lavori, si riuscirebbe ad efficientare la portata del fiume e si troverebbe una soluzione non più emergenziale ma di medio termine al problema erosivo. La doccia fredda è arrivata dopo una lettera spedita da Latini e Piunti a Regione, autorità di bacino e Sciapichetti, durante un incontro con lo stesso assessore e la Casini: zero fondi regionali disponibili. Resta quindi di primaria importanza il reperimento di risorse economiche in modo rapido ed efficace: “Non voglio trovarmi come ad Amatrice” confessa il presidente della riserva. Come a dire che poter constatare una disgrazia costa molto più che evitarla. Il progetto intende anche migliorare il collegamento ciclabile della Riserva, anche in vista della realizzazione del ponte ciclo pedonale sul Tronto.

L’ambito scientifico resta base per la corretta gestione delle risorse naturali. Si prosegue sul percorso già tracciato di un’eccellenza a livello regionale. Previsto l’aggiornamento delle cartografie necessario per l’accreditamento per beneficiare di contributi Ue. Per reintrodurre le tartarughe palustri che oltre ad essere tipiche della zona costituiscono un parametro ambientale, in programma la realizzazione di un laghetto vicino alla Torre sul porto. Concluso anche un accordo triennale con la Lipu, primo nelle Marche, per dare migliore regolarità a catture e rilasci.

Nella pianificazione territoriale una novità importante illustrata da Sergio Trevisani: l’ampliamento a mare per un terzo di miglio del sito Natura 2000 presente solo sulla porzione terrestre. Nella sostanza verrebbe ingrandito il sito di interesse comunitario. Nei monitoraggi, la conservazione delle specie e i ripristini ambientali fondamentale è la cooperazione con le Università del territorio e i Flag.

Le linee strategiche hanno l’obiettivo della difesa della costa tramite un protocollo d’intesa tra i principali soggetti competenti tra cui la Regione Marche. In programma un focus sulla zona agricola della riserva. Importante la collaborazione con il Comune di Ascoli, proprietario di un vasto appezzamento e con privati. Diventa invece determinante un cambiamento di ottica del depuratore consortile. Da problema deve diventare un’opportunità. Il ciclo aperto dell’acqua comporta che la massa “immensa di acqua ripulita”, come la definisce il presidente, vada “disperso in mare. “Obiettivo è mettere in atto le buone pratiche dell’uso a scopo agricolo industriale e civile“. Approfondisce il tema anche Andrea Traini: “Se non partiamo dalle risorse naturali non abbiamo futuro”. “Spesso – prosegue l’assessore con delega all’ambiente –  è solo una questione di organizzazione, si possono realizzare progetti senza grandi dispendi economici”.