ROMA –  Si è svolto nel pomeriggio di giovedì 9 marzo, presso la sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole e della Pesca Produttiva, un incontro tra il Direttore Riccardo Rigillo convocato dall’Assessorato alla Pesca della Regione Marche con l’Assessore alla Pesca della Regione Abruzzo, l’assessorato alla Pesca della Regione Molise e gli armatori aderenti al contratto di  rete “Ma.Mol.Ab” che racchiude oltre 250 delle imprese di pesca di Marche, Abruzzo e Molise.

Si è trattata di un’ultima tappa di un importante percorso condiviso tra gli armatori e gli Assessorati Regionali di Marche, Abruzzo e Molise che ha portato alla elaborazione di un dossier contenente sette schede relative ad altrettanti attuali problemi emersi per la pesca nei compartimenti marittimi di riferimento Mamolab. Gli armatori presenti hanno espresso vivo ringraziamento ai tre Assessorati alla pesca di Marche, Abruzzo e Molise per aver intrapreso tale percorso di dialogo e di concertazione.

Tra i temi trattati nel dossier vi sono:

1) Per la Legge 154: la richiesta di applicazione dell’Art.90 del Reg. Comunitario 1224/2009

2) Per la Fossa di Pomo: la richiesta di istituire un tavolo tecnico “ad hoc” per studiare una migliore soluzione per una gestione dell’attività di pesca ecosostenibile all’interno dell’area, anche in accordo con lo stato croato;

3) Tracciabilità ed etichettatura del pescato: la richiesta di rivedere le modalità di applicazione delle normative in riferimento alle fase di prima pesatura ed etichettature;

4) la possibilità di adottare un Piano Locale di Gestione per il pesce azzurro in Marche, Abruzzo e Molise;

5) Distretto del Medio Adriatico: invito alla costituzione di tale strumento di governance mediante un approccio che dal basso coinvolga direttamente tutte le imprese;

6) Per Decreto Arresto Definitivo: possibilità di detrazione del debito pubblico dell’impresa dal premio di arresto;

Il Direttore Riccardo Rigillo ha espresso “vivo apprezzamento”, insieme ai suoi tecnici ministeriali, “per la metodologia di lavoro intrapresa da Mamolab insieme agli assessorati regionali” tanto da condividere la necessità di ristabilire un tavolo di condivisione generale sulle varie problematiche della pesca in Italia, oltre la possibilità di prevedere tavoli specifici lì dove il problema sia circoscritto ad una determinata area geografica.

Una risultato più che soddisfacente per le imprese di Mamolab che hanno siglato un contratto di rete condiviso solo lo scorso 21 settembre 2015 e che in 18 mesi ha portato alla condivisione di un percorso congiunto e dialogo costruttivo tra la base produttiva e le istituzioni locali che sta dando i suoi frutti. Ciò è inoltre testimoniato dalle ultime richieste pervenute da associazioni e cooperative di pesca locali che intendono condividere il contratto di rete Mamolab che resta aperto a tutte le realtà, auspicando un’adesione sempre maggiore.  

“Ciò conferma la necessità di affiancare tale azione alle importanti manifestazioni di protesta svolte negli ultimi giorni che giustamente evidenziano uno stato di crisi del settore della pesca, manifestando l’insoddisfazione per un sistema di gestione attuale della pesca nazionale che necessita di un radicale cambiamento” ha affermato il presidente della Mamolab, Basso Cannarso.