SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “La tragedia dell’A14 si sarebbe forse potuta evitare se le amministrazioni competenti, il Ministero dei Trasporti e i giudici amministrativi avessero accolto le richieste del Codacons”. E’ il clamoroso contenuto di un comunicato dell’associazione dei consumatori, che oggi divulga alcuni documenti che riguardano appunto la sicurezza dei cavalcavia autostradali.
Nell’estate del 2012 il Codacons sostiene di aver presentato una formale diffida al Ministero dei Trasporti, chiedendo, si legge dal comunicato, “Di voler utilizzare ogni strumento per stimolare gli enti proprietari delle strade sovrappassanti ad adoperarsi per controllare e verificare la sicurezza delle strutture di protezione installate su ponti e cavalcavia delle autostrade e delle strade sopraelevate”. L’associazione, continuando a sfogliare il comunicato, voleva che si accertasse “l’effettiva capacità contenitiva ed il livello di sicurezza a tutela degli utenti delle strade, verificando altresì se il piano viario sovrastante i cavalcavia e le strutture come le barriere rispondessero alla normativa”.
Queste richieste “non vennero accolte” fa sapere oggi il Codacons che nel 2013 ha fatto anche ricorso al Tar del Lazio contro il Ministero delle Infrastrutture raccontando di aver chiesto al tribunale “ di acquisire in via di giudizio relazioni, ispezioni e tutti gli ulteriori ed eventuali atti di vigilanza e controllo effettuati da Ministero ed enti territorialmente competenti”.
“I giudici del Tar rigettarono l’istanza dell’associazione, sostenendo che nel caso di specie, non essendo richiesta l’adozione di specifica attività provvedimentale ma la mera attivazione di poteri di vigilanza al fine di stimolare enti terzi ad attivare a loro volta attività di vigilanza e controllo, il ricorso si palesava inammissibile” fa sapere oggi l’associazione dei consumatori che il ricorso l’ha perso anche dinanzi al Consiglio di Stato.
Dopo queste vicende dunque. la tragedia di ieri fa tornare tremendamente d’attualità l’intera storia e dallo stesso Codacons pervengono a queste conclusioni: ”Per i giudici italiani, in sostanza, non esiste in capo alla Pubblica Amministrazione. alcun dovere di intervenire sulla sicurezza di ponti e cavalcavia a seguito di formale richiesta degli utenti, perché non si configura un obbligo in tal senso” spiega il presidente Carlo Rienzi che prosegue: “Rimane ora l’amarezza per le vittime dell’A14 e il forte dubbio che, se il Ministero dei Traporti avesse accolto le nostre richieste, forse questa tragedia si sarebbe potuta evitare”.
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In pratica il Codacons fa un ricorso al TAR per richiedere la sicurezza dei parapetti dei ponti sovrastanti l’autostrada. Poi cade un ponte in costruzione ed il Codacons afferma “io lo avevo detto”.
A me pare solo l’ennesimo atto di sciacallaggio sulle tragedie da parte di un ente inutile ma che vuole dimostrare la propria utilità.
Infatti…
La tragedia è avvenuta proprio in un ponte su cui si era intervenuti…
Sono passato sotto del ponte migliaia di volte, come molti di noi.
Non è più tollerabile che negli anni della sicurezza assoluta,
della videosorveglianza obbligatoria e dei pedaggi più cari d’europa,
crolla un ponte come in un paese del terzo mondo.
Più che altro bisogna rendersi cono che non esiste la sicurezza assoluta.
Esiste solo il principio che qualcuno deve restare col cerino in mano, in un mondo in cui in tutti i campi si cerca di evitare il più possibile di prendersi responsabilità