DAL SETTIMANALE IN EDICOLA. Il mondo è veramente strano, la politica poi. Stavolta mi riferisco al caso delle Frecce Bianche che rappresentano un vero ed evidente torto per le popolazioni di territori importanti, oltre che martoriati da un fenomeno devastante come il terremoto. Sisma che ha lasciato indenni le varie riviere, super affollate da… sfollati, e sicure da sempre fino a prova contraria, mentre sta azzerando l’economia, e non solo, delle zone collinari e di montagna.
Sarebbero necessari provvedimenti straordinari che la Regione Marche e lo Stato italiano dovrebbero prendere di loro iniziativa per non far morire l’ovest di Civitanova Marche, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto, Giulianova (solo per citare le città costiere con maggior numero di abitanti).

Invece lo Stato è in perenne… stato di stand by, la Regione Marche fa orecchie da mercante con presidente (di Pesaro) e vice presidente (di Ascoli). Comprensibile Ceriscioli, la Casini proprio no. Addirittura un rappresentante regionale, Fabio Urbinati  del Pd (senza nessun rispetto per il popolo che lo ha eletto ed ora arrabbiatissimo per un torto evidente) rema contro dicendo che il Piceno è ben servito da Trenitalia e quindi non ha bisogno di altre fermate (Ceriscioli se la ride e una pacca sulle spalle non mancherà di dargliela, appena lo vede).
Il buon Peppino Giorgini di Cinque Stelle è meno colpevole perché si sta impegnando su più fronti (vedi sanità e altre ingiustizie) “Sono solo e non posso arrivare a tutto”. È vero e oltretutto lui non dice che lo stato maggiore della Regione Marche ha simpatia per il nostro territorio e si sta impegnando per i tanti problemi che assillano il bacino di sua pertinenza politica.

L’unico che sta provando a smuovere le acque è il consigliere regionale eletto in Ascoli, Piero Celani di Forza Italia, per il quale il mio unico dubbio (credo fondato) sia quello che la sua sia una ‘rabbia’ di convenienza visto che in Italia le varie opposizioni diventano sagge e dimostrano di essere lucide sui problemi veri per poi dimenticarsene (per incapacità o convenienza opposta) quando il potere è nelle loro mani.

Insomma noi poveri italiani siamo messi proprio male. Ciononostante continuiamo a dare fiducia a persone non all’altezza, senza un benché minimo ragionamento o consapevolezza. Basta una promessa, basta che una persona trovi la lobby buona (mi dispiace moltissimo che anche alcune componenti della chiesa ci cadono ripetutamente) e il posto al sole è bello che conquistato. Posto al sole che, appena eletto, si rivela… all’ombra.

Perché tutto il grave problema appena esposto lo riduco a 4-5 fermate di un treno, una o poco più cadauno, nel Piceno, nel Fermano, nel Maceratese, nel Teramano? Perché è all’origine di carenze che la mancanza di collegamenti scatena… a catena.
E perché sono i cittadini delle Marche sud che, avendo preso coscienza del torto che subiscono, si stanno organizzando per proteste civili che noi riteniamo legittime.

Un problema che, come ha detto la settimana scorsa il sindaco di Comunanza, Cesaroni, si associa alla viabilità assurda tra le varie località collinari, montane e il mare. A parte la superstrada Ascoli-San Benedetto, per un abitante di quelle zone arrivare in Riviera diventa una vera odissea. Ci riferiamo in particolare al Piceno e al Fermano.

Insomma la situazione è vergognosa e siamo a ridosso di un estate che, per problemi contingenti, potrebbe aggravare un declino della Riviera delle Palme che, specialmente a San Benedetto del Tronto, è stato causato dall’inerzia delle Amministrazioni dell’ultimo decennio. Situazione aggravata da rappresentanti a Palazzo Raffaello di scarsissimo peso.
Svegliameci”, urlava in sambenedettese allo stadio Ballarin un tifoso della Samb quando le  cose andavano male. Un grido vano che abbiamo spesso ripetuto alla città, visto che i cittadini, e principalmente i politici di riferimento, hanno continuato a dormire.
Ora si intravvedono segni di risveglio e il compito dei media deve essere quello di supportarlo e non di far finta di niente per motivi comprensibili ma, nello stesso tempo, non giustificabili.