SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’estate 2017 rischia di essere disastrosa per il turismo piceno e delle Marche meridionali. Il motivo ovviamente risale alle scosse di terremoto che hanno riguardato l’area appenninica delle province di Ascoli, Fermo e Macerata, le quali, abbinate abbinate ad alcune decisioni amministrative conseguenti all’emergenza, possono provocare il famoso danno oltre la beffa. Specie se non verranno presto adottate le misure più opportune.

Già a partire dall’evento sismico del 24 agosto 2016 e ancor di più dopo il 30 ottobre, migliaia di persone hanno trovato alloggio negli alberghi della costa marchigiana. Tutt’ora la Regione Marche conferma che ci sono 5 mila persone che potrebbero restare negli alberghi fino al 31 dicembre.

In queste ultime settimane abbiamo avuto modo di parlare con diversi operatori turistici dell’entroterra piceno, così come con albergatori della costa e anche persone ospitate negli alberghi. Non possiamo ritenere di avere un quadro completo della situazione, ma gli indizi sono comunque univoci.

TURISMO INTERNO Qui abbiamo sentore di un grave problema: hotel, bed & breakfast, country house, e affittacamere stanno già registrando un vistoso calo delle presenze. Famiglie abituate a trascorrere le vacanze natalizie nel Piceno quest’anno hanno disdetto l’abituale prenotazione; sono pochissime inoltre le prenotazioni per la prossima stagione. Qualcuno ci ha detto che a queste condizioni sarebbe meglio chiudere. Inoltre, considerando la situazione seguente al sisma, non è stata intrapresa alcuna promozione. Tutto ciò coinvolge non solo l’area montana, quella interessata direttamente dal sisma, ma tutta la fascia collinare, fino ad Acquaviva e Monteprandone, che pure si trovano a ridosso del mare e non hanno ovviamente registrato alcun danno. Però rientrano, nell’immaginario collettivo, nella fascia collinare marchigiana colpita dal sisma.

TURISMO DELLA COSTA Durante la trasmissione Radio Anch’io alla quale RivieraOggi.it ha avuto modo di partecipare, alcune delle persone ospitate all’hotel Relax ci hanno confidato: “Qui siamo trattati benissimo, ma non vogliamo restare anche ad agosto. Sappiamo che danneggeremmo chi oggi ci sta aiutando, e non vogliamo”. Tuttavia le casette ed eventuali abitazioni private reperite dalla Regione Marche, come confermato ieri da Ceriscioli e Pieroni, non basterebbero ad accogliere tutti coloro che si trovano negli hotel. Il rischio è che la stagione turistica, già in difficoltà per le conseguenze del sisma (anche se gli operatori affermano che si stanno avendo buoni riscontri), subisca una compressione ulteriore per la riduzione dei posti letto.

Certamente la priorità va a chi deve ricevere ospitalità in una situazione di emergenza, e questa è anche la posizione degli albergatori.

PERO’ Non bisogna nascondere che se il turismo dell’entroterra rischia l’azzeramento e quello della costa una compressione, verrebbe a mancare una spinta decisiva in una economia già sofferente per la crisi economica e praticamente stesa dal terremoto. Con l’agricoltura in difficoltà, l’artigianato dimezzato nelle aree montane e il commercio in forte contrazione, se anche il turismo dovesse subire un contraccolpo forte per l’economia marchigiana si tratterebbe davvero dell’anno zero. Insomma: servirebbe un piano eccezionale per le imprese e l’occupazione, invece ci ritroviamo pure la beffa di una ulteriore contrazione esterna.

UNA SOLUZIONE? Ci è stata suggerita da alcuni operatori economici dell’entroterra, le cui strutture sono del tutto sicure dal punto di vista anti-sismico. Spostare nelle colline picene e anche nella zona montana, nelle strutture sicure, le persone adesso ospitate sulla costa. Questo garantirebbe un aiuto economico ad un’area a rischio di depressione economica, e libererebbe spazio per il turismo sulla costa.

NON SONO PACCHI Le persone che sono ospitate sulla costa non sono delle cose da spostare dove conviene. Questo è il passaggio fondamentale. Qualsiasi decisione deve coinvolgerli ed essere attuata con il loro consenso e quello degli imprenditori, cercando inoltre di mantenere la vicinanza e le relazioni sociali instaurate anche in questi ultimi mesi.

Senza contare che gli stessi operatori turistici gridano la loro voglia di coinvolgimento. Un esempio lampante è la video intervista di Riviera Oggi a Luciano Pompili presidente della Federalberghi della Provincia di Ascoli che assieme al coinvolgimento, alla Regione Marche, rimprovera una certa “inesperienza“.

Agli hotel del nostro territorio sarebbe infatti stata mandata una mail dall’ente con un semplice quesito: “Siete disponibili a tenere i terremotati fino al 31 dicembre, Sì o No?” . Inutile rimarcare come in molti quindi, da una parte e dell’altra, dagli sfollati agli albergatori, fanno trasparire un comprensibile bisogno di scelte tanto decise quanto competenti e in questo senso la Regione Marche non sembra rassicurare nessuno in questo momento.