SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dopo la denuncia partita dalle pagine di Riviera Oggi, in questi giorni San Benedetto sembra particolarmente sveglia sul tema dei Frecciabianca, che fermano soltanto due volte al giorno in città (verso Nord, altre 2 verso Sud). Contro le 25 fermate, in tandem e ogni giorno, ad Ancona e Pesaro. Una petizione online ha sfondato il muro delle tremila adesioni e il passaparola sul web ha assunto quasi i contorni della viralità mentre in molti si interrogano sulle responsabilità della situazione: “Colpa della politica o si tratta di una semplice scelta aziendale di Trenitalia?”.

Una risposta la abbiamo. E risale a tre anni fa. Il 13 gennaio 2014 la sambenedettese Vincenza Poliandri invia per e-mail un reclamo a Trenitalia “per cercare di capire come mai pochissime Frecce si fermano a San Benedetto del Tronto” leggiamo. La cittadina, che ha infatti inoltrato alla nostra redazione la corrispondenza con il servizio “Customer Care” delle ferrovie, quel giorno scriveva: “Da Bologna si fermano solo due frecce (alle 17 e 42 e alle 19 e 42) e con partenza da San Benedetto altre due (6 e 40 e 8 e 40). Invece in Emilia Romagna ci sono molte più fermate, anche ravvicinate fra loro (Faenza, Forlì, Cesena, Rimini)” sottolineava Vincenza che infine dipinge a Trenitalia la situazione della tratta Adriatica:”Fra Ancona e Pescara non ci sono più fermate eppure fra Rimini e Pesaro ci sono solo 38 chilometri, fra Pesaro e Ancona 55 chilometri mentre fra Ancona e Pescara ben 174″.

A Vincenza, Trenitalia risponde tramite l’addetta Paola Negri della divisione “Customer Care e Servizi di Sala Operativa”. E lo fa in questi termini che vi proponiamo in versione integrale:

“Gentile sig.ra
In risposta al suo reclamo del 13/1/2014, riteniamo utile fornirle le seguenti informazioni di carattere generale.

Va preliminarmente sottolineato che i servizi ferroviari di media/lunga percorrenza si dividono in:

– Servizi a mercato, che – non essendo oggetto di alcun corrispettivo pubblico – sono effettuati a rischio di impresa e si sostengono solo con i ricavi da traffico: quindi, la relativa programmazione e le caratteristiche dell’offerta sono elaborate sulla base di valutazioni commerciali in linea con l’andamento della domanda. Rientrano tra i servizi a mercato le “Frecce” di Trenitalia (“Frecciarossa”, “Frecciargento” e “Frecciabianca”), nonché una quota ridotta di treni Intercity;

– Servizio Universale, comprendente quei treni di media e lunga percorrenza che, per poter essere effettuati, necessitano di un corrispettivo, definito nell’ambito di un Contratto di Servizio;

E’, pertanto, lo Stato (rappresentato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) che definisce, nell’ambito del Contratto di Servizio con Trenitalia e tenendo conto delle risorse economiche di cui dispone, la quantità e le caratteristiche dei collegamenti per la realizzazione di questa tipologia di servizio ,nonché le relazioni da servire, coprendo con appositi corrispettivi la differenza tra i ricavi da traffico ed i costi di produzione certificati; rientrano nel Servizio Universale i treni Notte, i treni internazionali e la maggior parte degli Intercity.

Con riguardo alla tratta di suo interesse, in particolare a San Benedetto del Tronto, il servizio prevede attualmente:

4 treni Frecciabianca
12 treni Intercity (cioè tutti quelli che passano da tale località)
2 treni Intercity periodici

Precisiamo inoltre che a Faenza, Forlì e Cesena fermano 6 treni Frecciabianca, quindi solo 2 in più rispetto a San Benedetto, mentre Rimini, che è fermata del servizio Frecciabianca, presenta volumi di traffico decisamente superiori a San Benedetto.

Nella speranza di averle dato una risposta chiara ed esaustiva, ringraziandola per l’attenzione, le porgiamo distinti saluti.”

Con riguardo al mondo dei Frecciabianca dunque, Trenitalia sembra ricondurre le poche fermate di San Benedetto a una questione di traffico. Le entrate garantite dai passeggeri che salgono/scendono a San Benedetto non giustificherebbero sostanzialmente un aumento di fermate. Le ferrovie precisano poi a Vincenza che a Faenza, Forlì e Cesena fermano “solo” due frecce in più rispetto a San Benedetto mentre Rimini “ha volumi di traffico decisamente superiori” alla nostra città. Logiche di mercato, costi e ricavi insomma dietro alle giustificazioni che forniva la società. A noi però non basta e questi costi, ricavi e volumi di traffico vorremmo vederli. E a Trenitalia li chiederemo.