
DA ESPRESSO ROSSOBLU N. 1304
Vedendo la partita di oggi il ricordo è andato a tutte le volte che la Sambenedettese ha battuto tra le mura amiche squadroni che si trovavano in serie B soltanto per caso (Atalanta, Genoa, Sampdoria, Lazio ecc.) e pareggiato contro Milan e Torino. Oppure quando battemmo addirittura l’Inter per 2 a 0 (doppietta di Faccini) in una gara ufficiale di Coppa Italia.
Come poteva succedere? Certamente non affrontando quelle formazioni con uno spirito di superiorità o alla pari come è successo oggi. Puoi mettere anche sette difensori, ma se non affronti squadre tecnicamente superiori (il Venezia oggi lo è) con la corsa e con un agonismo esasperato non puoi che perdere e disonorevolmente come è capitato, senza lottare. In quelle partite, delle quali ho nitidi ricordi, quasi mai gli avversari arrivavano prima sulla palla perché i rossoblu di casa nostra moltiplicavano le forze e lottavano con il coltello tra i denti. A Pippo Inzaghi non è parso vero vedere la Samb triangolare come se i calciatori di casa fossero allo stesso livello dei suoi. Prima o poi i gol li prendi e la gara finisce irrimediabilmente.
A fine gara ho chiesto al tecnico rossoblu se questo affrontare un avversario così, oltre che capolista, fosse un limite, magari il suo, che lo ha portato a diversi insuccessi negli anni precedenti. Se l’è cavata dicendo che aveva messo cinque difensori proprio perché temeva la forza del Venezia.
Vero ma è servito soltanto per ritardare i gol degli ospiti che sono arrivati quando il Venezia ha deciso che non poteva aspettare e, sin dall’inizio della ripresa, ha giocato come il gatto con il topo con i rassegnati rossoblu. Lo stesso attaccare in massa su un calcio di punizione lasciando appena un uomo nella propria metà campo è un segno inequivocabile di quanto ho detto sopra.
Chi doveva dire di restare con più giocatori nella propria metà campo conoscendo la forza degli ospiti? È apparso a tutti ridicolo vedere sei giocatori della capolista catapultarsi nella nostra area con un solo difensore a fare da ‘muro’. Fosse stato l’ultimo minuto di gara (Vedi Forlì) lo avremmo anche capito ma dopo l’1 a 0 no.
Quello che serve adesso è ritrovare un autostima che tre sconfitte consecutive fanno perdere ma occorre farlo con l’umiltà e la voglia di combattere che non si è vista oggi.
Anche la formazione è sembrata poco adatta ma credo che l’esclusione di Sorrentino sia dovuta al problema di voler affrontare tutti gli avversari alla pari. Bernardo infatti è giocatore più tecnico ed esperto di Sorrentino ma sul piano della grinta, quella che serviva oggi, il ragazzo romano gli è sicuramente superiore. Speriamo che la lezione sia servita
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Direttore, tre partite, Forlì Parma e Venezia, con altrettante ingenuità difensive. Con il Parma squadra lunga sul 0-2 e subiamo ripartenze e contropiede. Con il Forlì ripartenza su un insperato 1-1 raggiunto al 91′, Con il Venezia un ragazzo al debutto a fare da solo da ultimo uomo nonostante fosse già ammonito. L’allenatore parla di ingenuità in tutti i casi ma se proprio lui non dispone la squadra e non la richiama dalla panchina chi dovrebbe farlo. Le posizioni da tenere in campo i giocatori dovrebbero provarle già in allenamento ma se non vengono applicate un allenatore non dovrebbe intervenire?… Leggi il resto »
Ma poi Pezzotti….a chi crossa? visto che non ha nemmeno un colpitore di testa in area….metti Agodirin e togli Sabatino…..e continui a crossare in area…..ma questo vive nel mondo di Alice e il Paese delle Meraviglie
Noi siamo stati sempre una squadra che faceva della grinta e dell’ agonismo il cardine del gioco e delle vittorie soprattutto in casa. Ora é il contrario ci troviamo con le varie compagini messe in campo (con beoni , palladini e sanderra) senza quella necessaria e indispensabile qualità che a mio modesto avviso deve essere preponderante in una neopromossa LA GRINTA !! Guardate bene tutti i ns calciatori forse l ‘unico che ne ha é Lulli….. ma non basta certamente solo lui. Sanderra, ho già scritto, deve lavorare su questo e accontentarsi di una squadra accorta (un po catenacciara) che… Leggi il resto »