SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Qui commenti, interviste a caldo, foto e videotifo di Samb-Venezia. Clicca qui per la cronaca minuto per minuto.

Giornata assolata, temperatura circa 14° C in avvio. Campo di gioco in cattive condizioni, con diverse zone dove affiora la terra sotto l’erba. Buono il colpo d’occhio già venti minuti prima della partita. I tifosi della Samb hanno distribuito bandierine all’ingresso su offerta, il ricavato destinato alle popolazioni colpite dal terremoto.

Osservato un minuto di silenzio in memoria di Giovanni Rosati, tifoso rossoblu morto in settimana, e Angelo Buratti, bandiera della Samb tra anni ’50 e ’60.

Tifo con migliaia di bandierine rossoblu in avvio, ma anche un Venezia che costringe subito la Samb sulla difensiva dentro l’area di rigore. 3-5-2 scelto da Sanderra, con esordio regionale assoluto per Mattia. Attacco inedito Mancuso-Bernardo. Dopo il 10′ la Samb si scrolla di dosso la paura e avanza nella metà campo ospite, con un tiro di Lulli molto potente respinto coi pugni da Facchin.

Una partita nei primi venti minuti sostanzialmente equilibrata anche se è evidente la forza fisica del Venezia, specialmente in fase offensiva. La Samb sta giocando con un discreto possesso palla in fase difensiva e rapidissime ripartenze, con Pezzotti e Sabatino lesti a lanciarsi in avanti. Ancora una seconda occasione per la Samb con contropiede di Mancuso e tiro rasoterra dai 25 metri, palla fuori di pochissimo.

Funziona bene il trio difensivo della Samb, anche se arriva un’ammonizione molto contestata per fallo di mano di Mattia da ultimo uomo, anche se il difensore rossoblu aveva il braccio attaccato al corpo. Fischi indirizzati all’arbitro.

Finisce così un primo tempo molto agonistico ma con poche emozioni, con una Samb ben messa in campo nonostante Bacinovic non sia al meglio della forma anche se compensa poi la staticità con ottime proprietà di palleggio. Molto bene Mattia in fase difensiva, Radi ha sofferto un po’ più degli altri. Molto bene Sabatino tornato ai livelli del girone d’andata. Samb che gioca molto di più sulla sinistra con Pezzotti mentre Rapisarda solo nel finale si è affacciato sul fondo, perché impegnato in fase difensiva da Garofalo.

Un Venezia che nei fatti non è mai arrivato al tiro nella porta di Aridità anche se ha spesso messo pressione alla Samb al limite, mentre i rossoblu hanno alternato possesso di palla e rapide ripartenze. Soffre Bernardo davanti.

Nel secondo tempo si inizia allo stesso modo e dopo un gran tiro di Mancuso il Venezia passa in vantaggio grazie a Geijo, che sfonda letteralmente Mori, senza commettere fallo, e poi appoggia in rete eludendo l’uscita di Aridità. Una rete pesante.

Purtroppo nonostante il grande incitamento di tutto lo stadio dopo pochi minuti arriva il 2-0 e questa volta è colpevole l’atteggiamento tattico della Samb che su una punizione di Pezzotti si fa prendere dal contropiede con un solo uomo, Mattia, rimasto a difendere.

Sanderra prova a cambiare atteggiamento di gioco, fuori Radi per Agodirin, si torna al 4-3-3 con Pezzotti e Rapisarda terzini, Agodirin a sinistra e Mancuso a destra. Una Samb che ora tenta il tutto per tutto, andrebbe sostituito un Bernardo opaco e anche molto stanco.

Sanderra contestato per l’uscita di Sabatino anziché Bernardo per far entrare Sorrentino: cambio che ci può stare considerando il risultato. Sorrentino che appare subito molto vivace, va detto. Sorrentino che reclama anche un fallo da rigore per un atterramento in area, azione da rivedere.

Sanderra nel finale mette anche Di Massimo, eppure sposta Sorrentino sull’esterno, Agodirin centravanti, Di Massimo alle sue spalle.

Incredibile anche il terzo gol dei veneziani, al terzo tiro in porta. Pezzotti lascia a Mattia la palla quando era in vantaggio, il tutto per offrire a Moreo il più facile degli appoggi in rete.

Finale che finisce nel peggiore dei modi: il portiere Facchin provoca la tifoseria di casa sotto la curva, accorre Pezzotti e poi si sfiora la rissa con Pegorin, dalla panchina, molto agitato, per fortuna prevale la calma. Comportamento immaturo del portiere veneziano. Poi forte contestazione ai giocatori di casa, con classico coro “andate a lavorare”.