PORTO SAN GIORGIO – E’ accaduto ieri l’altro di nuovo in autostrada A/14 al km 280,300  poco dopo l’uscita di Porto San Giorgio, nel Comune di Fermo, che la pattuglia della Polizia Stradale della Sottosezione di Porto San Giorgio scovasse un “marchingegno” per eludere le norme che regolano i tempi di guida e di riposo per gli autotrasportatori professionali. A seguito di intervento da parte della pattuglia su un incidente stradale in cui era rimasto coinvolto un mezzo pesante, gli operatori di polizia si accorgevano, dall’esame delle stampe dell’attività giornaliera del conducente acquisite dal cronotachigrafo digitale, che in realtà il mezzo al momento dell’incidente risultava fermo. Insospettiti dalla vicenda, intuivano che c’era stata una manomissione sull’apparecchiatura.

Nella cabina del mezzo, infatti dopo una breve ricerca, rintracciavano un telecomando con il quale il conducente al momento dello scattare del periodo di riposo obbligatorio previsto dalla legge, azionava un bulbo sul cambio che, interferendo con il cambio stesso, bloccava il corretto funzionamento del cronotachigrafo, facendo risultare il veicolo in pausa mentre, al contrario lo stesso continuava a camminare.  Il trasgressore L.M. del 1969 di Napoli, non sapendo giustificare l’anomala apparecchiatura truffaldina, veniva sanzionato per l’alterazione del cronotachigrafo e gli veniva immediatamente ritirata la patente di guida.

Con l’ausilio di una officina autorizzata è stata poi certificata la manomissione ed il pilotaggio del cronotachigrafo da un telecomando esterno che veniva sequestrato. Oltre al conducente, è stata inoltre sanzionata anche la ditta di autotrasporto.

Non è nuova la Sottosezione della Stradale di Porto San Giorgio a questo tipo di operazioni: infatti considerato il flusso dei mezzi pesanti  che transita sull’A/14, spesso capita di trovare apparecchiature di questo tipo che interrompendo la corretta registrazione dei tempi di guida e di riposo, consentono al conducente di fare un  maggior numero di chilometri e coprire distanze e percorrenze molto più ampie di quanto gli sarebbe consentito dalla legge, mettendo a repentaglio  la sicurezza della circolazione stradale. A seguito della sanzione, la vicenda sarà segnalata anche all’Ufficio Provinciale del lavoro competente per le ispezioni del caso