Non capisco perché la questione dei tassisti finisca di tanto in tanto ad occupare le prime pagine di tutti i giornali, quando invece per moltissime altre categorie, sia dipendenti che autonome, le proteste a volte molto più partecipate numericamente si meritino, se va bene, un trafiletto. E non mi si dica che i tassisti svolgano un ruolo di cui gran parte della popolazione italiana fruisca abitualmente. Personalmente non ricordo quanto tempo sia trascorso dall’ultimo taxi preso in Italia, ad esempio. Possibile anzi che la figura del tassista sia avvolta da un’aura romantica, come di un lavoro tipicamente Novecentesco tanto che sul tassista sono stati realizzati alcuni film tra i più belli di sempre. Poi in Italia il taxi driver di Scorsese e De Niro magari viene ricordato più come il Tassinaro di Alberto Sordi.
Sulla questione dei tassisti siamo, però, alla solita, vergognosa invidia sociale, nella quale oramai affoghiamo, parcellizzati in richieste egoistiche neanche più di classi sociali ma di categorie di lavoratori. Parcellizzazione che tra l’altro non si traduce poi in una cognizione politica condivisa e semmai fluisce nell’indistinto della non politica: Franza o Spagna, purché se magna, si diceva una volta. Destra e sinistra non esistono più, si dice oggi.
Senza entrare nel tecnicismo di Uber, perché mi interessa qui fino ad un certo punto, trovo irritante la lettura della protesta dei tassisti come una riproposizione luddista e quindi antimoderna. Chi critica i tassisti, afferma, più o meno: “Il progresso, se non sempre, è quasi sempre bello ed è inarrestabile. Quindi, fatevi largo”. Ovviamente i saluti romani, i tirapugni e altre idiozie di questo genere sono quanto di peggio mostrare al mondo.
Il problema, invece, è un altro. E prescinde da Uber, contestualizzato a questo caso specifico e che ottenendo la prima pagina, ci consente di parlarne. Il problema non è la modernità, né la tecnologia. Il punto è che la tecnica, affidata ad agenti del mercato, spesso globalizzato, ha ovviamente una sua funzione connessa al miglioramento delle condizioni di vita e allocazione di risorse sulla base del desiderio dei consumatori, ma questa azione prescinde da una regolazione collettiva sulla società.
Quindi ci sono queste alternative:
a) Accendete un cero al diomercato nella vostra cameretta, prostatevi di fronte e sperate che non tocchi a voi, prima o poi. E se vi capita di essere espulsi dal mercato del lavoro, per innovazione tecnologica, per la concorrenza di una impresa distante migliaia di chilometri dove si opera senza tutela dei lavoratori e ambientale, pace. Quello vi aspetta. Vi rimetteterete in carreggiata sperando che ve la butti buona, e se poi salta il mutuo per la casa o non hai i soldi per mandare all’università tuo figlio, pace ancora diomercato.
b) Sperate certo che il diomercato non si vendichi su di voi ma abbiate la consapevolezza che, nel caso ciò avvenga, non perderete il reddito che dà da mangiare a voi e alla vostra famiglia, ma sarete reinseriti in un piano di lavoro universale transitorio, su base comunale o di quartiere, e vi sentirete sempre utili al benessere collettivo. E pronti a ripartire daccapo, magari nuovamente formati, ben sapendo che mai (mai) sarete disperati come nel caso a).
Il punto b) oggi è tuttavia escluso dall’orizzonte politico sia per questioni ideologiche, sia per altre meramente istituzionali (qui il discorso sarebbe lungo, ce ne esentiamo). Ad ogni modo, se non ritenete il punto b), ovvero la limitazione se non l’esclusione del mercato dalla regolazione della società, confacente alla vostra idea politica, vi auguro una buona fortuna con il punto a). E non mi rallegrerò quando toccherà a voi.
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Secondo me la question è puramente di mercato, ma almeno un altro paio di aspetti che rendono la questione più intricata. Il primo è il costo della licenza; i tassisti hanno pagato (a volte anche molto) per una licenza (il che già ha poco a che vedere con la libertà economica ma più con un corporativismo di stampo fascista) che per loro è un asset strumentale, insomma è il motivo per cui possono lavorare e guadagnare. Adesso lo Stato che fa? Chiede la licenza ai tassisti e agli utenti di uber no? E’ chiaro che non ci sono i presupposti… Leggi il resto »
Sì ma l’ente regolatore cosa dovrebbe fare?
Alzare delle barriere nei confronti di Uber et similia, o procedere verso una liberalizzazione delle licenze?
Una situazione win-win non è possibile, ma almeno lasciassero vincere il consumatore.
Se l’obiettivo è di offrire ai cittadini un servizio migliore a prezzi più bassi, la liberalizzazione non è certo la via da seguire. Con la liberalizzazione selvaggia si ottiene solo il risultato di allargare la platea dei fornitori di servizio, a discapito della qualità dello stesso. Con l’aggiunta che non vi è nessun incremento di reddito per alcuno, ma una parcellizzazione dello stesso su soggetti diversi e maggiori. Questo è avvenuto anche con la liberalizzazione delle vendite dei giornali che hanno portato soltanto ad una sparizione delle edicole dalle nostre strade. I lettori, anche se rimanessero stabili e non lo… Leggi il resto »
Scusa e quale evidenza empirica dice che dalle liberalizzazioni si ottiene un servizio scadente? A me risulta esattamente l’opposto. Purtroppo la decrescita non è una soluzione! Le evidenze parlano proprio di ben altre conclusioni diverse dalle sue.
Con l’esempio delle edicole ,se capisci cosa ho scritto, ti ho spiegato che con la liberalizzazione selvaggia non si è mai avuto un servizio migliore a prezzo inferiore. E ti sfido a dirmi il contrario su questo specifico argomento! La liberalizzazione per taxi come edicole non porta a questo gran vantaggio ai clienti. Non si guarda solo al prezzo, si deve guardare alla qualità, alla sicurezza,alle regole! Se poi ognuno fa come gli pare a dispetto delle norme….. E quanto vale per taxi,edicole vale anche per certe professioni il cui esercizio non può essere affidato a circuiti diversi da quello… Leggi il resto »
L’interpretazione dell’esempio delle edicole non è quella che da lei, il mercato si consolida e nel medio ed anche breve periodo la domanda e l’offerta si riequilibrano su frontiere più efficienti. I Taxi in Italia, dati alla mano, sono un pessimo servizio perchè sono i più costosi di Europa e i minori in numero tant’è che hanno sempre fatto lobby per opporsi all’aumento delle licenze. I margini per rendere il mercato più efficiente ci sono, si deve solo avere la forza di andare contro una lobby per i miglioramenti complessivi per la comunità
Come al solito vuoi avere per forza ragione e non riesci a portare giustificazioni su quanto dici! Dimmi, per esempio,quali vantaggi ha portato la liberalizzazione delle rivendite dei giornali! I dati, i numeri, non le tue chiacchiere sul mercato medio,breve e lungo!! Fu fatta una sperimentazione della liberalizzazione della vendita dei giornali ed è STATO UN FLOP (e ti parlo di 8-9 anni fà!!altro che mercato medio,breve,lungo!)Vatti a trovare i numeri!!! E per quanto riguarda le liberalizzazioni e i vantaggi per i consumatori vatti a leggere gli studi della CGIA di Mestre dove, eccetto per medicinali e telefonia,tutti gli altri… Leggi il resto »
Sfrinca, hai preso un esempio meramente strumentale, perchè la carta stampata è stata soppiantata dall’online e quindi la distribuzione fisica è stata danneggiata a priori della liberalizzazione o meno delle licenze delle edicole (i dati vanno spiegati per intero e non solo come fa comodo per sostenere le proprie discussioni) come se adesso ti metti a fare studi sulla vendita al dettaglio trascurando che sono entrati grossi player nel settore come Amazon o Ebay! Poi se non conosci gli argomenti di cui parlo, puoi andarti ad informare invece di denigrare ciò che non conosci, tipico atteggiamento di chi non vuole… Leggi il resto »
Abbiamo a San Benedetto uno che capisce di più della CGIA di Mestre!! Premio Nobel!!
Non occorre studiare di più, please! Basta leggere le tabelle della CGIA dove dentro le liberalizzazioni ci sono tutti i settori che ti avevo scritto prima!!
Poi, rigirale come vuoi, tanto sappiamo benissimo che non accetterai mai qualunque cosa non combacia con quanto da te detto!
Umiltà, please!!
Lei ha capito i dati della CGIA di Mestre? Mi spiega dove si valuta la differenza del qualità del servizio? Secondo la CGIA di Mestre L’intercity dovrebbe costare come un treno ad Alta velocità (tratta che è in concorrenza sul libero mercato). Suvvia analizziamo i dati per il loro reale significato e non per quello che fa comodo. Poi paragonare i pedaggi autostradali che non sono in libera concorrenza ma in concessione con servizi che non sono monopoli naturali introduce delle distorsioni fuorvianti.
Non sono ben informato ma credo che, riguardo la sparizione delle edicole dalle nostre strade, le liberalizzazioni c’entrino ben poco.
Il settore è in crisi da parecchio tempo, è un andamento fisiologico quando cambia l’ambiente socio-economico. I tempi e i media di riferimento infatti sono cambiati radicalmente negli ultimi 20 anni.
La carta stampata ha dei limiti che in questo contesto storico giustificano l’utilizzo di altri mezzi, vedasi la non tempestività dell’informazione.
Sono i dati che lo dicono. Certo il calo di vendite della carta ha anche influito ma se si fanno solo dei calcoli il risultato è quello. Se si vende per 1000 e le edicole sono 5 sono 200 a testa. Se rimane la stessa vendita ma i punti vendita sono aumentati a 8 significa mediamente 125 a testa. Considera che il margine di guadagno è minimo e la frittata è fatta. Se anche le diminuite vendite della carta sfiora il 20%, e quindi i 1000 diventano 800, per 5 punti vendita sono 160 a testa per 8 punti vendita… Leggi il resto »
Anno 2007, sono andato a controllare.
C’era sempre un 7 di mezzo!
Se il margine di guadagno è minimo significa che nonc’è posto per i nuovi entranti nel mercato per cui il suo ragionamento è molto fallace proprio nelle ipotesi da cui parte. la sua citazione è molto faziosa “E’ come al solito, le liberalizzazioni spesso e volentieri portano vantaggi ai grandi colossi e pochissimi vantaggi ai consumatori. Sono i dati ufficiali non quelli di qualche presuntuoso che si vuole ergersi a verità assoluta” in quanto la Confartigianto (di cui la CGIA di Mestre fa parte) rappresenta quelli che secondo lei sarebbero danneggiati dalle liberalizzazioni e quindi lo studio potrebbe essere strumentale… Leggi il resto »
Io personalmente sono contro l’alzamento delle barriere all’ingresso perchè va contro la libertà economica! La soluzione è stabilire uno standard qualitativo (assicurazioni, certificati medici) per chi opera nel trasporto a pagamento e liberalizzare le licenze.
Concordo su tutta la linea.
Il problema è definire uno standard che contempli sia il tassista che l’utilizzatore occasionale di Uber Pop e differenziare i due servizi in modo da giustificare le diverse tariffe.
Esatto! Questo è il punto, che spetta al regolatore…
Semplice compromesso ( a mio avviso) Si crea una banca dati nazionale che includa taxi, ncc,e Uberisti. Si crea un semplice algoritmo che applica un moltiplicatore al costo della corsa basato sul rapporto tra taxi disponibili e uber/ncc disponibili in zona. Se ci sono molti taxi disponibili la corsa con uber costa leggermente di più della corsa con taxi. Se invece non ci sono abbastanza taxi disponibili a servizio della zona oggetto di richiesta lo stesso servizio costa in percentuale meno. In questa maniera i taxi avrebbero comunque delle tutele e potrebbero offrire un servizio “ufficiale” e con un premium… Leggi il resto »
La sua pretestuaosità nelle argomentazioni è davvero ridicola. I dati sono dati e pertanto oggettivi, l’interpretazione che si da ad essi (come pretende di fare lei non so con quale merito) può essere molto fuorviante. La CGIA di Mestre presenta dei dati (senza molto entrare nel merito di come sono stati rilevati) e li epura dall’inflazione, ma non si pone minimamente il problema della comparabilità dei dati. Paragonare la TAV sulla tratta Roma-Milano all’intercity del 1994 Sulla Milano-Taranto non è la stessa cosa. E’ chiaro che lo studio serve a sostenere le tesi della confartigianato contro le grandi imprese e… Leggi il resto »
La mia pretestuosità? Detto da LEI è il colmo!
Comunque, siccome vuole sempre dire l’ultima parola, io le dico solo AMEN! Contento?
P.S.: non mi risponda, grazie!
Io non sono pretestuoso, io applico le mie esperienze, le mie conoscenze ed i miei fondamenti teorici e metodologici. Poi un dibattimento sui contenuti ci sta, ma la prevenzione verso chi espone è di basso livello.
Mi sembra che Paolo sia stato molto chiaro. Il mercato cambia e la tecnologia pervade la nostra vita. Un telefonino cambia la vita, uber è già sorpassato; si affittano auto sapendo già dove sono parcheggiate per il prossimo utente basta una semplice app. Deciderà il mercato, cioè NOI non vi dicono niente blablacar, internet, aziende delocalizzate, banche online etc etc… Dio ci guardi e liberi dal regolatore se poi esso è ipotizzato in questo governo di incapaci siamo sicuri che i disastri sono l’ unica certezza non hanno una idea della realtà che dico una…