SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La PicenAmbiente scopre le carte, o meglio, svela i piani aziendali. Lo fa scegliendo il teatro della sala consiliare di San Benedetto e il narratore designato è Leonardo Collina, amministratore delegato della società gestrice dei rifiuti.

IL PIANO INDUSTRIALE DI PICENAMBIENTE. La presentazione inizia con una “sfilata” di numeri e estratti di bilancio, in cui Collina, quasi in un moto edonistico da amministratore certamente comprensibile, dà un po’ le misure dell’azienda di cui è a cavallo. Parco mezzi a disposizione (235 tra camion e altre vetture), 236 dipendenti, un fatturato in crescita di 3 milioni di euro nel 2016 (23 milioni contro i 20,6 del 2015) e 150mila tonnellate di bacino di utenza in termini di rifiuti raccolti ogni anno, sono solo alcuni dei dati preliminari che servono ad aprire la strada, come un machete nella foresta, delle prospettive future della Spa.

CHIP, MASTELLI E APP PER SMARTPHONE. Il futuro appunto. “Vogliamo sfondare il muro del 65% di differenziata a San Benedetto” annuncia Collina che in questo senso trova tutto l’appoggio del mondo anche da parte dell’Assessore all’Ambiente Andrea Traini che ricorda le strategie di Viale de Gasperi, che vuole arrivare “a coprire l’intero territorio con il porta a porta spinto attraverso l’introduzione integrale dei mastelli microchippati”.

Insomma, una vera e propria rivoluzione tecnologica sul versante rifiuti. E di questi tempi quando si parla di tecnologia non può mancare l’applicazione per smartphone. “Fra qualche settimana lanceremo l’app per il cellulare che gli utenti potranno utilizzare sia per tracciare gli spostamenti dei propri rifiuti (magari a qualcuno interessa, de gustibus n.d.r) sia soprattutto per controllare tutti i propri conferimenti”. Una tecnologia che senza mastelli e microchip, al momento, non trova il suo scopo ma che, assicura l’Ad, “in futuro sarà uno strumento utile in caso di introduzione della tariffa puntuale” (con i conferimenti tracciati le tasse sono modulate sulla virtuosità dei conferimenti di differenziata n.d.r.).

30 MILIONI DI INVESTIMENTI. E se tra app e chip siamo già in un futuro più o meno prossimo, quando si parla di investimenti l’orizzonte si dilata. Nonostante i progetti, PicenAmbiente assicura di averli in tasca. In attesa del Piano d’Ambito (piano dettagliato degli interventi che deve elaborare l’Ata, assemblea dei sindaci della provincia) infatti, l’azienda ha già sviluppato un programma di investimenti. E lo ha fatto in tandem con Ascoli Servizi che fa lo stesso lavoro nel capoluogo e che assieme alla partecipata del Comune di San Benedetto “controlla il 97% della gestione rifiuti della Provincia” commenta Collina.

NASCE LA “FABBRICA DEI MATERIALI”? Si tratta in sostanza di un piano di investimenti condiviso da 30 milioni di euro, la maggior parte dei quali sarebbero destinati alla creazione del progetto “Fabbrica dei Materiali” che prevede 4 impianti (rinnovati o di nuova costruzione) due ad Ascoli, uno a San Benedetto e uno a Pagliare del Tronto destinati totalmente al riciclaggio e al riutilizzo dei materiali. Con un solo obiettivo: “Raggiungere il 96% (contro il 70% attuale) di autosufficienza nella gestione dei nostri rifiuti” spiega Collina, con l’obiettivo di sottofondo invece, che resta quello di abbattere i costi dei conferimenti fuori provincia (che gravano per il 30% del totale al momento e responsabili  principali degli aumenti di tasse).

Il progetto, vincolato all’approvazione dell’Ata e alla redazione del piano d’ambito lo ricordiamo, prevede, a Pagliare ad esempio, la creazione di un impianto d’eccellenza nel settore del selezionamento, attraverso l’installazione  “di selettori ottici in grado di separare automaticamente la plastica dall’indifferenziato e in teoria anche la carta dal cartoncino” spiega ancora Collina. Un progetto che nella sua interezza porterebbe PicenAmbiente e Ascoli Servizi ad avere un apparato con capacità ben oltre, “di 100 mila tonnellate l’anno” puntualizza l’Ad, il fabbisogno del territorio, con la prospettiva di proporsi anche sul mercato.