Santa Impazienza.

Vale oramai poco prendere la pena per quel che si continua a leggere da parte dei Santoni dell’Austerità su alcuni quotidiani italiani, come il Corriere.it.

Valga come testimonianza: sì, oggi, febbraio 2017, ci sono uomini – i quali sono sempre pronti per essere incaricati di vigilare sul Pilota Automatico dell’economia italiana – che credono che i mali dell’Italia siano rappresentati da un eccesso di spesa pubblica e tasse troppo basse.

Clamoroso è l’esempio di Lorenzo Bini Smaghi, nome di punta del Potere italiano, il quale ha scritto un commento su Corriere.it del quale non ci si può prendere la briga di smentire punto per punto con tabelle, dati, statistiche (che il Sommo non cita, in quanto la fantasy economy non abbisogna di verità, ma di fede). Ci limiteremo a citare, per sorridere, degli aspetti più deliranti/divertenti.

Solo una riga a commento: se il tipo di ragionamenti che Bini Smaghi pone in merito all’economia italiana fossero, traslati, adoperati da un tifoso del calcio in un bar, gli altri avventori lo guarderebbero con così tanta incredulità prima e poi con infastidita sopportazione, che lo prenderebbero a pernacchie. Di seguito un assaggio.

“I problemi dell’Italia nascono in Italia, in particolare: dal rinvio, anno dopo anno, del risanamento dei conti pubblici per ridurre in modo sostenibile il peso del debito (tradotto: più tasse, meno servizi pubblici, privatizzazioni: esattamente quel che è stato fatto nell’ultimo trentennio, ndr), che crea nei cittadini e nei risparmiatori un senso di incertezza e scoraggia consumi e investimenti; dalle difficoltà, o dalla mancanza di coraggio, per realizzare riforme strutturali incisive (ma non sono già state fatte quelle delle pensioni, della scuola, del lavoro?, ndr), che consentano di invertire la dinamica negativa della produttività”