SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il deposito delle motivazioni della sentenza sull’Italicum ha “ringalluzzito” le speranze dell’opposizione sambenedettese, specie sul fronte democratico.

Italicum e “Anatra Zoppa”

Ieri la Corte Costituzionale ha infatti depositato le motivazioni con cui a fine gennaio aveva bocciato due articolazioni chiave della legge elettorale quali le disposizioni sul ballottaggio e il meccanismo dei capilista. E non è un mistero che il recente rinvio, chiesto dagli avvocati del Pd al Consiglio di Stato in tema “Anatra Zoppa”, fosse dettato dalla necessità di aspettare proprio le spiegazioni dei giudici costituzionali, il cui orientamento giurisprudenziale potrebbe essere un grimaldello prezioso all’interno del ricorso che ha per oggetto i risultati elettorali sambenedettesi.

Ballottaggio incostituzionale, qui nascono le speranze del Pd

Proprio le motivazioni con cui la Consulta ha bocciato il meccanismo del ballottaggio infatti, riaccendono le speranze di Perazzoli & Co. Quel ballottaggio è infatti stato dichiarato incostituzionale perché garantiva sostanzialmente il premio di maggioranza anche a liste che non avrebbero ottenuto un numero congruo di voti per accedervi. Nel dettaglio si legge in uno stralcio: “una lista può accedervi anche avendo conseguito, al primo turno, un consenso esiguo e ciononostante ottenere il premio, vedendo più che raddoppiati i seggi che avrebbe conseguito sulla base dei voti ottenuti al primo turno” e ancora “con una sproporzionata divaricazione tra la composizione della Camera e la volontà dei cittadini espressa con il voto”.

Perazzoli: “Hanno ribaltato il voto a San Benedetto”

Una situazione che agli occhi dei democratici sembra lo specchio di ciò che è accaduto a primavera alle amministrative, quando, per Paolo Perazzoli, “si è ribaltato l’esito del voto e chi ha ottenuto meno del 30 percento ha adesso 16 consiglieri compreso il Sindaco” commenta lo sfidante di Piunti nella mattinata dell’11 febbraio, affondando poi anche un po’ i denti: “Corte Costituzionale ha fatto un esempio chiaro, non ci possono essere artifici per raddoppiare i consensi”.

Di Francesco:”Il carattere rappresentativo dell’assemblea non deve essere compresso

E sembra pensarla allo stesso identico modo anche il commissario del Pd Antimo Di Francesco, che proprio sul passaggio sopraindicato dichiara:”La Consulta dice che il carattere rappresentativo dell’assemblea non deve essere compresso mentre qui da noi  è stata compressa la rappresentatività in nome della governabilità”. Di Francesco continua poi ad argomentare: “Il premio attribuito al secondo turno, dice la Corte, resta un premio di maggioranza e non di governabilità” e, chiude, “al di là di quello che sarà il responso del Consiglio di Stato questo è il principio che è stato rimarcato dalla Corte Costituzionale”.

I giudici tirano in ballo il ballottaggio alle comunali. C’entra oppure no?

I giudici della Corte hanno però  tirato in ballo direttamente anche le elezioni comunali, in risposta a quanti sollevavano il dubbio che dichiarare il ballottaggio incostituzionale avrebbe avuto delle conseguenze anche sulla legge per l’elezione dei sindaci che essa stessa prevede la seconda tornata elettorale. La Consulta, nelle quasi cento pagine di motivazioni pubblicate, ammette chiaramente che il problema non si pone considerando “ben diversa”  la disciplina del secondo turno alle comunali, visto che un Sindaco si elegge direttamente mentre un capo di governo no.

Nonostante il diretto riferimento alle elezioni amministrative è difficile però ipotizzare che questo stralcio possa in qualche modo intaccare le dinamiche che attendono il ricorso del Pd a Palazzo Spada. Per il semplice fatto che il ricorso del centrosinistra non attacca in alcun modo l’elezione di Piunti a Sindaco, bensì contesta l’interpretazione al Tuel da parte dell’ufficio elettorale, interpretazione che ha formato l’attuale Assise. Ed è la maniera in cui  i voti sono stati traslati nella sua attuale composizione che è il vero oggetto del contendere.