SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Dopo il sisma de L’Aquila del 2009, avvenuto ad aprile, l’Abruzzo ha registrato una diminuzione del flusso turistico anche del 50% durante la stagione estiva. L’anno successivo, ha recuperato perdendo il 15-20% rispetto al 2008 e quindi, dal 2011, le cose sono tornate come prima. Ecco, penso che per la Riviera delle Palme, aumentando la promozione nei prossimi mesi, possiamo stimare il rischio di una perdita del 10% degli arrivi turistici, forse, se siamo bravi e fortunati, arrivando ad un -5% o pareggiando i conti”: Gaetano De Panicis, presidente dell’Associazione Albergatori Riviera delle Palme, interviene su un tema che si fa via via più sentito a mano a mano che ci si allontana dalle feste natalizie e si intravvede, in fondo ai mesi invernali, l’arrivo della prossima stagione balneare. Che sarà assolutamente particolare per le Marche e per il Piceno, considerando che gli eventi sismici del 2016 rischiano di condizionare le prenotazioni verso i nostri lidi.

“Sappiamo tutti che le abitazioni sulla costa sono sicure, tanto che gli alberghi, in primis quelli di San Benedetto, sono stati individuati per accogliere coloro che avevano una casa inagibile. Questo non è tuttavia sufficiente per garantire i nostri clienti: non perché non siano sicuri di quel che diciamo, ma perché c’è una quota di turisti che a prescindere da qualsiasi discorso razionale evita di prendere in considerazione una vacanza nelle nostre zone” continua l’imprenditore alberghiero, che aggiunge: “Il nostro principale alleato è il tempo“.

Questo non significa, ovviamente, che occorre attendere passivamente: “Abbiamo un compito importante, ed è quello di aumentare la promozione turistica: in questo modo cercheremo di compensare l’eventuale perdita con un maggior numero di contatti e quindi di arrivi, grazie al nostro lavoro”. C’è inoltre un altro aspetto psicologico sul quale De Panicis confida: “San Benedetto può diventare una Città dell’Ospitalità, come dimostrato in questi mesi in cui ha accolto centinaia e forse migliaia di persone provenienti dall’Appennino. Questa scelta dimostra più che mai come se esiste un luogo sicuro e dove si vive bene, questo è proprio San Benedetto”.

De Panicis spiega che la promozione turistica sarà realizzata con Piceno Dmo e inoltre in maniera sinergica con Ancona e Senigallia: “Dobbiamo aumentare il budget per la promozione e se l’Amministrazione Comunale ci darà una mano sarà una cosa buona”. Qui poi si apre un discorso che negli ultimi anni ha visto albergatori e Comune su posizioni non troppo concilianti: “Si è introdotta la tassa di soggiorno che ci vede operare come soggetti fiscali – afferma De Panicis – ma a fronte di ciò non vediamo investimenti diretti al settore turistico. Sarebbe a questo punto meglio trasformare la tassa di soggiorno in una tassa di scopo funzionale, ad esempio, al completamento del lungomare”.

Il presidente dell’Assoalbergatori infatti critica “il rischio di un lungomare diviso in tre e con tempi di conclusione incerti. Si tratta dell’attrattiva più importante della nostra città, rinomata in tutta Italia e conosciuta anche all’estero, purtroppo abbandonata negli ultimi anni con un evidente degrado, se si esclude la zona di Porto d’Ascoli. Per questo occorre un investimento certo che dia a San Benedetto anche certezze sulla stabilità dei flussi turistici negli anni a venire. Presto mi incontrerò a tal proposito con il sindaco Piunti e l’assessore Tassotti”.

Riguardo le recenti discussioni riguardanti l’evento di Capodanno ma in generale la necessità di un “grande evento” estivo di richiamo, De Panicis la pensa così: “Non abbiamo tanto bisogno di un singolo avvenimento che richiama turisti per pochi giorni: è più importante avere una città pensata e studiata per viverci bene e per essere a favore dei turisti a livello urbanistico, architettonico e di servizi. Lì occorre investire. Abbiamo un problema con gli aeroporti e a proposito di terremoto sarebbe il caso che a San Benedetto aumentasse il numero di fermate del Freccia Bianca, almeno come segnale di vicinanza rispetto a questo territorio”.

“Oltre il lungomare, abbiamo spazi da anni o decenni non funzionali in piena zona turistica, come l’ex Atlantide, l’ex Galoppatoio, l’ex camping e anche l’ex Tirassegno: come pensiamo di evolvere queste situazioni bloccate? Siamo famosi per una qualità del cibo servito ai nostri ospiti ben apprezzata, per la capacità di albergatori e imprenditori balneari di creare una relazione importante con la clientela, ma dobbiamo pensare l’intera città come, appunto, una Città dell’Ospitalità”.