SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Di seguito una approfondita riflessione di Luciano Aubert, imprenditore sambenedettese del settore ittico ed ex consigliere della Camera di Commercio della Provincia di Ascoli Piceno. Tra i suggerimenti di Aubert, anche quello di un’asta del pesce al Mercato Ittico di San Benedetto da svolgersi il sabato mattina, in modo da garantire il rifornimento del pescato fresco anche nel fine settimana ai ristoratori e di non compromettere, per eccesso di quantità, il valore delle aste durante la settimana.

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A distanza di 3 anni  da  quando ero consigliere  alla Camera di Commercio di Ascoli Piceno, ricoprendo il seggio per  il porto e la pesca a San Benedetto del Tronto poche sono le novità positive che riscontro, soprattutto sul fronte della valorizzazione del nostro pescato. L’infrastruttura porto è stata potenziata, creato un nuovo scalo di alaggio molto utile per i cantieri navali, installata la nuova torre faro nel piazzale Pinguino che si aggiunge alle altre potenziate e sostituite recentemente, la messa in sicurezza delle banchine. Lo stesso sforzo, però, non si vede per migliorare la commercializzazione del nostro pesce.

Recentemente dentro il mercato ittico è stata  creata un’area dedicata agli scambi commerciali solidali tra tutti i commercianti  e i gruppi  denominati Gas, cioè i gruppi di acquisto organizzati spontaneamente che applicano il principio di equità e solidarietà. Questo di fatto apre una nuova strada verso un forte avvicinamento tra produttori e consumatori. Penso ad esempio a tutto il pescato stagionale che a volte viene svenduto all’asta per pochi euro, sia per la grande quantità pescata sia per la mancanza di operatori e commercianti che vanno via prima che finisca l’asta stessa. Spero sinceramente  che questo ingranaggio una volta messo in moto riesca a portare beneficio sia agli operatori che ai consumatori, i quali avrebbero ad un costo equo un prodotto di prima qualità direttamente dalle organizzazioni di pescatori.

Come da me proposto in varie occasioni, un altro volano positivo per il commercio del pescato potrebbe essere quello di aumentare di un giorno l’asta del mercato ittico aprendola al sabato mattina solamente per pochissime barche magari sorteggiate mese per mese  in modo che tutte abbiano questa possibilità. Tutto ciò è possibile compatibilmente con le norme in vigore che prevedono, decorse le 10 settimane successive al fermo biologico, che i pescherecci debbano fermarsi il sabato e la domenica più un ulteriore giorno scelto dall’armatore, tale giorno è convenzionalmente il venerdì ma nulla vieta ai pescatori di andare a mare  fino al venerdì e fare l’asta  il sabato.  Questo porterebbe ad avere due  sostanziali novità positive:

  1. meno pescato astato durante la settimana con il prezzo medio che si alzerebbe a tutto vantaggio degli operatori;
  2. la disponibilità di prodotto fresco sia per  il fine settimana che per il lunedì, venendo così incontro alle esigenze dei ristoratori ed evitando che nei nostri centri commerciali arrivi  il pesce da altri porti o di importazione.

A questo si aggiunga che l’asta di tutti i giorni sarebbe più rapida così da permettere anche ai commercianti più lontani di approvvigionarsi presso il nostro mercato ittico. Naturalmente il necessario presupposto per far funzionare questo progetto è la presenza all’asta dell’intero pescato, anche quello di maggior valore, cosa che oggi purtroppo non avviene.

Un’altra operazione che si potrebbe fare nel breve è la ristrutturazione totale del mercatino della piccola pesca, ormai fatiscente esternamente e obsoleto internamente, nonché la realizzazione del villaggio della piccola pesca, da anni necessario. Il mercatino dovrebbe diventare oltre che luogo di commercializzazione del pescato nostrano anche luogo di promozione della cultura locale, attrattiva turistica e non solo, un punto di riferimento ed uno strumento di diffusione di specialità e sapori della nostra  cucina.

Da poco sono nati i Flag (Fisheries local action group) tesi a favorire lo sviluppo del comparto della pesca e nello specifico valorizzare il patrimonio ambientale e promuovere il benessere sociale ed il patrimonio culturale, con una  somma a disposizione pari a 1,3 milioni di euro da investire in nuovi progetti; auspico che, almeno in parte,  questi soldi vengano utilizzati per rimodernare il mercatino e costruire  il villaggio della piccola pesca, con progetti non solo architettonici ma finalizzati a raggiungere i risultati sopra descritti.

Da qualche anno il porto è provvisto di un nuovo Piano Regolatore che prevede la possibilità di interventi con investimenti pubblico/privati o solo privati, ma forse la poca pubblicità o la crisi di questi ultimi anni ne hanno impedito ad oggi la realizzazione. In forza di questo fondamentale strumento di sviluppo a medio-lungo termine del porto le aree destinate ai servizi e soprattutto, se ce ne fossero, tutti quei locali con licenze ancora in corso di validità ma non più produttivi da diversi anni, potrebbero essere  riposizionati per investimenti anche minimi che portino all’interno del porto vocazioni differenti da quella della pesca, che ha bisogno ormai (o purtroppo) di pochi spazi a supporto delle imprese ancora attive.

Colgo l’occasione per fare  un augurio di Buone feste a  tutti gli operatori del porto di San Benedetto del Tronto, commercianti e pescatori, sono stati, sono e saranno sempre la  forza della nostra città che per merito loro è sempre viva.