SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quale migliore occasione per riflettere sulla propria città, quando uno dei personaggi più conosciuti e popolari, perché operanti nel mondo del turismo e dell’intrattenimento e dunque esposti professionalmente al pubblico, esprime delle (dure) critiche?
Per questo abbiamo prontamente ripreso le parole che Sandro Assenti, alla vigilia di San Silvestro, ha dedicato alla propria San Benedetto, confrontando l’evento del San Silvestro della Riviera delle Palme con quello in programma a Civitanova Marche, con il concerto trasmesso in diretta su Canale 5. Non ci torneremo ulteriormente, qui è possibile leggere.
Sandro Assenti, ovviamente, fa riflessioni collegati con il suo lavoro: sa che una diretta televisiva di quel genere, vista da milioni di persone, equivale al lavoro di mesi se non anni di promozione di un territorio. Disprezzare uno spettacolo solo perché troppo nazional popolare è uno snobismo che non ci si può permettere; insomma, la quantità non va disprezzata così come la qualità va sempre ricercata. Una non esclude l’altra.
Magari, nella diretta odierna che avremo con il sindaco Pasqualino Piunti (qui), sottoporremo la questione alla sua analisi.
Il problema che ci preme portare all’attenzione della cittadinanza, tuttavia, è un altro. Una diretta televisiva di quel genere o eventi dove i lustrini e le paillettes ottengono il primo piano, come è giusto che sia talvolta, non è un evento da considerare al di fuori di un complesso sistema cittadino.
San Benedetto ha perso negli ultimi 10/15 anni il ruolo di guida culturale, turistica, economica e sociale sia all’interno della Riviera delle Palme (uno spazio di 100-150 mila abitanti) che complessivamente nella stessa Provincia di Ascoli e in quella di Fermo. Non stiamo dicendo che San Benedetto sia zero. Stiamo affermando che manca quella leadership che dovrebbe appartenere al comune più popoloso sì, ma anche a quello che dovrebbe fungere da punto di riferimento per una serie di grandezze oggi senza una guida certa.
La mancanza di una indicazione politica e amministrativa alla quale l’hinterland sambenedettese potesse affidarsi è amplificata, oltre che dalla crisi economica e dalle anticostituzionali politiche di austerità imposte, dalla distruzione dell’ente Provincia che relega il sud delle Marche ad ulteriore periferia. La programmazione dunque oggi più che mai passa attraverso una unione degli intenti dei Comuni contermini, se non una unione o fusione amministrativa vera e propria di cui ora non ci occuperemo.
San Benedetto non ha politiche industriali ma deve farsene carico perché la Vallata del Tronto non può essere delegata a responsabilità di piccoli e talvolta piccolissimi comuni.
San Benedetto deve sopperire all’assenza della Provincia e contemporaneamente del Consorzio Turistico e coordinare l’accoglienza di un territorio molto più vasto.
San Benedetto ha la necessità di ripensare l’urbanistica e l’edilizia non tanto attraverso un proprio Piano Regolatore, ma con un Piano Regolatore intercomunale che individui in che modo posizionare i servizi necessari e come gestire le aree produttive.
San Benedetto deve ripensare tanti luoghi in funzione della pubblica utilità, dove invece non avviene nulla almeno dagli anni ’90 (centro pedonale, viabilità lungomare, ex Galoppatoio, ex camping, Albula, viabilità centro cittadino…).
San Benedetto deve farsi carico di difendere costi quel che costi la Sanità locale.
San Benedetto deve presidiare il territorio e garantire che i servizi di trasporto nazionali siano efficienti, e ci riferiamo alle ferrovie, alle autostrade, alle infrastrutture sulla costa e verso Roma rimaste ferme da trent’anni alla progettazione della vituperata ma essenziale Cassa del Mezzogiorno.
Questo, e molto altro, San Benedetto deve diventare: la programmazione e la lungimiranza serviranno per ottenere più facilmente quanto si desidera. Altrimenti potremmo avere quante più dirette su RaiUno o Canale 5, ma sarà come mangiare ciliegine senza torta.
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Mi scusi Rodi71 pur collegato, il topic dell’articolo resta differente da quello commentato più volte da lei altrove. Non più monotematico: concertodiCapodanno;S.BenedettoüberAlles, blablabla… Nel testo dopo un breve incipit di raccordo, l’autore sposta l’attenzione alzando l’asticella sulla questione istituzionale SISTEMICA e DECENNALE di un comprensorio particolare come il nostro. Infatti Flammini scrive:”Il problema che ci preme portare all’attenzione della cittadinanza, tuttavia, è un altro.” -Tanto dovevo per evitare il solito ping pong tra cittadine provincialotte (Turisticamente le Marche sono agli ultimi posti nazionali -Fonte ENIT-) Vantarsi di primati regionali o di superiorità estetica è deleterio per lo sviluppo piceno. In… Leggi il resto »
Certo che si… il peso politico a libello nazionale della ns regione è pari a 2 se immaginiamo una scala 0/10… ma la buona politica, o meglio i buoni politici hanno lo start dalle elezioni comunali… se sbagliamo a livello comunale come pretendiamo di avere professionisti a livello nazionale? Veniamo da due decenni di oblio, sarebbe ora di crescere, e per farlo servono, ed aggiungo meritiamo, persone competenti nei ruoli chiave! Stesso discorso lo potrei riportare anche nella PA, ne sto Pagando le conseguenze personalmente, dirigenti scadenti in posizioni importanti! Qui non ho commentato l’evento in sé, ma cosa fare… Leggi il resto »
Direttore il suo programma è condivisibile, il problema è che San Benedetto non ha le risorse umane, e di conseguenza politiche, per provare a discutere di questi temi. Sono i cittadini stessi che esprimono mediocrità e rassegnano la città alla medesima fine, discorso che esula dalla singola vicenda in questione che secondo me non è negativa come la definisce Assenti.
Mi viene una domanda… se non ci sono le risorse umane, come del resto credo anche io… quale è la soluzione?
Vedo in consiglio persone passate con solo 80/100 voti, con una preparazione davvero
approssimativa (qualcuno anche eletto con 220 voti per dire la verità) forse è il caso di evitare i riempi lista e di
scegliere i candidati in base alla propria preparazione e competenza? Lo so è una mia illusione, e tale resterà!
io credo che San Benedetto città’, intendo come bellezza, non abbia nulla da invidiare alla riviera romagnola , ma la mentalita’ , fino a quando rimarrà’ questa, non sarà’ mai possibile fare il salto di qualità’,piano regolatore fermo da decenni,ecc.ecc, solo lo stadio ci invidiano tutti oggi, ma se non era un privato (folle), che spendeva più’ di 3.000.000,00 di Euro al posto del comune, in cambio di niente, se non insulti, se non ricordo male,oggi era chiuso e alla stregua del Ballarin, che tutti si gonfiano il petto ad osannare la sua riconversione, in tempi di campagna elettorale, ma… Leggi il resto »
Concordo con te… Pensa, come aggravante, che seppur non che non abbiamo la mentalità romagnola, siamo però quelli che nelle Marche gli andiamo un pò vicino… Chi più chi meno, questa estate, poco dopo il 15 di Agosto, ho assistito alla chiusura di uno Chalet alle 20,30 con i clienti ancora in spiaggia, basta dire questo!. Molti parlano di Senigallia, ma chi ci è stato davvero, chi si è fatto un giro da quelle parti, sa che siamo di un livello nettamente superiore per strutture, città e servizi… Poi loro però hanno indovinato 3 mosse, non 100 ma solo 3:… Leggi il resto »
lei che ne pensa direttore?l
Sono fatti, non parole
al netto di quello che ‘ rientrato e non pagatp, grazie ad un concordato extragiudiziale si, ma gli altri soldi chi li ha messi?ragazzi, la domenica, quando vediamo la serie A, il 70% dei campi sono scoperti, andatevi a riguardare l’intervista che fece Antonio Conte,che si alleno’ al Riviera col Siena nel 2010, ma di questo purtroppo ci si dimentica.Io no