ALLEGRIA E BUON ANNO. Innanzitutto un buon 2017 ricco di serenità a tutti i nostri lettori. È stato un anno così così nel quale la svolta più importante si è avuto nel comune di San Benedetto del Tronto con un cambio forse epocale e imprevisto alla guida della città. Il centro destra è riuscito a compattarsi talmente bene da eleggere il proprio candidato sindaco. Un po’ a sorpresa ma oggi si sta rilevando necessario. Non riusciamo infatti a capire come Paolo Perazzoli, che sarebbe stato comunque un buon sindaco, ma con una ‘corte’ difficile da domare. Per gli altri candidati le possibilità erano minime per motivi vari. Il mio augurio è che tutti iniziassimo, almeno per quel che riguarda San Benedetto,  a darci una mossa. Prendo e credo debbano farlo tutti la “protesta” di Sandro Assenti come uno stimolo, un input a fare meglio ma molto meglio di quanto fatto finora.

MAI UN CAPODANNO PEGGIORE IN CASA SAMB

DA ESPRESSO ROSSOBLU. Purtroppo c’è poco da stare allegri in casa Samb. Le ultime due sconfitte sono arrivate da due derby poco sentiti ma tali sono. Una sconfitta così con i nostri cari cugini farebbe saltare il banco. Il titolo “ALLEGRETTI MA MICA TANTO” è un po’ controverso ma credo che spieghi bene l’andamento della gara. Se per la Samb in questo momento c’è poco da ridere, anche la squadra del goleador Allegretti non può dire di aver meritato i tre punti che sono arrivati grazie a grossolani errori dei giocatori in maglia rossoblu (lo ha ammesso in sala stampa lo stesso allenatore ospite che, per esempio, è stato molto più onesto di mister Brevi domenica scorsa a Padova) e con la collaborazione non dovuta del direttore di gara. Non vorremmo che fosse soltanto lui (Balice) a poter essere allegro dopo il secondo derby consecutivo perso dalla Samb. In effetti le ultime designazioni arbitrali sono state tutte deleterie per il risultato finale. E peggio sarebbe stato senza le parate di Aridità.  Dice bene il presidente Fedeli che l’arbitro fa parte del gioco e che le partite le decidono i calciatori ma proprio perché fa parte del gioco capita che decida lui chi deve vincere o perdere o pareggiare. Belice di Termoli probabilmente voleva il pareggio ma i giocatori rossoblu ci hanno messo di loro e la gara è finita con l’ennesima delusione del secondo derby consecutivo perso in casa dopo quello con l’Ancona.

Sicuramente adesso il presidente se la prenderà con Palladini e magari gli chiederà di dimettersi perché lui guarda agli errori singoli e non è portato a fare l’analisi complessiva di una sconfitta. Oggi per esempio non avrà sopportato la sostituzione di Di Massimo fino a quel momento, per molti, il migliore in campo. Errore del mister evidenziato dal fatto che Mancuso, dopo l’uscita dell’ex Juventus, ha tenuto bene il ruolo di punta centrale. Pur sbagliando anche lui un gol facile-facile. Tutto vero ma non si può negare che sia a Padova che oggi la Samb ha fatto ottime partite non concretizzate anche per la carenza cronica di un centravanti vero, di un  rapinatore d’area da serie C, non di più. Buono l’esordio (vero) di Vallocchia del quale vale la pena di tenerne conto nelle prossime gare.

Che succederà adesso non è facile da capire ma io credo che il presidente debba fare un passo indietro (piccolissimo perché di più non gli si può chiedere) e lo staff dirigenziale deve fare il Kissinger della situazione in un confronto tra tecnico e patron, sia per attenuare certe tensioni sia per parlare serenamente di futuro. Probabilmente pesa più di altri fattori la lontananza da San Benedetto di Franco Fedeli. Un conto è vivere certe situazioni da vicino, un altro da Roma e per sette giorni impegnato a fare altro. Colpevolizzare chicchessia lo ritengo sbagliato  in questo momento storico.

Lo dico anche a chi dà alla società, e a Fedeli in particolare, colpe che ritengo strumentali e che provengono da lontano. Per fortuna una piccola parte mentre il resto composto da persone sagge (per esempio i tifosi più anziani) dà ragione al presidente “Fa bene a fare così, ieri i giocatori hanno fatto errori gravissimi. Forse si sono adagiati visto che è lui li paga sempre e puntualmente. Se se ne andasse sarebbe la nuova ‘morte’ per la nostra gloriosa società”

In sala stampa ieri regnava uno strano clima disteso. Forse perché nonostante le sconfitte la squadra non ha giocato male? Anche ma non solo. Ritengo che il motivo vero sia da ricercare in un momento in cui la società (il suo presidente in particolare), viene vista all’origine di certi risultati negativi. Per dirla in due parole “Il presidente pretende anche quello che non ha”, si dice.

Sbagliato perchè tenere squadra e allenatore sempre sui carboni ardenti è compito proprio di chi comanda. Anche perché la frase spesso sentita dai calciatori (siamo professionisti) deve valere sempre. Insomma non devono farsi influenzare, proprio per il loro status, da tensioni interne ed esterne che nel calcio sono il pane quotidiano. Diventa invece un effetto negativo il contrario quando in piazze mosce e con presidenti troppo buoni (vedi Matelica), i calciatori pensano solo ai soldi e magari a fare i propri comodi, sforzandosi lo stretto necessario.

Comunque, tanti sorrisi ‘seppur sotto sotto’ in sala stampa, non me li aspettavo, in altri tempi decisione arbitrali così determinanti per il risultato avrebbero fatto saltare i nervi (si sa che in sala stampa non ci sono solo giornalisti) e il direttore di gara avrebbe faticato ad uscire dallo stadio. Senza voler aizzare il popolo, una volta era così e magari certe ingiustizie una squadra come la nostra non le subiva così consecutivamente.

Secondo me, serve a breve un incontro tra tutti gli addetti ai lavori, durante il quale ognuno può dire la sua ma lasciando giustamente l’ultima parola  al presidente, Magari in una cena. Sarei disposto ad organizzarla anche perché in passato mie iniziative simili hanno sempre portato buoni risultati e rassenerato l’ambiente. Se la società è disponibile credo che stampa e altri addetti ai lavori non si tirerebbero indietro. Siamo o non siamo giornalisti-tifosi. Anche con la presenza degli sportivi perchè no?

Adesso è il momento di costruire e tutti dobbiamo contribuire a farlo.