TERAMO – Se le Province restano in Costituzione, allora, bisogna restituire le risorse per strade e scuole. “Soldi per i servizi e per la sicurezza – sintetizza il presidente Renzo Di Sabatino, il 23 dicembre, nel corso della consueta conferenza stampa di fine anno – per noi si traduce in sicurezza per chi viaggia e sicurezza per gli studenti e per chi dentro le scuole lavora”. Non solo, quindi, riparazione del danni fatti dal sisma, ma “investimenti e risorse per garantire alla comunità una serena convivenza con il fatto di vivere in una zona ad alto rischio sismisco”. E a questo proposito la notizia che l’ufficio sarà rinforzato con due ingegneri esterni per mandare velocemente avanti i progetti e una serie di investimenti già previsti nel bilancio approvato (vedi scheda allegata).

Questo il primo pensiero, il 23 dicembre, in occasione di un bilancio che segna anche il passaggio fra il “vecchio” e il nuovo Consiglio, quello che verrà eletto il prossimo 8 gennaio: “E’ chiaro che la vittoria dei No al referendum pone una serie di questioni non ultima quella relativa alle modalità di elezioni delle Province. Devo dire, però, che uno degli indubbi vantaggi delle elezioni di secondo livello è l’esperienza degli eletti, tutti amministratori. Maggioranza e minoranza non hanno perso tempo in beghe politiche, hanno collaborato per portare risultati alla comunità”.

Non sono ricandidati il consigliere Graziano Ciapanna, delegato all’edilizia scolastica “subentrato in un momento molto difficile e che ha seguito con grande attenzione tutta la partita del dopo sisma” ha specificato Di Sabatino e poi la vicepresidente Barbara Ferretti e il consigliere Massimo Vagnoni. Scelte personali ma anche politiche visto che hanno rilanciato l’impegno nei rispettivi Comuni, Atri e Martinsicuro.

Un tema centrale, nella relazione del Presidente, il lavoro e l’economia: “I dati consegnano un mandato: fare presto. Abbiamo portato a casa l’area di crisi complessa Vibrata-Tronto, ne abbiamo chiesta un’altra, un’area di crisi semplice, per il “sistema lavoro Teramo”. Dobbiamo fare presto, però, servono subito i bandi e i finanziamenti perché l’occupazione è al palo”.

Fra le emergenze segnalate quelle riguardanti le cooperative sociali: “L’ultimo anno è stato costellato da vertenze che riguardano le cooperative del terzo settore, sanità e sociale, in difficoltà perché la filiera del pubblico paga con ritardo. Un problema sul quale dobbiamo intervenire”.

I dati, di quello che doveva essere un bilancio di transizione, sono soddisfacenti (vedi scheda allegata)i: “Quarantadue milioni di opere pubbliche appaltate nel 2016, duecentoquarantuno contratti stipulati: risorse che sono entrate in circolo nell’economia locale”. A questi si aggiungono le risorse dei due Accordi di programma per la ricostruzione post sisma 2009 riguardanti i Comuni di Tossicia e Colledara: 60 milioni di euro  a favore del comparto edilizio e del suo indotto che nel 2017, dopo l’approvazione dell’Ufficio di Fossa per la ricostruzione, andranno in gara.

Nel 2017, inoltre, ci sono fa gestire i progetti del Masterplan, per la Provincia le piste ciclabili (quella del Tordino in primis) il porto di Giulianova, il supporto tecnico per la realizzazione della casa dello Studente.

La questione delle “funivie” quella di Teramo e quella di proprietà della Provincia, la cabinovia dei Prati di Tivo. “Sono strumenti che devono essere a servizio di un progetto, di un disegno strategico, non sono l’oggetto. Noi abbiamo messo in liquidazione la società per azioni Gran Sasso Teramano  ma ci vogliamo giocare una scommessa sul rilancio del turismo montano: tutt’altro che disimpegno. E anche per il progetto della funivia di Teramo a servizio del polo Universitario la posizione della Provincia è da anni la stessa visto che è prevista in tutti i documenti di programmazione insieme alla  metropolitana di superficie. Sono progetti strategici e non possono essere barattati con altre tipologie di interventi. Se parliamo di urgenze anch’io dico che mi servono soldi per le scuole. Ma qui stiamo parlando di un finanziamento destinato a opere, basta leggersi la delibera del Cipe, che disegnano le strategie del futuro prossimo. Se mi dici no mi devi anche spiegare qual è la tuo modello alternativo”.

I consiglieri “uscenti”. Graziano Ciapanna: “Non mi soffermo sulla mia non candidatura, perché si è scritto molto. E’ stata una bella esperienza con belle persone, io, come altri, mai avrei immaginato la qualità del personale della Provincia, messo a prova, in questi anni e negli ultimi mesi, da avvenimenti davvero difficili”. Barbara Ferretti: “lascio per motivi personali e professionali, avrò più tempo per dedicarmi al mio impegno politico ad Atri. Ho la certezza che delle Province non si può fare a meno e che torna centrale il tema della qualità urbanistica e ambientale di un territorio, un tema che prevede il ruolo di un ente intermedio”. Massimo Vagnoni: “Lascio per dedicarmi ad altri appuntamenti politici – ha detto – e questa è stata un’esperienza che, oltre ad avere lasciato progetti ed opere molto concrete, mi tornerà utile nel percorso futuro”.