SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’Ancona non vinceva a San Benedetto dal 1934 e bastano 82 anni di storia cancellati in una domenica sfortunata per aprire ufficialmente il tema di “crisi” per la squadra di Palladini, che con 3 punti in 4 partite, di cui tre in casa e tutti con avversarie che sono nella parte bassa della classifica, viene a mancare nel momento in cui si pensava che invece i rossoblu potessero emergere.

La Samb è sempre nella parte alta della classifica, ma occorre a questo punto gettare “ghiaccio” laddove la presidenza focosa e la tifoseria passionale rischiano di gettare fuoco. Ad ognuno il suo ruolo e alla critica giornalistica l’obbligo di razionalizzare. Vediamo come.

  1. Ogni squadra ha dei passaggi a vuoto all’interno del campionato. Questo è quello dei rossoblu. Il rischio è che non si riesca a capirne il motivo e a continuare su questo binario.
  2. Alcuni punti di forza della squadra nella prima parte del campionato adesso sono diventati punti di debolezza, semplicemente perché gli avversari hanno studiato il gioco dei rossoblu e sanno come limitare la sua forza. Ci riferiamo essenzialmente al centrocampo rossoblu, sia perché la difesa non mostra eccessivi abbassamenti di tono (gli alti e bassi di Di Filippo c’erano anche prima) sia perché i problemi dell’attacco erano noti anche in precedenza. Berardocco-Sabatino-Lulli sono stati la spina dorsale che ha consentito ai rossoblu di inanellare una ottima serie di risultati. A Bassano Berardocco si è infortunato e dal suo rientro le cose non sono più tornate come in precedenza. Il regista basso dei rossoblu è un ottimo portatore di palla e sa decifrare il gioco come pochi altri. Appunto per questo gli avversari adesso lo “marcano ad uomo”, ovvero esercitano su di lui un pressing costante, impedendogli di giocare con tranquillità i palloni che partono dalla difesa o che ritornano dietro a causa degli avversari posizionati. Il 4-3-3 così diviene prevedibile e limitato proprio nel suo giocatore fulcro.
  3. Se in attacco Fioretti e Sorrentino restano incapaci di segnare (ma il secondo sta giocando nuovamente su buoni standard), si segnala però la pesante involuzione di Tortolano, reduce da quattro partite sempre insufficienti mentre in precedenza era stato uno dei punti di forza della Samb, e anche l’appannamento di Mancuso. Se consideriamo la non completa affidabilità di Di Massimo, il reparto offensivo sta complessivamente attraversando un momento complicato.

A fronte di questi elementi di (temporanea?) debolezza, e considerando gli altri punti dolenti noti anche nei momenti positivi, le considerazioni che possiamo fornire sono le seguenti:

a. Sul fronte dell’imminente riapertura del calciomercato è necessario trovare un centravanti di riferimento, considerando che nessuna squadra può coltivare ambizioni particolari senza un numero 9 in grado di dare un contributo all’altezza.

b. Va risolto l’enigma difensivo su Di Filippo. Il ragazzo ha delle qualità ma poi soffre e come oggi una sua piccola disattenzione è stata sufficiente per decidere l’incontro.

c. Berardocco e Tortolano oggi non valgono i calciatori di inizio anno. Una loro sostituzione o mirerà ad insistere sul 4-3-3, con Damonte e Di Massimo, oppure potrebbe portare ad un nuovo schema di gioco, il 4-4-2 o, in occasioni particolari, il 4-2-3-1 (trasformabile in fase difensiva in 4-4-1-1). Questo esenterebbe Berardocco ad essere un giocatore imprescindibile del centrocampo.

d. Al di là degli schemi di gioco, è la serenità e il lavoro di Palladini che saranno in grado di fare nuovamente la differenza. I play off sono alla portata anche se al momento ulteriori sogni di gloria sono da rimettere dentro il cassetto. La società può intervenire con due acquisti mirati (terzino, centravanti) e qualche rincalzo ben calibrato.

e. La tifoseria rossoblu sarà vicino alla squadra e alla società e se nel corso del campionato le cose non dovessero migliorare, si inizi a pensare all’anno a venire ripartendo dall’ossatura della stagione in corso. Ma adesso è presto per pensare a così lontano.