RICEVIAMO e PUBBLICHIAMO

Finalmente se ne comincia a parlare anche ad Ascoli. Cominciano a prendere forma, con elaborati tecnici, gli studi di fattibilità dell’Ospedale Unico del Piceno. Questa è una importante notizia che va nel senso di una soluzione ormai improcrastinabile indicata già da molto tempo dalle difficoltà, carenze e , a volte, disservizi che l’assistenza sanitaria di questa parte della Regione era capace di offrire ai propri residenti.

Tutti hanno finalmente capito che così non si può andare avanti, a meno che i due Ospedali, Mazzoni e Madonna del Soccorso, non ritornino ad avere i Reparti di Base soppressi. Non a caso si parla dei due Ospedali rimasti della Provincia, quello di Ascoli e quello di San Benedetto, come “Ospedali monchi”, “mezzi Ospedali” , e dei nostri malati come “malati a quattro ruote”. I tagli arrecati al nostri organici sanitari e lo smantellamento dei nostri Reparti ospedalieri, in nome della riorganizzazione e della razionalizzazione delle risorse, hanno creato, specialmente al Madonna del Soccorso, già carente da sempre, una struttura sanitaria così sovvertita che non è più degna di chiamarsi Ospedale.

I lavori eseguiti rendono ormai impossibile ripristinare la funzionalità di un tempo. E quando si legge che ad Ascoli delle cinque sale operatorie del nuovo Blocco Operatorio, appena inaugurato, solo tre sono utilizzabili a causa di infiltrazioni di acqua piovana e le liste operatorie vengono rallentate perché manca personale di anestesia, in quanto si è fatta la Recovery Room (Sala di Risveglio) dislocata dal Blocco operatorio, viene spontanea l’osservazione di fermare questo gettito di denaro pubblico e di concentrarlo in una unica struttura che funzioni al meglio.

Se si continua a delocalizzare i Servizi di uno stesso Reparto, sia all’interno dell’ Ospedale che tra i due ospedali, è ovvio che saranno necessari sempre più personale e attrezzature. Questo concetto le Direzioni sanitarie dei rispettivi Presidi dovrebbero tenerlo bene a mente e non improvvisare dei percorsi organizzativi, per rimediare a codeste carenze, assai più pericolosi sia per gli operatori sanitari che per gli assistiti.

Si ricorda che all’Ospedale di S.Benedetto la Recovery Room non fu mai realizzata, nonostante il suo progetto, unico fra tutti i progetti presentati dalla Zona 12 all’Asur, fosse stato approvato dalla Regione nel 2004 nell’ambito dei Progetti di Sviluppo e finanziato dalla Fondazione Carisap con il Piano pluriennale 2008-2010. Così vanno le cose!

Ora sentire che la recente riunione tra i due sindaci di Ascoli e San Benedetto con le rispettive Giunte non ha più discusso, come nel recente passato, della insensata equa distribuzione dei servizi ospedalieri ma ha posto , oltre la ormai assodata necessità condivisa da tutti di uno Ospedale Unico, anche la legittima richiesta di avere una Azienda Ospedaliera Unica del Sud delle Marche con una sua autonomia gestionale economica e finanziaria per puntare all’eccellenza delle prestazioni, ci trova tutti consenzienti.

Certamente non è passata inosservata la indicazione dell’Ospedale unico in anteprima “sui colli piceni”. E perché non in pianura? Visto il momento, ci si sarebbe , in primis, dovuti preoccupare della sismicità del luogo, ovunque esso sia . Poi. a seguire , si sarebbero valutati tutti gli altri criteri e parametri che sono stati più volte esposti e che sicuramente faranno parte degli algoritmi che la Regione e il Collegio dei Sindaci dell’A.V. 5 predisporranno ed esamineranno per individuare l’area migliore.

Comunque, per il momento, la cosa più importante è la realizzazione di un ospedale unico, piuttosto che avere due mezzi ospedali che mettono quotidianamente a rischio la vita dei nostri pazienti e puntare tutti insieme, con tutte le nostre energie, alla realizzazione, nel Piceno, dell’Azienda Ospedaliera Marche Sud.

Firmato:

Dott. Mario Narcisi,ex Direttore del DEA dell’Ospedale di S.B.T. e rappresentante territoriale dell’AAROI-EMAC . (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani e Medici dell’Emergenza Accettazione)

S.Benedetto del Tronto lì, 4-12- 2016

NOTA DEL DIRETTORE

Nulla da dire sugli auspici del dottor Mario Narcisi se non che l’unica novità che appare è la possibilità che la nuova struttura potrebbe sorgere sui colli piceni, senza capire bene di quali colli si tratta: sempre tra Ascoli e San Benedetto o in altro posto?

Perché il fatto che se ne torni a parlare non dice niente. Anche perché i nostri lettori ben ricordano che, qualche tempo fa, ai tempi di Gaspari si sottoscrisse insieme al governatore Ceriscioli una specie di accordo che formalizzava la prima pietra e la nascita della nuova struttura unica. Peccato che a quei tempi (oserei dire anche) si era in prossimità di consultazioni elettorali. Peccato.