ROMA – Un Paese che viaggia a 2, forse 3 velocità: è la foto dell’Italia che restituisce la 18^ indagine sulla Qualità della vita, condotta da ItaliaOggi e dall’Università “Sapienza” di Roma, con il coordinamento di Alessandro Polli del Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche. Si tratta del più completo studio statistico sul tema, pubblicato annualmente con un duplice obiettivo: stimolare il dibattito sui percorsi da intraprendere per incrementare il benessere (non solo economico) delle comunità locali; misurare e rendere di dominio pubblico il gap dell’azione politica e amministrativa, offrendo spunti e indicazioni per l’attività del policy maker e degli amministratori locali.

Anche quest’anno 110 province italiane sono state esaminate in maniera approfondita lungo 9 dimensioni d’analisi (affari e lavoro, ambiente, criminalità, disagio sociale e personale, popolazione, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero e tenore di vita), 21 sottodimensioni e ben 84 indicatori di base.

Dopo 5 anni, Trento scende al 2° posto e cede a Mantova lo scettro di provincia italiana dove si vive meglio (+3 rispetto al 2015). Un’altra novità del podio è Belluno, che sale al 3° posto dall’8°. Pordenone scivola al 4° (dal 3°) e Bolzano all’8° (dal 2°), mentre Siena entra nella “top 5”, guadagnando ben 6 posizioni rispetto al 2015. Agli antipodi c’è invece Crotone, 110° in classifica ma con significativi elementi di discontinuità: infatti sebbene il tenore di vita sia accettabile e la provincia addirittura tra le più virtuose riguardo a criminalità e popolazione, la maglia nera è dovuta agli aspetti relativi ad affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero.

Dal punto di vista complessivo, lo scenario purtroppo non è dei migliori, visto che ben 54 province su 110 (quasi la metà) hanno una qualità di vita scarsa o insufficiente. Il caso più eclatante è Roma, che precipita all’88° posto perdendo così 19 posizioni in un anno e addirittura 31 rispetto al 2014. Ma è tutt’altro che un’eccezione tra i grandi centri, casomai “la regola”. Perché quest’anno  le grandi aree urbane arretrano tutte, da Milano (56°) che scende di 7, a Napoli (108°) che ne perde 5 e schizza in coda. Si salva solo Torino che guadagna 6 posizioni, ma non va oltre un modestissimo 70° posto.

“A conferma di questa tendenza, come rilevato anche lo scorso anno, nelle province con popolazione superiore al milione in genere la qualità della vita peggiora. Mentre nelle province medio-piccole è stabile o in miglioramento – spiega ItaliaOggi – A livello di macro-aree, Nord-est e Centro reggono meglio il colpo della crisi, di contro soffre il Nord-ovest e in particolare il Sud e le Isole, dove si è persa traccia di quel cluster di province individuato qualche anno fa, nel quale il livello era superiore a quello prevalente nelle altre province meridionali e insulari”.

Niente male le marchigiane, visto che sono tutte nella prima metà della classifica e non scendono oltre il 43° posto di Macerata, che tuttavia perde ben 16 posizioni rispetto al 2015. Fa un po’ meglio Fermo (40°), che si porta a +5. Invece Ancona (35°) si supera guadagnando ben 21 posizioni, uno dei migliori risultati dell’intera classifica. Immediatamente sopra c’è Pesaro e Urbino (34°), seppur in leggera discesa (-2).

Ottimo risultato per Ascoli Piceno, che totalizza quasi 772 punti su 1000 e conquista così un invidiabile 18° posto (+2), confermandosi tra le prime 20 province in cui si vive meglio. Ma si tratta pur sempre di un giudizio complessivo. Difatti considerando separatamente le varie dimensioni e sottodimensioni dell’analisi, non va sempre così bene. Anzi.

Le elenchiamo di seguito, evidenziando in grassetto i punti più critici, che la portano nella seconda metà della classifica (dal 56° posto).

Partiamo dalla dimensione “Affari e lavoro”, dove Ascoli Piceno (70°) certo non brilla nella classifica complessiva (la vicina Fermo è al 14°). Vediamo le sottodimensioni:
98° posto per la “Dimensione negativamente associata con la qualità della vita”,
49° per la “Dimensione positivamente associata con la qualità della vita”,
58° per il “Tasso di occupazione”,
106° per “Importo medio dei protesti per abitante”,
34° per “Numero di clienti corporate banking per 100 imprese registrate”,
58° per “Tasso di disoccupazione”,
11° per “Numero di imprese registrate per 100 mila abitanti”,
34° per “Imprese cessate ogni 100 imprese attive”.

Nella sezione “Ambiente” il risultato globale è eccellente: Ascoli Piceno è nella “top ten”, al 9° posto. Tuttavia potrebbe sorgere qualche perplessità osservando le varie sottodimensioni:
8° posto nella “Classifica sottodimensione associata negativamente con la qualità della vita”,
54° nella “Classifica sottodimensione associata positivamente con la qualità della vita”,
6° per “Concentrazione biossido d’azoto”,
1° per “PM10 n° giorni di superamento della media mobile sulle 8 ore di 50 μg/m3”,
20° per “Dispersioni nella rete idrica”,
30° per “Consumi idrici pro capite sull’erogato”,
66° per “Produzione di rifiuti urbani”,
95° per “Autovetture circolanti per 100 abitanti”,
88° per “Motocicli circolanti per 100 abitanti”,
23° per “Consumo annuo pro capite di energia elettrica”,
7° per “Potenza pannelli solari fotovoltaici installati sugli edifici comunali”,
83° per “Piste ciclabili”,
5° per “Zone a traffico limitato”,
101° per “Verde pubblico”,
61° per “Frazione di territorio destinato ad aree verdi nel comune capoluogo”,
27° per “Capacità di depurazione delle acque reflue”,
69° per “Uso del trasporto pubblico”,
62° per “Raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani”.

Molto buono il posizionamento nella classifica finale sulla “Criminalità”, dove Ascoli Piceno è all’11° posto. Ma anche qui, le cose possono cambiare molto tra una sottodimensione e l’altra:
8° posto nella “Classifica sottodimensione reati contro la persona”,
39° nella “Classifica sottodimensione reati contro il patrimonio”,
2° per “Omicidi volontari per 100 mila abitanti”,
7° per “Omicidi colposi e preterintenzionali per 100 mila abitanti”,
11° per “Tentati omicidi per 100 mila abitanti”,
33° per “Lesioni dolose e percosse per 100 mila abitanti”,
11° per “Violenze sessuali per 100 mila abitanti”,
36° per “Sequestri di persona per 100 mila abitanti”,
65° per “Reati connessi al traffico di stupefacenti per 100 mila abitanti”,
35° per “Reati connessi allo sfruttamento della prostituzione per 100 mila abitanti”,
63° per “Scippi e borseggi per 100 mila abitanti”,
50° per “Furti d’auto per 100 mila abitanti”,
36° per “Furti in appartamento per 100 mila abitanti”,
69° per “Altri furti per 100 mila abitanti”,
1° per “Estorsioni per 100 mila abitanti”,
81° per “Rapine in banche e uffici postali per 100 mila abitanti”,
15° per “Altre rapine per 100 mila abitanti”,
70° per “Truffe e frodi informatiche per 100 mila abitanti”,

Eccellente risultato riguardo al “Disagio sociale”, dove Ascoli ottiene complessivamente il 5° posto. Che potrebbe stupire se si guardano le singole sottodimensioni:
72° posto per “Infortuni sul lavoro per 1.000 occupati”,
59° per “Morti per tumore ogni 100 morti”,
19° per “Morti e feriti per 100 incidenti stradali”,
24° per “Suicidi per 100 mila abitanti”,
14° per “Tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni”,
19° per “Reati a sfondo sessuale contro minori per 100 mila abitanti”,
48° per “Ospedalizzazione per disturbi psichici ogni 1.000 abitanti”,
87° per “Disabili per 1.000 residenti”.

Le cose vanno male nella classifica per “Popolazione”, dove Ascoli è solo al 76° posto. Nello specifico:
61° nella “Classifica sottodimensione associata negativamente con la qualità della vita”,
70° nella “Classifica sottodimensione associata positivamente con la qualità della vita”,
53° per “Densità demografica”,
46° per “Emigrati ogni 1.000 residenti”,
76° per “Morti ogni 1.000 residenti”,
68° per “Immigrati ogni 1.000 residenti”,
80° per “Nati vivi ogni 1.000 residenti”,
31° per “Numero medio componenti famiglia”.

Per Ascoli 17° posto nella “Classifica finale servizi finanziari e scolastici”, nel dettaglio:
38° nella “Sottodimensione servizi finanziari”,
26° nella “Sottodimensione dei servizi di istruzione media superiore”,
7° per “Numero ATM per 100 mila abitanti”,
89° per “Numero clienti di phone banking per 100 mila abitanti”,
28° per “Numero sportelli bancari per 100 mila abitanti”,
61° per “Numero medio di classi per 100 studenti nella scuola media superiore”,
43° per “Numero scuole superiori per 100 mila abitanti”,
9° per “Numero studenti scuola media superiore ogni 1.000 abitanti”.

Sulla “Salute” Ascoli perde colpi e si attesta verso metà classifica, al 51° posto. In alcune sottodimensioni la situazione è parecchio critica:
90° nella “Sottodimensione organico medici e personale infermieristico”,
70° nella “Sottodimensione posti letto in reparti specialistici”,
5° per “Sottodimensione apparecchiature diagnostiche”,
64° per “Medici ospedalieri per 100 posti letto”,
86° per “Personale infermieristico per 100 posti letto”,
82° per “Personale tecnico-sanitario per 100 posti letto”,
93° per “Altro personale per 100 posti letto”,
55° per “Posti letto in ostetricia e ginecologia per 1.000 abitanti”,
20° per “Posti letto in cardiologia, cardiochirurgia e unità coronariche per 1.000 abitanti”,
63° per “Posti letto in rianimazione e terapia intensiva per 1.000 abitanti”,
92° per “Posti letto in reparti di oncologia per 1.000 abitanti”,
3° per “Numero TAC e RMN per 1.000 abitanti”,
76° per “Numero apparecchiature emodialisi per 1.000 abitanti”,
4° per “Numero gruppi radiologici per 1.000 abitanti”,
37° per “Numero ventilatori polmonari per 1.000 abitanti”.

Meglio, ma nemmeno più di tanto, per ciò che riguarda il “Tempo libero e turismo” dove Ascoli si classifica al 40° posto. Nel dettaglio:
18° nella “Classifica sottodimensione delle strutture dedicate al turismo”,
69° nella “Classifica sottodimensione delle strutture dedicate al tempo libero”,
20° per “Agriturismo per 100 mila abitanti”,
21° per “Alberghi per 100 mila abitanti”,
21° per “Ristoranti per 100 mila abitanti,
15° per “Bar e caffetterie per 100 mila abitanti”,
104° per “Sale cinematografiche per 100 mila abitanti”,
25° per “Palestre per 100 mila abitanti”,
41° per “Associazioni ricreative, artistiche, culturali per 100 mila abitanti”,
99° per “Librerie per 100 mila abitanti”.

Quanto a “Tenore di vita” Ascoli si piazza al 38° posto, di cui:
68° nella “Classifica sottodimensione positivamente associata con la qualità della vita”,
28° nella “Classifica sottodimensione negativamente associata con la qualità della vita”,
68°per “Spesa media mensile pro capite per consumi”,
73° per “Importo medio mensile pensione”,
58° per “Valore aggiunto pro capite”,
53° per “Depositi bancari pro capite”,
71° per “Prezzo al mq appartamento nuovo in zona semicentrale”,
22° per “Variazione dei prezzi al consumo”.

Dopo certi numeri, che in molti casi lasciano davvero perplessi, l’invidiabile diciottesima posizione di Ascoli potrebbe sembrare un miracolo. Ma non lo è. In questo caso potrebbe essere accaduto il contrario di ciò che, per esempio, ha fatto precipitare Crotone in fondo alla classifica: che non è certo ultima “indistintamente” in tutto, ma si è ritrovata tale perché alcuni aspetti hanno pesato. Similmente Ascoli, sembra aver guadagnato terreno soprattutto nelle dimensioni di “Disagio sociale” (5° posto), “Ambiente” (9° posto), “Criminalità” (11° posto) e “Servizi finanziari e scolastici” (17° posto), tutti valori migliori di 18 . Senz’altro molto lontani da quelli che registrano altre più critiche, non meno significative per la qualità di vita, come “Popolazione” (76°), “Affari e lavoro” (70°) e “Salute” (51°).

I morti superano i vivi? Il lavoro scarseggia? Non ci si può curare? Però possiamo andare al cinema. Sempre se si trova, visto il 104° posto. Meglio un bar o un ristorante. Un agriturismo.

Così mangiamo per dimenticare.