SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Puntata numero due della serie “Dehors” che a chiamarla così avrebbe anche un certo appeal televisivo. “Nell’episodio pilota” il consigliere Carmine Chiodi e l’assessore Filippo Olivieri, in veste di “poliziotti buoni” annunciavano un incontro con gli esercenti, avvenuto ieri, per risolvere la questione degli spazi all’aperto, che coinvolge principalmente i bar e le attività di ristorazione.

I due protagonisti introdotti nella puntata precedente (che potete leggere qui) sostanzialmente, a fronte della “pressione” della Soprintendenza che considera irregolari sia gli attuali spazi sia il regolamento che li disciplina, annunciavano “dieci giorni di tempo” la cui decorrenza era tutta da concordare per conformare gli attuali “spazi aperitivo” se vogliamo chiamarli così, al regolamento vigente. Tutto questo prima di scriverne uno nuovo nel 2017. In sostanza il messaggio ai titolari era non vogliamo fare gli ‘sceriffi’ (con questa frase davvero pronunciata in conferenza stampa) ma voi veniteci incontro e mettetevi in regola.

Linea dura. Dopo l’incontro di ieri con gli stessi esercenti  il messaggio fatto passare inizialmente dall’Amministrazione è stato forse ritenuto troppo “morbido”. E allora oggi si è deciso di cambiare il “cast” della fiction che ci ha regalato l’entrata in scena del “poliziotto cattivo” Bruno Gabrielli. Il presidente del Consiglio Comunale ha annunciato quella che nei fatti sarà una linea dura nei confronti dei dehors irregolari. 

Multa e sospensione. Il piano è questo: gli spazi all’aperto non conformi al regolamento comunale saranno non solo multati (50 euro la sanzione prevista) ma l’autorizzazione sarà anche sospesa e quindi gli spazi non saranno fruibili dal pubblico fino a che non saranno messi in regola. “Noi non ce l’abbiamo con nessuno” sottolinea Gabrielli “vogliamo solo ripristinare la legalità dove manca, d’altronde i progetti per i dehors autorizzati erano conformi al regolamento, chiediamo solo che ci si attenga al progetto originario che ciascun esercente ha presentato”.

Ma allora quanti fra i dehors di San Benedetto sono a norma? A sentire il vice comandante della Polizia Municipale Giuseppe Coccia ben pochi. “Molti degli spazi all’aperto in città presentano, chi più chi meno, irregolarità rispetto al piano di occupazione del 2010”. E tante sono le sanzioni elevate nel corso degli anni, “decine e decine in 6 anni” sottolinea Coccia, che spiega come le principali violazioni riguardano “il rispetto delle misurazioni”  e in particolare dei “20 centimetri liberi” che dovrebbero esserci fra il tetto delle strutture e i pannelli laterali.

Verso un nuovo regolamento. Per quanto dura e inflessibile verso chi è irregolare però, la linea varata da Gabrielli non sarà durissima visto che il nuovo indirizzo, fatto anche di pene accessorie come la sospensione, entrerà nella fase clou dopo le festività natalizie. Da gennaio dunque “tutti in riga”, in attesa però di nuove disposizioni. Già perché probabilmente il primo adeguamento non basterà visto che una lettera della Soprintendenza, datata febbraio 2016, obbliga il Comune a riscrivere il regolamento per conformarlo alla legge. Ai titolari delle attività però verrà dato tempo promette Bruno Gabrielli: “una volta approvato il nuovo regolamento daremo tempo, magari un anno per fare i lavori”. Che a quel punto saranno definitivi.

Vince l’aspetto tecnico sul processo politico?  La linea è dunque decisa e sarà quella più veloce per conformarsi alle richieste tecniche “gridate” da Ancona. Non tutti però sembrano condividere il percorso. Filippo Olivieri infatti, intercettato da Riviera Oggi, ribadisce come la sua idea era quella “di un percorso che ascoltasse gli esercenti e la Soprintendenza prima prima di avviare le discussioni politiche con i consiglieri di maggioranza e il Sindaco”. Evidentemente però la lettera di febbraio, e probabilmente dei colloqui più recenti, hanno spinto Bruno Gabrielli a forzare un po’ la mano. E forse per evitare conseguenze più gravi come i sequestri. Laconica infatti la chiosa del Presidente del Consiglio: “Ricordiamoci che la lettera della Soprintendenza è stata inviata anche alla Procura e ai Carabinieri”.