SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Figli di un dio minore” è un film del 1986 diretto dalla regista Randa Haines e incentrato sulle storie e vicissitudini di un istituto per sordi del New England. Il titolo del film è poi entrato, negli anni, nel lessico comune a indicare un gruppo o una categoria di persone che per qualche motivo possono essere considerati portatori di meno diritti o tutele rispetto ad altri.

“Figli di un dio minore” nell’esatta sequenza di parole è anche l’espressione usata da Peppe Giorgini, svestito per una volta dai panni politici, e in qualità di commerciante partecipante al meeting organizzato dall’Amministrazione con un folto gruppo di esercenti. Il succo dell’incontro con l’assessore Olivieri è proprio questo, un diffuso senso di abbandono verrebbe da dire, manifestato da chi “sta soffrendo tremendamente, sette delle attività associate con noi hanno chiuso” denuncia Davide Portelli presidente del’associazione Porto d’Ascoli Shopping Center.

“La Zona Sentina è abbandonata a sè stessa” e ancora “Porto d’Ascoli e i suoi negozi si sentono lasciati indietro” questo il tenore degli interventi di chi, sulla propria pelle, sente da anni il peso della crisi sulla capacità di spesa dei cittadini e che denuncia una sistematica lontananza delle istituzioni. E se a Porto d’Ascoli si “piange” neanche il centro di San Benedetto sembra essere poi un’isola così felice. Giovanni Parisciani, presidente della giovane associazione (nata in estate) “Occhio al Centro” parla laconicamente di una “San Benedetto che non è più il salotto che tutti vogliono visitare, c’è degrado e lo standard qualitativo non è più quello di un tempo”.

Accanto a queste istanze in tanti si lamentano anche dei mercati ambulanti. “I negozi sono vuoti da sempre nei giorni di mercato” denuncia Peppe Giorgini “da sempre ci sentiamo meno tutelati rispetto a chi evidentemente può contare su associazioni di categoria più forti politicamente”. Quello della coesistenza con le attività commerciali “mobili” come il mercato bisettimanale o i mercatini del week-end è un problema annoso  e di “difficile risoluzione” per stessa ammissione dell’assessore Filippo Olivieri che però dichiara di sapere che la soluzione non può che essere lo “spostamento del mercato in un’altra area che non sia di concorrenza con chi ha attività fisse”. Lo stesso assessore ha poi voluto far sentire la vicinanza delle istituzioni garantendo “l’impegno della politica, che è fondamentale per far crescere le attività commerciali”.

Accanto alle difficoltà però un barlume di speranza sembra esserci e non tutti si arrendono. “Abbiamo organizzato la Notte Bianca in 15 giorni” sottolinea ancora in un passaggio del meeting Giovanni Parisciani che infine attualizza ancor di più il discorso: “noi negozianti stiamo pagando i premi della lotteria di Capodanno per riportare finalmente i festeggiamenti in piazza”. E se qualcuno la buona volontà sembra mettercela, la collaborazione fra gli esercenti sembra essere un’altra difficoltà rilevante: “quest’estate quando chiedevo i contributi per la Notte Bianca gli altri negozianti mi trattavano come un mendicante” denuncia ancora Parisciani. Insomma il problema sembra essere anche interno oltre che modulato da dinamiche economiche e nei rapporti istituzionali. Altri incontri sono in programma nei prossimi mesi, si vedrà allora se le dinamiche saranno cambiate.