FRANCO FEDELI. La Sambenedettese Calcio sta attraversando uno dei momenti più importanti e decisivi della sua storia recente. A chi chiedere conferma se non al patron e presidente della società rossoblu.
A Lumezzane non c’era ma ha visto la gara in Tv, adesso è più tranquillo?
“Lo ritengo un segnale importante per il futuro. Per vincere i campionati, oltre alla bravura, servono situazioni favorevoli e un pizzico di fortuna. Insomma adesso possiamo cominciare a sperare”
Verissimo. Se a gennaio arrivasse una sostanziosa offerta per Mancuso, lo cederebbe?
“Assolutamente no. Vado avanti con le mie idee, quindi non vado a rinforzare un’altra squadra. Preferisco un giocatore valido, che me ne faccio dei soldi… mica giocano. Preferisco vivere alla giornata, il ragazzo serve a noi e va bene così. A fine torneo ne riparliamo”
Quindi, a parte il fatto che a gennaio potrebbe aver già scelto un’altra squadra, non pensa che oggi sarebbe un ottimo affare perché il ragazzo ha una valutazione importante, che più avanti potrebbe diminuire, lei è un uomo d’affari e queste cose le capisce meglio di me…
“Non solo, io penso anche che ogni calciatore ha la sua categoria ed io vorrei farne una superiore il prossimo anno. Insomma voglio che la Samb aspiri a salire sempre più in alto. È vero che sono un uomo d’affari. Provo però a farli in altri ambiti; il calcio è uno sport e ‘usarlo’ per far soldi non fa parte del mio dna. Di Mancuso ne riparliamo a fine maggio. E se lui vorrà continuare la sua crescita professionale credo che un ambiente migliore di quello attuale non possa trovarlo. Deciderà lui, io devo pensare a fare il bene della Samb e basta”
Un discorso che allaccerei ad alcuni suoi giudizi sul diesse Federico che un mese fa non erano eccellenti…
“In questo momento ha ragione lui e mi auguro che continui ad averla. Dipenderà molto dai risultati dei prossimi mesi. L’ho ingaggiato per questo motivo visto che i giocatori li sceglie lui e lui ne risponde”
Diciamo anche però, a ‘tutela’ di Federico, che sono importanti anche gli obiettivi societari che all’inizio non riguardavano il primo posto o lì vicino
“Vedremo, vedremo”
Magari sfondo una porta aperta ma la mia esperienza (di giornalista chiaramente e non di tecnico) mi suggerisce che sarebbe il caso di disputare le ultime gare del girone di andata con il tridente Mancuso-Di Massimo-Tortolano anche se per l’ex Juventus il suo ruolo sarebbe quello di attaccante di fascia. Purtroppo i due centravanti hanno fatto appena un gol cadauno né, tanto meno, si sono rivelati utilissimi per il gioco di squadra.
“È ormai assodato che a noi manca il centravanti, altrimenti la classifica sarebbe ancora migliore. Anch’io nell’attesa del mercato di riparazione punterei sui tre giovani che ha indicato, è ormai risaputo tra l’altro che ho una grandissima stima di Di Massimo. E giusto anche però che decida Palladini visto che il tecnico è lui e deve farlo con la sua testa come ha sempre fatto fino a d oggi. Senza condizionamenti di sorta. Altrimenti non sarebbe un bravissimo allenatore qual è (secondo il sottoscritto se si facesse influenzare, a Franco Fedeli piacerebbe molto meno. Ndd) . Dico anche però che lei come giornalista, io come presidente e i tifosi in genere abbiamo diritto di dire la nostra idea in uno sport in cui le opinioni diverse rappresentano il sale e la bellezza. Aggiungerei che c’è il rischio che Di Massimo si demoralizzi giocando sempre soltanto una manciata di minuti”
Quale avversaria teme di più?
“Sicuramente il Parma dopo il ribaltone di ieri. Ora cercheranno nuove soluzioni per arrivare al traguardo della serie B. Temo più gli emiliani che il Venezia. Le altre squadre sono più o meno alla nostra altezza anche se stiamo vivendo un campionato stranissimo, vedasi il Padova che noi abbiamo strapazzato e sabato ha fatto 4 gol al Parma che, però, noi stessi meritavamo di battere. Difficilissimo fare previsioni a questo punto”
L’ultima domanda l’ho maturata da alcuni mesi ma non gliel’ho mai fatta: si sta veramente appassionando alla Samb della quale chiaramente non era tifoso prima di acquistarla. Lo sta diventando o vive l’avventura sambenedettese per il semplice piacere di dirigere una squadra di calcio come ha fatto più volte in passato? Insomma sta soffrendo o gioiendo per la Samb da tifoso o da freddo proprietario? Secondo me, anche da questo importantissimo fattore dipendono le fortune future della squadra che amo da sessant’anni…
“Sa qual è il mio più grande rammarico, quello di non poter vivere la città sportiva da vicino. Qualche ora il giorno della gara e niente più. Credo comunque che lei abbia colto nel segno e che qualcosa nel mio cuore si sta muovendo, qui il calcio mi sta trascinando più che in altre città. Credo che mi conquisterà definitivamente quando entreranno in funzione gli Elite che sto per aprire nel vostro territorio. A quel punto molto probabilmente passerò più tempo da voi, unendo l’utile al dilettevole”
Il suo staff calcistico, figlio compreso, vivendo la città, sembra che sia già stato conquistato da una passione contagiosa, forse unica in un territorio in cui il 50% degli abitanti potrebbero riempire lo stadio?
“Penso di sì”.