SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nella tarda mattinata del 17 novembre è arrivata la notizia, da parte della Questura di Ascoli (CLICCA QUI), dell’esclusione dello stadio “Riviera delle Palme” come possibile scenario della gara tra Ascoli e Perugia (Serie B) in programma il 19 novembre.

Nonostante l’ipotesi e il buon auspicio dell’amministratore unico dell’Ascoli Picchio, Andrea Cardinaletti (“Si potrebbe infrangere un tabù) alla fine è stata scartata la possibilità che San Benedetto del Tronto ospitasse il match tra bianconeri e perugini. Probabilmente una decisione dovuta in primis all’ordine pubblico.

Su Internet la notizia è stata molto discussa fra i tifosi rossoblu e bianconeri. Tra i vari commenti vige, per la maggior parte, soddisfazione per il verdetto da parte della Questura: “Bene così”, “Sarebbe stata una follia” e “Decisione giusta e saggia” sono gli spunti più riportati da più esponenti delle due tifoserie.

Qualche sambenedettese e ascolano, però, è dispiaciuto del fatto che la partita non si giochi in Riviera: Peccato, persa una grande occasione per mettere da parte la rivalità ed essere uniti nel contrastare le conseguenze dei sisma”, “Si parla tanto di solidarietà per i terremotati ma poi una partita di pallone rovina tutto”, “Sarebbe stato un bel messaggio di pace e serenità far giocare l’Ascoli a San Benedetto, soprattutto in questo delicato momento” sono solo alcuni commenti riportati dai Social Network.

Sul sito di Riviera Oggi è stato lasciato un commento che invita alla riflessione: “Inconcepibile negare lo stadio ai cugini e costringere i suoi tifosi ad emigrare fuori dal loro territorio provinciale avendone invece il pieno diritto. Chi ha preso tale decisione si prenda tutta la responsabilità e ne spieghi punto per punto i motivi della scelta. Si accolgono negli alberghi i terremotati per solidarietà e poi i tifosi bianconeri vengono rifiutati e cacciati dalla nostra e anche loro Provincia. È assurda questa decisione, non si aiuta il territorio alla crescita morale e civile anzi fa aumentare la rivalità sportiva che sembrava con gli anni sopita”.