Il grafico di Openpolis.it, che abbiamo adoperato per la nostra copertina, è eloquente.
In pratica, il famoso “ping pong”, ovvero la convinzione che il Parlamento Italiano sia adesso trasformato in un enorme play station da tennis tavolo dove le leggi continuano ad essere mandate dalla Camera al Senato e dal Senato alla Camera senza mai ottenere una approvazione definitiva, è falso.
Nell’attuale legislatura, se si esclude la legge di modifica della Costituzione, che necessita di 6 letture, soltanto in un caso su 251 vi sono state 5 letture; solo 5 volte vi sono state 4 letture e per ben 202 volte le letture sono state appena due, una alla Camera e una al Senato.
Per tutti gli approfondimenti, si rimanda all’ottimo lavoro di Openpolis.it.
Il punto politico è un altro: ma se il ping pong non esiste, per quale motivo ne siamo costretti a parlare da mesi in maniera compulsiva? Altro che “bufale” (copyright Leopolda).
Ps. Il ping pong non esiste, ma rischiamo davvero di ritrovarci in un flipper. Clicca qui.
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“ma se il ping pong non esiste, per quale motivo ne siamo costretti a parlare da mesi in maniera compulsiva?”
Innanzitutto non conta solo quante sono le leggi che fanno la navetta, ma soprattutto in quanto tempo vengono approvate: nell’ultima legislatura (iniziata il 15 marzo 2013) una legge di iniziativa parlamentare in media per essere approvata ci ha messo circa 504 giorni; 172 se la legge è di iniziativa governativa (fonte: Senato). Molte si bloccano del tutto (di solito sono le più importanti). Il ddl Concorrenza, che riguarda anche la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C con ricetta, è in ballo tra Camera e Senato da quasi 2 anni. La legge sul reato di omofobia è stata approvata… Leggi il resto »
Il Bundesrat è cosa ben diversa dal Senato dei Partiti che si va prefigurando (non vorrei essere pedante, se vuole posso argomentare). Appunto questo è un elemento che andrebbe capito (e purtroppo la propaganda del Sì non tocca). Riguardo il “flipper”, oggi ho sentito violante parlare dell’8% (non il 3%). Ieri a San Benedetto il costituzionalista Di Salvatore ha spiegato dettagliatamente questo aspetto proprio su mia sollecitazione: in caso di due camere dello stesso colore politico nessun problema si pone, in caso contrario gli aspetti decisivi (riforme costituzionali, leggi elettorali, gestione autonomie, trattati) vengono bloccati. Presto pubblicherò i dati su… Leggi il resto »
Certamente il Bundesrat non è il Senato previsto dalla riforma. E l’Italia non è una federazione. E i delegati dei Laender che devono votare compatti altrimenti il voto non è valido. E che non vengono eletti a suffragio universale, ma neanche dai loro colleghi (come nella riforma Boschi). Ma che c’entra? Io citavo D’Alema, che tra l’altro butta lì il Bundesrat e poi dice che i senatori devono essere nominati anche dai comuni. Quindi le spieghi a lui le differenze. Il D’Alema, tra l’altro, che in una intervista del 14 ottobre scorso dice: “se vince il no, non si va… Leggi il resto »