SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Non è il primo e non sarà l’ultimo grido  rivolto alla Regione e con oggetto la Sanità Picena e Sambenedettese in particolare, che da anni soffre, spesso giustificatamente, della sindrome “degli ultimi della classe”, con i nostri territori che spesso sono stati lasciati indietro negli investimenti infrastrutturali e funzionali a livello sanitario.

Gli ultimi a far sentire la loro voce in materia sono stati quelli del Movimento 5 Stelle che, tramite il gruppo consiliare in Regione di cui fanno parte  Peppe Giorgini, Giovanni Maggi, Romina Pergolesi e Pier Giorgio Fabbri, i 4 firmatari che hanno “partorito”, è proprio il caso di dirlo, una mozione rivolta al governatore Luca Ceriscioli e alla sua Giunta.

Oggetto della mozione: il punto nascite di San Benedetto, definito dal gruppo “un’eccellenza provinciale perché fornito di tre sale parto, attrezzature per il parto in acqua, sala operatoria e può vantare” continuano i pentastellati “il più alto numero di nascite dell’Area Vasta 5 e la più bassa percentuale di cesarei praticati”.

Alla luce di ciò il gruppo M5S ritiene “impensabile che un reparto del genere non accolga le partorienti sotto la 36esima settimana, con tutti i potenziali rischi nello spostare una futura mamma con problemi gravi in strutture lontane come quelle di Ascoli o addirittura Ancona”. I grillini allora, in chiusura, chiedono a gran voce al governo regionale “un bando per l’assunzione di nuovi infermieri per implementare il punto nascite sambenedettese e in più che venga ripristinata l’accoglienza alle partorienti sotto la 36esima settimana”.