
Ridiamo un po’ per affrontare col sorriso argomenti un po’ (tanto) pesi. Iniziamo così con la prima Pillola del NO.
E ci occupiamo del referendum.
Così nell’attuale Costituzione, articolo 75: “La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi“.
Così se vincesse il Sì: “La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto o, se avanzata da ottocentomila elettori, la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi“.
Semplificazione?
Poniamo che nel mese di aprile 2018 si vada al voto per due referendum. Uno che, nell’arco dei tre mesi, sia nato sulla spinta di 500 mila firme raccolte. L’altro che di firme ne raccoglie più di 800 mila (sempre in tre mesi; soltanto le grandi organizzazioni partitiche o sociali sono in grado di farlo, diciamo).
Dunque si va a votare per due referendum nello stesso giorno, ma uno avrebbe il quorum del 50%, l’altro un quorum stimabile nel 38%. Nello stesso giorno, andrà a votare per entrambi i referendum il 40% degli elettori. Un referendum non otterrebbe il quorum, l’altro sì.
Un voto – di uno stesso identico cittadino! – vale di meno dell’altro soltanto per una questione burocratica, la raccolta di firme nell’arco di tre mesi.
Ma vi sembra una semplification? Eddaje.
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Non capisco cosa c’entri la semplificazione. Posso capire se ne avesse fatto una questione di equità, ma dal punto di vista burocratico non vedo cosa si vada a complicare. Inoltre, sempre con la Costituzione attuale, nel caso da lei proposto posso votare per un referendum e astenermi per l’altro per non far raggiungere il quorum e, se ciò avvenisse, il cittadino che ha votato per entrambi vedrebbe che per un referendum il suo voto ha contato e per l’altro no. Per quanto riguarda l’equità, è come la storia del bicchiere mezzo pieno. Nel suo esempio io vedo che se andasse… Leggi il resto »
Non è semplice raccogliere 800 mila firme con i metodi attuali sempre in tre mesi. Ma la norma mi sembra una piccola complicazione ulteriore, nient’affatto una semplificazione. Potrebbe anche accadere per assurdo che un referendum venga bocciato con il 48% dei votanti e un altro convalidato con il 38%. Oppure ancora: un referendum non valido con il 37% dei votanti nel 2020, e poi valido con il 33% nel 2025. Si poteva fare meglio. Col sorriso, sempre ;)
Sono d’accordo che non è semplice raccogliere 800 mila firme (per dire, la raccolta delle firme per abrogare l’italicum si è fermata a 420 mila). Infatti il suo lo vedevo più come un esperimento mentale e in quanto tale più che lecito. A maggior ragione però, se qualcuno (partiti, movimenti d’opinione o altre organizzazioni) dovesse comunque riuscire a raccogliere 800 mila firme valide, vorrà dire che sarà per qualcosa di particolarmente sentito dalla popolazione per cui non ci sarà un problema di quorum qualunque esso sia. Come sa bene, se si eccettuano i referendum del 2011 (quelli sull’acqua pubblica ecc.)… Leggi il resto »