SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Patologia da non sottovalutare, legata anche a stili di vita corretti, dove quindi la prevenzione gioca un ruolo fondamentale per scongiurare le varie forma di invalidità e favorire il migliore recupero dell’efficienza fisica”.

È quanto ha affermato il vice presidente della Regione, Anna Casini, nel saluto ai partecipanti del convegno sulle nuove frontiere dell’ictus, organizzato presso l’Aula Magna dell’Ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto del Tronto.

In apertura Casini ha ringraziato il personale medico e paramedico dell’Area Vasta 5 per la tempestività e la disponibilità mostrata nelle prime fasi della gestione sanitaria dell’emergenza terremoto: “Un sostegno materiale e psicologico di grande aiuto alla popolazione, un esempio della capacità dei marchigiani di essere e fare comunità”.

Venendo al tema del convegno, il vicepresidente ha sottolineato che “alcuni fattori di rischio non sono modificabili, ma altri dipendono da un sano comportamento individuale – ha detto Casini – Non bisogna commettere l’errore di sottovalutare i rischi di una malattia che rappresenta oggi la maggiore causa di invalidità. Stili di vita e tempestività dei soccorsi costituiscono gli snodi su cui ruotano le possibilità di recupero. È necessario rafforzare la rete e la prevenzione per rendere più efficiente il sistema sanitario e abbattere i costi di gestione della malattia. È un percorso che le Marche stanno tracciando nell’ambito delle politiche sanitarie, dove la qualità dei servizi e la capacità di fare rete rappresentano tasselli essenziali per garantire risposte adeguate ai bisogni dei cittadini. La priorità deve essere il cittadino, non la struttura sanitaria. Battaglie campanilistiche sull’ubicazione degli Ospedali non hanno più senso, a fronte delle nuove frontiere rappresentate, ad esempio, dalla telemedicina, che aprono scenari impensabili fino a pochi anni fa. L’appropriatezza non è sinonimo di ubicazione, ma di prestazioni adeguate e all’altezza. Come dimostra la gestione della patologia ictus, occorre una visione sistemica del servizio sanitario, fondata sulla capacità di collegare servizi ed esperienze”.