San Benedetto del Tronto – Una piccola premessa all’articolo apparso sul nostro settimanale, in edicola da lunedì 24 ottobre, nel quale abbiamo messo in rilievo gli eccezionali risultati ottenuti in trasferta da Ottavio Palladini e il raffronto con le tre promozioni dalla serie C alla B.

Il presidente Fedeli pur ritenendosi soddisfatto, seppur non totalmente, per la posizione di classifica, sta dimostrando di avere le idee chiarissime, come potete dedurre da queste sue parole: “Io, come tutti i tifosi, ho il diritto di dire la mia dopo le partite ma anche prima e durante. Oltretutto non sono l’ultimo arrivato nel mondo del calcio e posso permettermi di farlo presente quando certi giocatori giocano titolari pur non meritandolo. Il mio rapporto con Palladini, che stimo, è molto trasparente. Entrambi diciamo quello che pensiamo a fine gara ma anche durante la settimana. Magari mi preoccupo quando mi viene il dubbio che certe scelte non sono esclusivo frutto della sua ‘testa’. Mi auguro di no”

Se la Samb dovesse trovarsi nella posizione attuale dopo le prossime 5-6 partite, la società, cioè lei, si accontenterebbe? “Assolutamente no, farò del tutto per raggiungere il massimo obiettivo con l’acquisto mirato di altri calciatori e lì conterà molto la ‘sapienza’ di chi lo fa per mestiere“. Chiaro il riferimento a Sandro Federico del quale, al contrario di Palladini, il presidente non è ancora contento al 100%.

“Con Palladini numeri da record”

BASSANO-SAMB  4-3. Una sconfitta fa sempre male ma quella di sabato scorso ha rinforzato certe convinzioni.  La squadra è forte, deve solo convincersi che Venezia, Parma e lo stesso Bassano  sono alla nostra altezza. I complessi di inferiorità non pagano. Specialmente con due nocchieri come Palladini e Fedeli. Sembra la Samb del 1955-56.

Nella trasferta veneta ha perso l’imbattibilità esterna che durava dall’8 febbraio 2015 quando perse  1-0 con gol di Sivilla al 68’ contro il Fano. Ma a noi interessano di più i risultati totali ottenuti in trasferta con Ottavio Palladini in panchinane la classifica finale.

Dalla sua prima gara di un anno fa a Isernia (2 a 0 per i rossoblu) 18 trasferte con ben 13 vittorie 4 pareggi e una sconfitta, appunto quella di  Bassano del Grappa. Potrebbe sembrare un exploit di un periodo ma non è così. Per dimostrarlo abbiamo riassunto tutte le gare che la Samb ha disputato fuori il Riviera delle Palme con l’attuale tecnico alla guid. Ne scaturiscono numeri straordinari che dimostrano ampiamente la sua eccezionale bravura. In totale 79 trasferte con 46 vittorie, 24 pareggi e appena 9 sconfitte. Non credo che ci siano in Italia allenatori che hanno ottenuto un risultato simile in campionati diversi e con formazioni diverse. Un trend che sta confermando anche in campo professionistico con una sola sconfitta (3 a 4) a Bassano sabato scorso, un pareggio e tre vittorie con 11 goal realizzati e 8 subiti. Più di due a partita.

In trasferta nessuno come Ottavio Palladini

Ecco i particolari:
ECCELLENZA-Camp. 2009-2010: subentrò a Pasqualino Minuti: 18 trasferte con 11 vittorie, 6 pareggi e una sola sconfitta (39 punti sui 54 disponibili). 28 a 8 i gol. Promossa in serie D.
SERIE D-Camp. 2010-2011: 9 trasferte con 3 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte. 11 a 11 i gol. Nono posto dopo che fu allontanato alla quarta e ripreso  nel finale del torneo.
SERIE D-Camp. 2011-2012: 17 trasferte con 10 vittorie, 6 pareggi e una sconfitta. 26 a 17 i gol (36 punti su 51 disponibili). Seconda in classifica dopo un’eccezionale rimonta. Anche in quel torneo dopo la sconfitta per 0-2 ad Isernia (si è in seguito vendicato con un 5 a o 0 e un 2 a 0 in casa dei molisani negli anni seguenti) alla quinta giornata collezionò più di un intero campionato (a cavallo tra il 2011-2012 e 2012-2013) senza perdere fuori casa. Perse alla 11a (1-2) con il Termoli. Molise indigesto.
SERIE D-Camp. 2012-2013: 17 trasferte con 9 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte. 29 a 17 i gol (31 punti su 51 disponibili). Promossa in serie C.
SERIE D-Camp. 2015-2016: 13 trasferte con 10 vittorie, 3 pareggi e zero sconfitte (33 punti su 39 disponibili). 32 a 11 i gol. Promossa in serie C, oggi Lega Pro.
LEGA PRO-Camp. 2016-2017: 5 trasferte con 3 vittorie, un pareggio e una sconfitta (10 punti su 15 disponibili). 11 a 8 i gol. Al momento quarta in classifica.
Riepilogando: 79 gare fuori casa nelle quali ha ottenuto 46 vittorie, 24 pareggi e 9 sconfitte. In totale la sua Samb in trasferta ha segnato 127 gol e subiti 62. Ha totalizzato 162 punti su 228 disponibili. Roba da vero “pirata”.
Come dicevamo numeri straordinari che spiegano in modo esauriente quali sono le capacità di Ottavio. A San Benedetto si dice: le chiacchiere fanno i pidocchi, contano i fatti per i quali il nostro allenatore è un tesoro da custodire e conservare per il prossimo futuro.

Perché solo fuori casa?

Perché abbiamo considerato soltanto le gare esterne? Perché con certi numeri i campionati o li vinci o sfiori la vittoria per un soffio, magari per un punto, come accadde nel torneo di serie D 2011-2012. In casa, bene o male, i numeri sono sempre positivi. Per la natura del calcio sarebbero sufficienti gli stessi punti che Palladini ha conquistato “fuori” per vincere i campionati: ma solitamente nelle gare casalinghe sono sempre di più. Quindi… L’anno passato l’eccezione che conferma la regola anche se con Ottavio la Samb in casa ne ha conquistati 30, appena tre in meno rispetto ai 33 punti record ottenuti in trasferta su 39 disponibili.
Dedurre che un allenatore con questi numeri bisogna tenerselo stretto appare abbastanza logico seppur in uno sport dove l’imprevedibilità è sempre all’ordine del giorno.
L’errore che non dovrà commettere è comune a tutti gli allenatori emergenti: quello di ritenere che la sua bravura è indipendente da quella dei calciatori. Un atto di presunzione che prima o poi ‘colpisce’ i mister vincenti quando arrivano, quasi fisiologicamente, a ritenere le proprie idee, le proprie capacità, sufficienti per vincere le partite. Pensiero che coincide sempre con l’inizio della fase calante della squadra allenata.

E della società che dire!

Stessa cosa per la società che riteniamo un tesoro da tenere stretto con tutte le complicazioni che, nella conduzione della famiglia Fedeli, saranno esclusivamente calcistiche. Non è quello che il popolo sambenedettese chiede da tantissimi anni: “Vogliamo parlare di calcio, di tattiche, di critiche e non più di problemi economici per i quali siamo esausti”?
È quello che sta succedendo ma pare che qualcuno voglia immergere erba cattiva nei rapporti tra il nostro bravissimo allenatore e il nostro grandissimo presidente. È grazie a lui che oggi a San Benedetto possiamo parlare solo di calcio giocato e se ‘anche’ lui vuol dire la sua è libero di farlo, ci mancherebbe altro. Senza dimenticare che a me sembra uno che di calcio se ne intende. Quasi sempre le sue critiche, sempre mirate e non generiche, sono azzeccate. L’unica cosa che c’è da dire è che Palladini deve decidere prima delle gare mentre Fedeli può esprimere le sue critiche durante e dopo la gara. Il calcio è da sempre così e trovare una via di mezzo non è facile. Una differenza non da poco che Franco Fedeli però capisce benissimo.

Anzi dico di più: nonostante il presidente abbia le sue palesi preferenze (Candellori, Di Massimo, Sorrentino) non ha lesinato critiche alle loro prestazioni quando non sono state all’altezza. Insomma non è testardo e non si ‘innamora’ dei calciatori, una brutta abitudine che è purtroppo, invece, insita in molti tifosi. A Palladini si potrebbe imputare una scarsa esperienza come allenatore ‘professionista’ anche se i suoi primi calci li ha dati nella serie attuale con la maglia della Samb. È però un problema che non lo tocca perché la cosa migliore che ho notato negli anni in questo giovane tecnico è stata la sua capacità a migliorarsi e a sfruttare e tesorizzare ogni esperienza (anche le critiche, cosa che non è da tutti) con grande intelligenza. Anche lui, come Fedeli, non è un testardo e, per questo motivo, non fa mai due volte lo stesso errore. Dove li trovi due uomini di sport così. La Samb ce l’ha e con loro potrà raggiungere un traguardo (prima o poi) che per San Benedetto del Tronto non è una chimera.

La serie B non è una chimera

Il problema che può creare problemi è proprio questo: trovare il giusto equilibrio tra la voglia di raggiungere l’obiettivo e le reali capacità per ottenerlo. Siccome c’è più la seconda ‘cosa’ che la prima, io sono ottimista. Mi sembra infatti che un eventuale promozione diretta viene vista come un frutto proibito e irraggiungibile. Sentimento che ritengo quasi naturale e facilmente comprensibile.

Ecco perché: le nuove generazioni, quelle tra i 15 e i 35 anni, sentono la Samb come una squadra dilettantistica o poco più, la serie B l’hanno finora vista e invidiata solo per televisione. Figuriamoci la serie A. Quelli tra i 35 anni e i 45 anni ricordano qualcosa ma erano ragazzini e hanno vissuto e sofferto la vicinanza alla nostra rivale per antonomasia, l’Ascoli, che negli ultimi 40 anni ha navigato tra serie B e serie A.
Per i cinquantenni e più e anche per lo stesso Fedeli (non è sambenedettese ma ha vissuto la cadetteria con Ternana e Ancona) invece, la serie B subito non è un sogno irrealizzabile. Lo dimostrano, secondo me, anche le squadre che ne fanno parte. È vero anche che nel nostro girone ci sono il Parma che grazie a Tanzi (e… a qualcun altro) e il Venezia hanno allestito organici da serie superiore. Sulla carta però, perché il calcio è pieno di smentite arrivate dal campo, vedasi il Siena per esempio.
Del resto, quando la Samb è salita in serie B per resatrci 21 anni in fasi diverse, dove ha battuto tante squadre anche più blasonate, non era la favorita ma una concorrente alla promozione esattamente come adesso. Quindi non esaltiamoci troppo ma nemmeno fasciamoci la testa prima di rompercela.

Come la Samb 1955-1956?

A Bassano ho visto una Samb che non ha paura di niente e così deve essere. La squadra attuale mi ricorda quella che, nel 1955-56, conquistò la promozione a suon di gol. Guarda caso insieme al Venezia. Per le reti ma anche per le sconfitte, tre, nelle prime dieci gare:  a Siracusa (0-1), 2-3 a Treviso e 1-3 a Prato. per cui preoccuparsi per averne perse due non mi sembra normale.

In quel torneo conquistò, oltre alla promozione in serie B, il titolo di squadra che nei tre campionati di Serie A, B e C (girone unico) aveva segnato più gol dopo Inter e Milan. Le cronache sportive di quei tempi ne parlarono diffusamente a livello nazionale. I risultati dei tre campionati vinti in serie C li trovate in basso. Controllate.
L’unico aspetto che Ottavio non ha ancora messo a norma, anche se erano altri tempi, è quello di trovare una formazione tipo come  quelle tre volte. Chi non ricorda quelle di Bergamasco e Sonetti? Io ricordo anche quella di 60 anni fa: Matteucci, Astraceli, Celio, Rosati, Rossi, Morsan, Rizzato, Guidazzi, Padoan, Moretti, Di Fraia. Palladini possiede oggi otto/undicesimi di potenziali titolari fissi, gli altri tre o li trova nella rosa o vanno acquistati. Il presidente non si tirerà indietro se sarà necessario (come ci ha confermato durante la telefonata di ieri. Ndd)
Non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che trovare una formazione tipo senza turn-over  (se non forzato anche se le vittorie non stancano) sia nella volontà del tecnico sambenedettese. Finora si è comportato così e credo che anche quest’anno dopo la naturale fase di studio, così farà.

Le tre fantastiche promozioni dopo dieci giornate

1955-1956: punti 17 (5 vittorie  2 pareggi  3 sconfitte      Gol 25-14) Allenatore Bruno Biagini

1973-1974: punti 23  (7 vittorie  2 pareggi  1 sconfitte     Gol 14-4) Allenatore Marino Bergamasco

1980-1981: punti 16  (4 vittorie  4 pareggi  2 sconfitte     Gol 7-5) Allenatore Nedo Sonetti

(I dettagli delle gare potete trovarli sul settimanale in edicola)