SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Dopo 27 turni, 27 risultati utili consecutivi la Samb cade a Bassano interrompendo un record che faceva di Ottavio Palladini e della sua squadra una macchina da trasferta puntuale e letale come poche. Lo stesso mister, dopo due giorni utili per “sbollire” torna a parlare con la stampa e, nonostante il tempo passato, certe dinamiche e episodi proprio non riesce a mandarli giù: “ho dei dubbi sui rigori che ci hanno dato, perfino dalla panchina si vedeva che era fuori area il contatto in occasione del primo penalty, mentre il secondo rigore è davvero assurdo perché è Di Filippo che subisce fallo”.

Subire 6 rigori nelle ultime 5 giornate è certamente un trend che farebbe gridare al complotto chiunque e in un certo senso consentirebbe anche, mediaticamente, di tirare avanti per un bel po’. Ma Palladini non è disposto a nascondersi dietro agli arbitri e anche negli episodi trova il modo di stimolare i suoi: ” Ho detto ai miei di evitare certe stupidaggini perché in ogni caso il concetto di scivolata in occasione del primo rigore è sbagliato così come dobbiamo lavorare su una certa irruenza che alla lunga paghiamo, si guardi il rigore evitabile concesso al Sudtirol”.

Gli episodi vengono poi messi definitivamente nel cassetto quando l’allenatore passa alla disamina tattica della gara: “dobbiamo crescere nelle letture delle partite, il Bassano non andava pressato così alto perché ha buoni palleggiatori e giocatori veloci che, se eludono la pressione, ti possono far male”. Eppure Palladini i suoi giocatori li aveva avvisati: “Minesso andava chiuso meglio così come Falserano che andava a dare fastidio tra le linee, avevamo preparato queste situazioni e devo riconoscere che non siamo stati bravi a dargli fastidio, a sporcare i passaggi” ma alle volte nel calcio bisogna anche riconoscere il valore assoluto dell’avversario:”il Bassano è una squadra che lotta per la B da 4 anni e penso che se arriveranno a marzo in queste posizioni potranno dare fastidio a chiunque”.

Nonostante queste riflessioni però l’allenatore confessa qualche rimpianto: “se tornassi indietro giocherei con la difesa a tre perché ci avrebbe permesso una marcatura più chiara e individuale consentendo ai difensori di prendere in consegna i loro tre attaccanti e stesso discorso per i nostri mediani con i loro”.

Ma le rivoluzioni, anche quelle tattiche hanno bisogno di essere ben studiate e pianificate: “passare improvvisamente a tre può togliere delle certezze alla squadra in tutte e due le fasi, visto che le scalate difensive e i movimenti offensivi sono diversi, in questa settimana però ci sarà modo di lavorarci sopra visto che finalmente possiamo respirare dopo tante trasferte e turni infrasettimanali” chiosa il mister che in chiusura torna a ribadire un concetto, anche dopo la sconfitta: “stiamo facendo il nostro campionato e non dobbiamo vincere per forza, neanche se siamo primi. Dobbiamo vincere con la testa e specialmente in casa non possiamo farci prendere la mano dalla pressione e smania di vincere, perché in Lega Pro ci sono tante squadre organizzate che sanno come farti male in contropiede”.