TERAMO – Per anni avrebbe sfruttato e picchiato una connazionale che, dopo aver portato in Italia con il miraggio di un lavoro, aveva costretto a prostituirsi sulla strada appropriandosi anche dei proventi della sua attività: una vicenda che si è conclusa con la condanna della donna, una nigeriana di 36 anni residente nell’Ascolano ed anche lei prostituta, a quattro anni e sei mesi per lesioni aggravate e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.
A quanto riportato dall’Ansa, violenze e soprusi che ad ottobre del 2013 erano culminati in una vera e propria aggressione ai danni della vittima, colpevole di non averle consegnato i soldi richiesti, alla quale aveva quasi staccato un dito a morsi dopo averla ferita con una bottigliata sul viso.
L’indagine che ha portato la donna a processo era partita proprio dopo il violento pestaggio della ragazza, una nigeriana di 23 anni, che era stata ritrovata dai carabinieri lungo la Bonifica del Tronto. E fu proprio ai militari che, dopo un’iniziale ritrosia, la giovane aveva raccontato il suo calvario.
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A prescindere dai riti woodoo, in ambito di prostituzione tra soggetti maggiorenni, mi domando il motivo per il quale a cadere vittime della tratta di persone a sfondo sessuale debbano essere sempre le donne straniere, mentre quelle italiane ne debbano essere quasi esenti, sia in Italia, sia all’estero ed il motivo per il quale i marciapiedi del sesso a pagamento si svuotano durante le vacanze natalizie e pasquali, per non dire di osservare le stesse professioniste con uno smartphone in mano ed anche un’autovettura a disposizione. La risposta a tutto questo è quella che la schiavitù del sesso a pagamento… Leggi il resto »