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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Roberto Bassi ha iniziato a tirare di boxe grazie a suo zio Eugenio, che insegnava pugilato: “Mi svegliavo di notte per guardare i suoi incontri ed è stato così che è nata la passione dentro di me”. Quindici anni di carriera, 92 match da dilettante (di cui 27 con i colori rossoblu), il passaggio al professionismo, il venir meno della motivazione e la voglia di smettere. Poi, nel 2013, la strada di Roberto Bassi incrocia quella di Christian Giantomassi, il suo attuale allenatore, che riaccende in lui una fiamma che non si era mai spenta.

Da lì la conquista del titolo italiano dei supermedi contro il triestino Fabrizio Leone e la conferma dello stesso contro il torinese Roberto Cocco, l’inizio della scalata al titolo europeo e il match contro il leccese Andrea Manco per il titolo italiano dei medi. Quest’ultimo incontro finisce pari e il titolo rimane in Puglia, ma Roberto Bassi è in cerca di riscatto.

Roberto, un bilancio dell’ultimo anno.

“Per ora non posso dire che il bilancio sia positivo visto il pareggio dell’ultimo match con Andrea Manco. Aspetto il prossimo incontro sempre con lui per avere più chiara la situazione. Dovrebbe essere il 25 novembre, credo sempre a San Benedetto, per il titolo italiano dei medi”.

Come hai vissuto l’esito di quel match?

“Non benissimo. Ho una mia idea su quell’incontro, ma la tengo per me. Sono partito bene, ma ho sbagliato la parte centrale, per poi riprendermi nella terza ed ultima fase. Sicuramente penso maggiormente al mea culpa da fare che non ad eventuali sbagli altrui. Sono una persona ipercritica, quindi cerco sempre di capire dove ho ‘peccato’ e da lì ripartire per migliorarmi”.

Per il prossimo incontro come ti stai preparando?

“E’ un re-match visto che l’altro è finito in parità. Come sempre mi sto allenando in palestra e insieme al preparatore atletico Massimiliano Lattanzi. Anzi, colgo l’occasione per ringraziarlo della sua disponibilità, passione, professionalità e vicinanza! Con lui voglio salutare e ringraziare il mitico Fabry, olui che mi ‘elettrizza’ maniacalmente, e tutto lo staff della VipCenter di San Benedetto del Tronto”.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

“Di progetti futuri non ne ho, ma perché non li faccio. Ho dei sogni sia sportivi che non e lavoro per cercare di raggiungerli”.

E’ morto Muhammad Ali, il pugile che ti ha ispirato. Che eredità ha lasciato alla boxe?

“Appresa la notizia, ci sono stato molto male. Non è venuto a mancare solo uno dei più grandi sportivi di sempre, ma una persona speciale. Non sto qui a dire cosa rappresenta lui per me e moltissimi altri ragazzi pugilisticamente parlando, ma solo che rappresenta innumerevoli lotte fuori dal ring fatte per i diritti umani: uguaglianza delle persone, rispetto per i più deboli, vicinanza per i più bisognosi, amore e tenerezza per i bambini. Basta vedere alcune delle sue immagini se le si cerca su internet: tantissime volte viene immortalato in mezzo alle persone, ai bambini… Era bellissima l’umanità e la disponibilità che aveva nei confronti della gente comune”.