Da Riviera Oggi 1093, in edicola dal 10 al 16 ottobre

E’ arrivato l’autunno. Avanzano i primi freddi, le piogge si intensificano, e già fioccano gli starnuti. E’ il rhinovirus, comunemente noto come il virus del raffreddore, che anche quest’anno fa strage di nasi e gole.

Questo piccolissimo organismo, visto al microscopio elettronico, si presenta come una sfera di proteine di pochi nanometri di diametro; considerando che un nanometro è la milionesima parte di un millimetro, sembra veramente incredibile che qualcosa di così ridotto possa provocare tanti fastidi nell’uomo. Il Rhinovirus si trasmette per via aerea e tramite contatto fisico con una persona infetta; una volta raggiunto un soggetto sano, si annida nelle mucose nasali e nella prima parte dell’apparato respiratorio, dove comincia a replicarsi. Nel setto nasale trova infatti una temperatura ottimale per vivere, di circa 33° C.

In teoria, il sangue costituirebbe un migliore ambiente proliferativo, ricco di cellule da infettare e povero di agenti dannosi, almeno nei primi giorni; quasi tutti i patogeni lo sfruttano per il loro ciclo vitale. Questo virus però non è in grado di entrare nel circolo sistemico, perché è molto termosensibile: il calore all’interno del corpo è troppo alto e lo inattiverebbe; questa è anche la ragione per cui è possibile contrarre il raffreddore solo nei periodi più freddi dell’anno, quando il Sole è meno forte e la temperatura esterna è bassa.

Il raffreddore, di per sé, non ha altre conseguenze che naso chiuso e tosse più o meno forte, e dura circa una settimana; tuttavia, in alcuni casi può anche rivelarsi un pericolo insidioso, soprattutto per bambini e anziani: il Rhinovirus infatti debilita il corpo, abbassando le difese immunitarie, e predispone all’attacco di un altro, più pericoloso microorganismo. Il virus influenzale, l’Influenzavirus, ha numerose caratteristiche in comune con il Rhinovirus: entrambi hanno trasmissione aerea, infettano le vie respiratorie, sono virus tondeggianti che sfruttano l’RNA come materiale genetico, al posto del DNA.

La differenza sostanziale è che l’influenzavirus si adatta più che bene alla temperatura corporea; a 37° C, è perfettamente in grado di riprodursi e proliferare, inducendo l’organismo a far salire la febbre per contrastarlo.

Come agisce un Influenzavirus? Questo microorganismo, in rapporto ad altri patogeni, provoca dei sintomi non gravi e facilmente curabili; tuttavia, possiede un particolare tratto distintivo: è estremamente mutageno. La mutagenicità è la capacità di modificare il proprio materiale genetico, in questo caso l’RNA, in modo da cambiare aspetto e funzioni. I virus mutati costruiscono il loro involucro esterno con proteine sempre diverse, che non vengono riconosciute dagli anticorpi; le cellule immunitarie specializzate, infatti, possono legarsi ad un solo tipo di proteina, inattivando tutto il patogeno.

Se però quella proteina cambia, l’anticorpo non ha più la capacità di bloccarla; per questo, anche se il corpo sviluppa difese contro un Influenzavirus, ce ne saranno sempre nuovi tipi capaci di aggirarle. Il risultato è che, potenzialmente, è possibile ammalarsi di influenza ogni anno, cioè ogni volta che compare un nuovo ceppo.

Attualmente i virus conosciuti sono raggruppati in tre gruppi principali: A, B e C. Gli Influenzavirus che si evolvono dal ceppo A sono i più virulenti, e pertanto vanno trattati con la maggiore attenzione; appartengono a questo gruppo, ad esempio, i virus della spagnola e dell’aviaria.

La recente influenza suina invece, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è del ceppo C, il meno pericoloso di tutti; è stata la pessima informazione di giornali e televisione a trasformare questa leggerissima malattia, pressoché innocua di fatto, in un mostruoso killer supercontagioso.

Perché l’Influenzavirus può essere dannoso? Innanzitutto, occorre fare una precisazione: l’influenza non è un rischio per tutti; milioni di persone in tutto il mondo la contraggono ogni anno, e nella stragrande maggioranza dei casi guariscono senza problemi. I sintomi comuni sono febbre, dolore alle ossa, spesso mal di gola e naso chiuso.

Possono nascere però complicazioni anche serie se il soggetto che si ammala è immunodepresso; senza difese naturali forti, l’influenzavirus è libero di spostarsi nelle basse vie respiratorie, ovvero in trachea e polmoni, provocando polmoniti; inoltre, può facilitare a sua volta l’ingresso di altri batteri e patogeni, che aggravano la sintomatologia. In questo caso sono frequenti gastroenteriti, vomito e diarrea. Le infezioni polmonari sono le più gravi, e se non vengono curate efficacemente provocano la morte.

Nonostante i farmaci e la bassa probabilità di complicazioni, l’influenza provoca ad oggi numerose vittime tra i soggetti più sensibili. Adulti sopra i cinquant’anni, neonati e persone affette da patologie croniche sono considerati a rischio.

Come strategia preventiva, i medici raccomandano soprattutto a queste persone di sottoporsi ad un vaccino antiinfluenzale, che va rinnovato ogni autunno; il vaccino consiste nell’iniezione di virus appositamente modificati, in modo da attivare le difese immunitarie senza provocare la malattia.

Il modo più semplice per coltivare Influenzavirus è farli moltiplicare all’interno di uova di gallina fecondate: un embrione senza anticorpi è il soggetto ideale da infettare.

Quando poi la coltura è pronta, si possono attuare vari procedimenti; uno di questi consiste nel far replicare il virus molte volte, finché perde spontaneamente buona parte della sua capacità infettiva. In alternativa, si possono prelevare dai virus solo le proteine di membrana immunogene, quelle cioè che sono riconosciute dagli anticorpi. Il secondo sistema è più sicuro, ma anche più lungo e complicato.

In ogni caso, anche il miglior vaccino deve essere combinato ad un corretto comportamento, se si vuole rimanere in salute; indossare vestiti adatti alla stagione, lavarsi spesso le mani ed evitare le correnti d’aria sono abitudini da adottare ogni giorno.

E se nonostante tutto l’influenza dovesse contagiarvi, niente paura: la febbre, per quanto alta, dura pochissimi giorni. Con un antipiretico, potrete superare la fase critica senza troppo penare.

Per il raffreddore, invece, non servono medicinali: come già detto, il Rhinovirus è sensibile alle alte temperature, quindi per debellarlo basta tenere naso e collo vicino a fonti di calore superiori ai 35°. Suffumigi, borse d’acqua calda, o anche una sauna per chi può, sono rimedi assicurati.